Le leggi eccezionali sul calcio sono deleterie e inaccettabili
No al blocco delle trasferte organizzate e alla chiusura delle curve

Di fronte all'indignazione popolare suscitata dall'omicidio volontario del tifoso laziale Gabriele Sandri colpito a morte la mattina dell'11 novembre presso un'area di servizio dell'autostrada A1 vicino ad Arezzo da un colpo di pistola sparato proditoriamente dall'agente della polizia stradale Luigi Spaccarotella, il governo del dittatore democristiano Prodi ha deciso di dare un altro pesante giro di vite alle misure repressive contro le tifoserie di calcio già varate nell'inverno scorso in seguito ai violenti scontri avvenuti nello stadio di Catania durante i quali perse la vita l'ispettore capo Filippo Raciti.
Senza un minimo di autocritica per la scellerata politica repressiva adottata dal governo, né un accenno di condanna delle gravi responsabilità dell'agente assassino e più in generale sulla condotta sempre più violenta, reazionaria e antipopolare che quasi sempre caratterizza gli interventi delle "forze dell'ordine" a "difesa dell'ordine pubblico" durante le manifestazioni di massa, il 12 novembre Prodi, Amato e Melandri insieme al presidente del Coni Petrucci, della Federcalcio Abete e della Lega Calcio Matarrese durante la riunione straordinaria dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive istituito presso il ministero degli Interni hanno deciso di inasprire ulteriormente le leggi eccezionali criminalizzando e penalizzando ancora una volta indistintamente tutte le tifoserie.
In particolare i prefetti d'ora in avanti avranno carta bianca per decidere se e quando sospendere le partite. Saranno vietate le trasferte ai tifosi organizzati. Le curve di Atalanta e Taranto dove domenica scorsa sono avvenuti gli incidenti più gravi resteranno chiuse al pubblico. Inasprite anche le regole per la vendita dei biglietti che non saranno più acquistabili via internet, saranno disponibili solo nelle rivendite della provincia dove si svolge la gara e non si potrà comprare più di un tagliando a persona.
Mentre nei confronti di alcuni ultrà arrestati durante gli scontri di domenica avvenuti a Roma in seguito al rifiuto da parte del governo e dei vertici del Coni di fermare immediatamente il campionato in segno di lutto, la procura capitolina ha deciso di adottare un provvedimento senza precedenti contestando agli arrestati anche il reato di terrorismo.
Di fronte a tutto ciò risulta a dir poco beffarda la contestuale decisione di dare "un segnale forte" sospendendo la disputa di tutti i campionati in programma domenica 18 novembre. Specie se si pensa che a farne le spese saranno solo i cosiddetti "campionati minori" di B e C dove gli interessi dei privati e delle televisioni a pagamento non sono così lucrosi come nella serie A.
"Abbiamo deciso di fermare i campionati professionistici per domenica prossima e chiediamo all'Uefa di far giocare con il lutto al braccio la nazionale maggiore e l'Under 21" . Questa la vergognosa comunicazione ufficiale del presidente della Figc Giancarlo Abete al termine della riunione avuta al Viminale.
Una decisione e un comportamento gravi e inaccettabili da parte del governo, della Federcalcio, della Lega calcio e del Coni che, visti gli impegni della nazionale, colpisce indiscriminatamente soltanto i tifosi ma non torce un capello ai vertici politici, istituzionali e imprenditoriali che col calcio realizzano profitti da capogiro e sono perciò i massimi responsabili dei mostri che settimanalmente genera questo marcio sistema calcistico capitalistico dentro e fuori dagli stadi.

14 novembre 2007