Capovolti tutti i principi fondanti il sistema sanitario nazionale
IL NUOVO PIANO SANITARIO NAZIONALE: DEVOLUTION, PRIVATIZZAZIONE E MERCATO A TUTTO SPIANO
Via le sanguisughe Sirchia e Berlusconi
Alla fine di marzo il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al piano sanitario nazionale 2002-2004 presentato dal "ministro della salute'' Girolamo Sirchia e in pompa magna dal neoduce Berlusconi.
Si tratta di un testo, articolato in 10 progetti-obiettivo, che mette gli ultimi tasselli della controriforma sanitaria avviata nel '92-'93 (502 e 517 De Lorenzo), nel '99 (Bindi-ter), nel 2001 (legge Sirchia n. 347) e sancisce il profondo stravolgimento e smantellamento del sistema sanitario nazionale così come era stato definito dalla legge 883 del 1978: devolution, deregulation, privatizzazione a tutto spiano e tagli sono gli obiettivi del governo.

DEVOLUTION
"Per quanto riguarda lo scenario politico istituzionale - si legge nel documento governativo -, il recente decentramento dei poteri dallo Stato alle regioni sta assumendo l'aspetto di una reale devolution. è quindi naturale che il piano sanitario nazionale, coerente con questi cambiamenti, si trasformi da atto programmatico per le regioni in progetto di salute... Compito dello Stato è assicurare per quanto possibile l'etica dei sistemi''.
Dunque fin dalle prime righe di presentazione dal titolo "Il nuovo scenario ed i fondamenti del Servizio sanitario nazionale'' si sancisce che il piano si muove nell'ambito della devolution federalista che sancisce la distruzione dei fondamenti stessi del sistema sanitario nazionale in termini di universalità e uniformità delle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale.
I "livelli essenziali ed appropriati di assistenza'' varati con il Dpcm del 29 novembre 2001 che avrebbero il compito di "garantire su tutto il territorio nazionale uguali prestazioni ai cittadini'' sono serviti in realtà per obbligare le regioni a cancellare dall'assistenza pubblica gratuita un gran numero di prestazioni soprattutto socio-sanitarie e riabilitative, mentre è fatta salva la possibilità per le singole regioni di modificare ulteriormente al ribasso le prestazioni sanitarie minime da garantire (vedi Il Bolscevico n. 14)
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"CURE'' A DOMICILIO E RESTAURAZIONE DELLE MUTUE
Si parla di creare "una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l'assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili'' privilegiando l'assistenza a domicilio per le cure palliative, le terapie infusionali, la dialisi, la riabilitazione, la chemioterapia, etc. e della costituzione di "un adeguato fondo assicurativo contro i rischi della non-autosufficienza''.
Si tratta di un modo per liberare gli ospedali dai malati cronici per diminuire i costi delle cure ospedaliere, scaricandoli sulle famiglie e sulle donne. Di fatti l'assistenza a domicilio di cui si parla non sarà gratuita ma parzialmente o totalmente a pagamento, a discrezione delle singole regioni, e potrà essere erogata anche da strutture private ("con ricorso anche all'utilizzo di gestori di servizio privati''), di non profit e volontariato. Inoltre la costituzione di un non meglio specificato fondo assicurativo della non-autosufficienza staccato dal fondo sanitario nazionale e da quelli regionali è il primo passo per la restaurazione delle mutue e segna la cancellazione definitiva del principio di unitarietà, universalità, gratuità e del carattere pubblico delle prestazioni sanitarie di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione.

