Arrestato un attivista a Gela
I "No-Muos" impediscono le celebrazioni per il 70° dello sbarco in Sicilia
Cantata "Bella Ciao". Crocetta sputa veleno sui manifestanti

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Hanno colpito politicamente i comitati "No-Muos", ribadendo il proprio rifiuto dell'imperialismo italiano e statunitense e delle basi militari Nato e USA in Sicilia. È stata, infatti, una bella vittoria l'iniziativa del 10 luglio, durante la quale gli attivisti hanno impedito a Gela la parata militare organizzata dalle istituzioni borghesi e sponsorizzata dall'ambasciata USA per rievocare lo sbarco delle truppe statunitensi nel luglio 1943 sulle coste della Sicilia sud-orientale.
Una bella vittoria in quanto, oltre a impedire le celebrazioni, i "No-Muos" ne hanno messo in luce le eclatanti contraddizioni, tra le quali l'esercito USA che partecipò alla lotta contro il nazifascismo, contribuendo alla sconfitta dell'Asse, è quello di oggi, micidiale strumento militare di oppressione dei popoli del mondo. I "No-Muos" hanno anche costretto gli opportunisti a venire allo scoperto, schierandosi. Così come ha dovuto fare il rinnegato Rosario Crocetta (PD), governatore dell'isola, presente alla commemorazione fallita: "Una cosa è la vicenda del Muos - afferma - che per la Regione Siciliana è legata alla difesa della salute dei cittadini, un'altra cosa è l'antiamericanismo".
Com'è andata? Almeno duecento manifestanti hanno bloccato il passaggio dello scarno corteo composto da istituzioni borghesi, "forze dell'ordine", mezzi militari storici.
Con decine di bandiere "No-Muos", cantando "Bella ciao", urlando "vergogna!", "fascisti" alle istituzioni e "Yankees go home" all'indirizzo degli statunitensi. Coraggiosamente hanno impedito al corteo di arrivare sulla spiaggia per mettere in scena la rappresentazione dello sbarco. Appena due mezzi anfibi, deviando dal percorso originario, sono riusciti a guadagnare la spiaggia e il mare, ma, entrati in acqua, è stato loro impedito per lungo tempo di rientrare a riva da decine di manifestanti che avevano occupato la spiaggia.
Durante la fase della protesta avvenuta sul lungomare, Turi Vaccaro, storico attivista "No-Muos" e "No-Tav", ha aggirato il cordone di "forze dell'ordine", che si frapponeva tra manifestanti e istituzioni borghesi, è salito sul tettuccio di uno dei mezzi della polizia ed è stato immediatamente arrestato. I "No-Muos" hanno urlato per tutta la durata della manifestazione "Turi libero!". Nonostante le proteste, il manifestante fermato è stato trasferito al carcere di Gela, è stato processato per direttissima il 12 luglio, con l'accusa di "danneggiamento pluriaggravato" (del tettuccio della macchina, oibò), e "resistenza a pubblico ufficiale". La seconda udienza è fissata per il 19 luglio. Intanto è ancora in carcere.
Il PMLI chiede che Turi Vaccaro sia immediatamente liberato. Il suo ha tutto l'aspetto di un arresto politico di ritorsione contro il movimento. In quanto tale dimostra ancora una volta che in Italia vige la logica neofascista, voluta dal governo Letta-Berlusconi e dal ministro di polizia fascista Alfano di "spezzare le reni" a qualsiasi opposizione. Con la detenzione di Vaccaro, inoltre, il governo italiano dimostra di solidarizzare con gli USA, dopo che il Tar di Palermo, ha respinto il 9 luglio il ricorso del ministero della difesa contro il decreto regionale di sospensione dei lavori del MUOS. Ed è proprio il rinnegato doppiogiochista Crocetta ad indicare al governo Letta-Berlusconi la strada per venire incontro agli USA: "È chiaro - afferma arrogantemente a seguito delle protesta a Gela - che se dovesse emergere che non ci saranno problemi sulla salute della popolazione, non ci sarebbe nessuna ragione per vietare la realizzazione del Muos". E poi aggiunge: "No all'antiamericanismo. La Sicilia ha sempre avuto buoni rapporti con gli Stati Uniti". La sua ha tutto l'aspetto di una minaccia che si aggiunge alla ritorsione dell'arresto di Vaccaro. Che gli attivisti No MUOS rispondano allargando sempre più la critica, mettendo sotto dura accusa la natura imperialista ed antipopolare dei governi Letta-Berlusconi e Crocettta e lavorando per allargare il fronte unito di tutte le organizzazioni politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose. Gli obbiettivi devono essere la revoca degli accordi nazionali e regionali per la costruzione del MUOS, lo smantellamento della base di Niscemi con tutte le sue antenne, la chiusura della base di Sigonella, di cui il MUOS è l'impianto tecnologicamente più avanzato, e la sua conversione in aeroporto civile, la smilitarizzazione della Sicilia.

17 luglio 2013