Per irretire le masse giovanili alle "missioni di pace" imperialiste
No alla mini-naja dei nuovi avanguardisti
Il nero progetto voluto dal fascista storico e ministro della Difesa La Russa costerà 7,5 milioni di euro l'anno per l'organizzazione dei corsi

Nella sbornia neofascista del governo del neoduce Berlusconi il ministro della Difesa, il fascista storico Ignazio La Russa non ha perso tempo a rilanciare la famigerata "mini-naja", un esperimento già propugnato nell'estate del 2009 e ora di nuovo tornato di moda. "Quando ho cominciato a fare il ministro - ha ricordato borioso La Russa - uno dei primi punti che mi sono proposto di attuare era proprio quello di cercare di realizzare stage di preparazione atletica, culturale e militare che riguardasse i giovani che volessero accostarsi per un breve periodo alle forze armate, avvicinarsi ai loro valori".
In sostanza, nella volontà governativa la "mini-naja" dovrà concentrare nei prossimi tre anni ben 15mila giovani che "proveranno" a vestire l'uniforme militare per tre settimane, partecipando a dei corsi finalizzati a conoscere, in tutte le sue facce, le forze armate. Il progetto neofascista costerà ben 7,5 milioni di euro l'anno (poco più di 20 milioni in tre anni) secondo quanto previsto da un emendamento del governo al decreto sulla proroga delle "missioni di pace", lanciando nell'arena della guerra imperialista le giovani generazioni che falsamente attratte dal pacifismo di facciata verranno ingannate dalla nuova trappola imbastita dal neoduce e compari. Difatti, l'estate scorsa i primi 145 giovani (precisamente 100 maschi e 45 femmine) sono stati coinvolti in un corso orientativo di due settimane presso la caserma degli Alpini del VI reggimento di San Candido; da quest'anno, invece, saranno organizzati due corsi l'anno della durata di 21 giorni ciascuno, per giovani tra i 18 ed i 30 anni.
Per poter entrare in questa vera e propria scuola militare di regime i giovani dovranno avere determinate caratteristiche come fare attività atletiche, avere un diploma, requisiti "morali", non avere procedimenti penali in corso né condanne, ma anche un documento che attesti il non uso di alcol e droga; la chicca di fare "lezioni di tiro con l'arma individuale" e, versando una cauzione, alla fine del corso potranno trattenersi l'uniforme e accessori e portarli a casa. Questo controllo capillare della personalità del giovane servirà per avere dei volontari in accordo con le associazioni d'arma che, aggiunge La Russa, "finita la linfa fornita dalla leva obbligatoria, lamentano una mancanza di personale". I ministri Meloni (Giovani) e Tremonti (Economia) fanno eco al loro sodale della Difesa affermando che la "mini-naja" "si pone nell'ambito delle iniziative per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni".
Il coordinatore nazionale della Tavola della pace, Flavio Lotti bolla il provvedimento come ''legge Balilla'', quella che nel 1926 istituì l'Opera Nazionale Balilla (ONB) che inquadrava i ragazzi dai sei ai diciotto anni per prepararli ad essere i fascisti del futuro. L'operazione demagogica e fascista sperpera danaro pubblico in un momento in cui la povertà e la perdita di posti di lavoro tra le masse sono evidentissimi. Uno spreco, l'ennesimo di questo esecutivo nero, che da una parte danneggia le masse popolari, ma dall'altra crea false illusioni ai giovani che, in cerca di lavoro, potrebbero cadere nella ragnatela della "mini-naja", l'ennesima sporca manovra del governo del neoduce Berlusconi tesa a creare i nuovi avanguardisti, dalla quale noi marxisti-leninisti invitiamo i giovani a stare lontano.

26 gennaio 2011