Almese (Val di Susa)
I NoTav fanno fallire il comizio del PD
Bresso e Chiamparino furiosi insultano i contestatori

Con il convegno elettorale SI-TAV organizzato per il 3 aprile ad Almese, paesino della Val di Susa, il PD torinese e piemontese intendeva lanciare una forte e provocatoria sfida al movimento NO-TAV della Valle di Susa. Ringalluzzito dalla demagogica campagna mediatica veltroniana del "Si può fare" il vertice di tale partito sperava evidentemente che fosse il momento buono per forzare la mano alle popolazioni valsusine per far rimangiare loro la strenua opposizione alla Tav. Tant'è che per cogliere tale "successo" erano accorsi la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, il presidente della provincia Antonino Saitta e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Ma i suddetti politicanti borghesi avevano fatto i conti senza l'oste, ossia i Comitati No Tav che a cambiare idea non ci pensano proprio. La sera del convegno in tremila sono accorsi da tutta la valle per accogliere come si conviene quelli che vengono subito ribattezzati come i "tre re magi". E per dare più forza all'allegoria alcune decine di valligiani si sono travestiti da contadini, da pastori, da centurioni, e hanno srotolato uno striscione con su scritto "re magi in ritardo? Presepe presente!" Ad aprire il corteo a cui partecipavano intere famiglie è stata la banda musicale.
Insomma una manifestazione partecipata, pacifica e dissacrante. E questo nonostante che per arrivare in città occorresse oltrepassare una sorta di check-point e controlli da parte delle forze dell'ordine schierate in forza per proteggere dal fermo dissenso di una popolazione tre amministratori che evidentemente delle opinioni della maggioranza vorrebbero continuare a non tenere conto.
La vittoria dei manifestanti No Tav diventa completa quando giunge la notizia che Chiamparino, Saitta e Bresso, saputo dalla Digos ciò che li attendeva, decidevano di ringambare dal convegno per rifugiarsi nella più sicura sede del Pd di Rivoli, da dove in una conferenza stampa notturna, furiosi per lo smacco subito insultavano pesantemente i contestatori accusandoli addirittura di esprimere un "atteggiamento fascista", riproponendo la solita solfa della minoranza facinorosa che terrebbe in scacco la valle e blaterando di grave mancanza di democrazia.
Peccato che anche ad Almese il rapporto tra i contrari e i favorevoli alla Tav era pressappoco di 1000 contro 1. Con che faccia dunque questi politicanti borghesi tentano di impartire lezioni di democrazia?

9 aprile 2008