Nuovi orrori e oltraggi dei soldati Usa contro la Resistenza afghana

Il quotidiano americano The Los Angeles Times ha pubblicato il 18 aprile immagini risalenti al settembre 2010 nelle quali si vedono paracadutisti della 82ma divisione aviotrasportata dell'esercito Usa in posa accanto ai resti dilaniati di un partigiano afghano nella provincia meridionale di Zabul. Corpi squartati considerati come trofei.
Una nota della resistenza afghana ha condannato "fermamente l'atto brutale e disumano da parte degli invasori statunitensi" e ha denunciato: "questo è ciò che gli invasori americani insegnano ai loro schiavi afghani".
I soldati americani avevano avuto il compito di prendere le impronte e fare lo scan digitale dell'iride per l'identificazione del partigiano morto in un attacco suicida. Alcuni di essi hanno pensato di testimoniare l'evento con alcune foto che li ritraggono col sorriso sulle labbra tra le le gambe dissanguate del corpo del suicida.
Un oltraggio ripetuto in almeno un'altra occasione simile di qualche settimana dopo, dove tra l'altro uno dei soldati in posa accanto al cadavere mostrava una rivista sui cacciatori di zombie. famosa negli Usa. Sembra che la rivelazione degli oltraggiosi episodi sia dovuta a uno dei soldati della compagnia che ha voluto così denunciarli pubblicamente.
Il Pentagono ha cercato invano di bloccare la diffusione delle immagini e l'esercito americano, una volta rese pubbliche le foto, ha dovuto aprire un'inchiesta. E così come dopo la strage del sergente che ha ucciso 17 civili, del Corano bruciato davanti alla prigione di Baghram e la pubblicazione delle foto dei marines che urinavano sul cadavere di combattenti afghani uccisi si è ripetuta la sceneggiata delle ipocrite indignazioni.
Dal presidente afghano Hamid Karzai al segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, al segretario americano alla Difesa Leon Panetta che ha parlato di "comportamento folle, inaccettabile". Fino a Obama che ha ordinato l'apertura di un'inchiesta e la punizione dei responsabili "di questo atto riprovevole".
Condanne e inchieste che probabilmente non ci sarebbero mai state se il Pentagono fosse riuscito a bloccarne la diffusione.

26 aprile 2012