Con l'avallo dell'Onu
Nominato il nuovo governo fantoccio iracheno
Ne fanno parte anche i comunisti revisionisti. Il premier Allawi è un uomo della Cia. Gli Usa hanno scelto anche il presidente della repubblica
Bush elogia il nuovo esecutivo

Il governo provvisorio iracheno si è sciolto l'1 giugno, senza aspettare la scadenza prevista di fine mese, anche perché gran parte dei componenti dell'esecutivo nominato dagli Usa dopo l'occupazione dell'Iraq si sono ritrovati nominati dal proconsole americano Paul Bremer nel nuovo governo fantoccio, immediatamente insediato, e in attesa di legittimazione dalla nuova risoluzione in procinto di essere varata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. La discussione all'Onu sulla bozza presentata dagli occupanti anglo-americani, al momento in cui scriviamo, è arrivata alla quarta stesura e sembrerebbe a un passo dall'approvazione del Consiglio con le modifiche richieste da Francia, Germania e Russia in particolare sui poteri da assegnare al nuovo esecutivo iracheno. Che al momento restano pressoché nulli: il controllo militare, politico, economico e finanziario dall'Iraq è e resterà direttamente o indirettamente nelle mani dell'imperialismo americano.
La sovranità dell'Iraq e i diritti del popolo iracheno sono un optional per i paesi imperialisti occupanti e per l'Onu che già ha dato il suo avallo al varo del nuovo governo fantoccio. Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan aveva incaricato il suo inviato Lakhdar Brahimi di collaborare alla formazione del nuovo esecutivo che di fatto è stato costruito da Bremer, di concerto con i capi tribali, con esponenti in gran parte di provata fede filoamericana. A partire dal premier Iyad Allawi, uomo della Cia. Brahimi dopo aver partecipato alla sceneggiata delle trattative ha concluso il suo lavoro affermando "credo che questo governo sia il migliore possibile". Quale sia stato il suo contributo lo ha confessato nella conferenza stampa del 2 giugno affermando che "vi ricordo che gli americani governano il paese e dunque i loro punti di vista sono certamente presi in considerazione"; come dire comandano loro, tanto che ha aggiunto "non penso che Bremer se la prenderà se affermo che lui è il dittatore dell'iraq. Ha il denaro e la firma" per finanziare e approvare qualunque progetto. Potere che a breve passerà da Bremer al suo sostituo Negroponte e non certo al governo fantoccio.
In un comunicato letto a Kufa il 4 giugno il leader sciita Al Sadr affermava che "nessun iracheno potrà mai accettare un governo nominato dagli occupanti con la copertura delle Nazioni Unite. Solo un governo eletto potrà godere del rispetto degli iracheni. Gli americani sostengono che le elezioni non si sono potute fare perché non c'è sicurezza ma la sicurezza non c'è perché c'è l'occupazione".
Gli Usa hanno scelto il presidente della Repubblica, lo sceicco Ghazi Yawar, un sunnita della tribù degli Shammar, una delle più potenti dell'Iraq. Yawar ha studiato in una università saudita e alla Georgetown di Washington e per quasi 20 anni ha lavorato in Arabia Saudita come dirigente di una compagnia di telecomunicazioni. Ha sempre mantenuto stretti legami con gli Usa che nel luglio 2003 lo avevano nominato membro del governo provvisorio.
Anche il premier imposto da Bremer, il medico sciita Allawi, faceva parte del governo provvisorio. Scappato dall'Iraq verso la metà degli anni '70 aveva trovato rifugio e finanziamenti in Gran Bretagna dove lavorava con i servizi inglesi e sauditi. La sua organizzazione in esilio a Londra è quella che sembra abbia fornito al governo Blair la falsa informazione sulla capacità di Saddam di usare le armi di distruzione di massa con un preavviso di soli 45 minuti; la notizia usata da Blair per giustificare l'aggressione del marzo 2003. Nel 1990 Allawi fonda a Washington l'Iraqui National Accord grazie ai lauti finanziamenti della Cia che tuttora proseguono. Grazie all'appoggio dei servizi americani rientra a Baghdad ed è nominato nel primo esecutivo al servizio degli occupanti. La sua nomina a premier ha ricevuto il via libera anche del servizio segreto israeliano.
Fra i posti chiave ricoperti da elementi considerati maggiormante affidabili dagli Usa vi è quello del ministro del petrolio, assegnato a Thamir Ghadbhan un ingegnere formatosi al London's imperial college, e il dicastero degli Esteri assegnato al curdo Hoshiyar Zebari. Un posto anche ai comunisti revisionisti con Mofeed Al Jazaeri, militante del Partito comunista iracheno, ministro della Cultura.
Affiancano il presidente della repubblica due vicepresidenti; lo sciita Ibrahim Jaafari, portavoce del partito islamico Dawa e già membro del governo provvisorio, e il curdo Rowsch Shways, membro del Partito democratico curdo (Pdk). A un altro curdo, Barham Salih, dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk), la carica di viceprimo ministro con delega alla sicurezza nazionale.
Dell'esecutivo fantoccio fanno parte in totale 30 ministri tra cui 5 donne. Il premier Allawi ha reso noto la lista subito dopo la sua nomina e quale primo atto ufficiale del suo governo ha chiarito che chiederà alle truppe americane di rimanere in Iraq dopo il 30 giugno.
Un atto di fedeltà ai padrini imperialisti subito riconosciuto da Bush. Il presidente americano ha lodato il nuovo governo iracheno e lo ha definito "patriottico". "è stato fatto un passo che avvicina milioni di iracheni alla realizzazione dei loro sogni" ha esclamato con la consueta retorica imperialista il nuovo Hitler e con altrettanta retorica ha dichiarato di non aver messo bocca nella scelta dell'esecutivo. Superato dalla consigliera per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice che ha voluto precisare che "i membri del nuovo governo non sono marionette americane". In ogni caso Bush ha tenuto a rimarcare che il comando militare in Iraq resta Usa: "gli americani hanno bisogno di essere rassicurati che se le nostre truppe saranno in pericolo, saranno capaci di difendersi senza chiedere il permesso a nessuno se non ai propri comandanti".
L'esercito imperialista occupante resta sotto il comando americano, anche se cambiasse denominazione in seguito alla nuova risoluzione Onu. Dal Palazzo di Vetro la Casa Bianca vuole solo una nuova copertura che lasci intatti i suoi poteri di controllo. Una copertura che sembra non difficile da ottenere visto come l'Onu si è prestata ad avallare la formazione del nuovo governo fantoccio, come ha concluso con una bolla di sapone l'inchiesta sulle torture degli occupanti imperialisti. Il 4 giugno è stato reso noto il rapporto dell'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Bertrand Ramcharan, 45 pagine dettagliate sulle "serie violazioni" commesse dalle forze di occupazione sui detenuti iracheni.
Finalmente anche l'Onu ha denunciato pubblicamente "uccisioni deliberate, torture e trattamenti inumani", atti che "possono essere designati come crimini di guerra da un tribunale competente". Il rapporto ricordava come le "preoccupazioni" sul trattamento dei detenuti fossero già state avanzate al proconsole americano Paul Bremer nel giugno dello scorso anno. Alle quali però non erano seguiti atti per costringere gli occupanti al rispetto delle leggi internazionali; nello stesso modo adesso, invece di trascinare Bush al tribunale penale internazionale dell'Aja, l'Onu si limita a chiedere la "nomina immediata di un Ombudsman", ovvero di un "difensore civico" per controllare il rispetto dei cosiddetti diritti umani (sic!).