TAGLIO DEI PICCOLI OSPEDALI, PRIVATIZZAZIONE DEGLI IRCCS E DELLA RICERCA, PUBBLICITà DEL MERCATO SANITARIO, PRONTO SOCCORSO A PAGAMENTO
"...La nostra organizzazione ospedaliera necessita di un ripensamento. Un ospedale piccolo sotto casa non è più una sicurezza... è però necessario potenziare un numero limitato di centri di eccellenza di altissima specialità e complessità, le regioni sappiano realizzare uno strategico e coraggioso ridisegno della loro rete ospedaliera''. Con queste parole il piano del ministro Sirchia invita le regioni a tagliare gli ospedali più piccoli ed a trasformare gli attuali Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) in fondazioni, di fatto svendendoli ai privati: "Si è pensato - si legge nel testo - sulla scorta di esperienze straniere di trasformare IRCCS in fondazioni, con un consiglio di amministrazione a maggioranza pubblica che garantisca la missione pubblica, ma anche con la possibilità di ammettere nel consiglio di amministrazione privati mecenati (ovvero economicamente disinteressati, quali ad esempio le fondazioni bancarie - (sic!) -) che possano apportare capitali'' nonché "di attivare società private che gestiscono attività produttive al fine di generare risorse da utilizzare nella ricerca e nella gestione, incluso il superminimo per il personale'' "la fondazione - si conclude - può affidare la gestione dei servizi in tutto o in parte a terzi'', leggi privati. "La gestione totale affidata a terzi si può prevedere eventualmente per gli IRCCS che sorgono ex novo''.
E con la grande spudoratezza e arroganza che contraddistingue gli esponenti del governo neofascista, si cerca di rassicurare il personale sanitario che oggi opera con rapporto di lavoro di diritto pubblico che "non vi è alcun timore, in quanto la finalità pubblica della fondazione garantisce che il rapporto di lavoro esistente, di diritto pubblico, non verrà modificato''.
La smania privatizzatrice di cui è pervaso il piano Sirchia investe anche in pieno la ricerca per la quale si prevede "la individuazione di fonti e canali aggiuntivi di finanziamento della ricerca medica nel settore privato (fondazioni, donazioni, industria, capitali di rischio)'' e "la identificazione di tutte le possibili modalità di interagire con i capitali privati così da integrare la ricerca pubblica con fondi privati''.
Si dà il via, ed anche qui sulla base del modello inglese e americano, alla pubblicità istituzionale del mercato delle prestazioni sanitarie con tecniche di comunicazione mass-mediatiche "basate su un'alleanza tra le finalità pubbliche e sociali e le finalità di aziende private per costruire una partnership con una o più cause, per il raggiungimento di un beneficio comune, nell'ovvia (solo per Sirchia e Berlusconi, ndr) esclusione dei conflitti d'interesse''.
Infine non poteva mancare un altro odioso e inaccettabile provvedimento (già preannunciato dal governatore della Sicilia neofascista e affamatore del popolo Cuffaro), che non ha bisogno di ulteriore commento, ossia di sottoporre al pagamento i pazienti che richiedono assistenza in pronto soccorso per iniziativa personale senza avere le caratteristiche dell'urgenza, e quelli che non siano arrivati in ambulanza per emergenza, o inviati espressamente dalla guardia medica, dal medico di base o dallo specialista.

ATTIVITA' PRIVATA PER I MEDICI E STUDI MEDICI ASSOCIATI
Secondo un altro decreto del ministro Sirchia i medici pagati dal Sistema sanitario nazionale, ed ora anche gli infermieri professionali, potranno continuare a fare l'attività privata fuori dall'ospedale, nelle strutture private convenzionate o meno, senza alcun vincolo. Cancellata la flebile proposta Bindi che introduceva l'incompatibilità dell'attività privata negli ospedali (intramoenia) con quella esterna siamo giunti al risultato finale: attività privata a tutto spiano e ovunque, sia dentro che fuori le mura, con il conseguente dilagare della sanità a pagamento.
Il piano prevede di "alleggerire le strutture pubbliche ed il personale dai vincoli e dalle procedure burocratiche che limitano le capacità gestionali e rallentano l'innovazione, consentendo loro una gestione imprenditoriale finalizzata anche all'autofinanziamento''. I rapporti di lavoro dei medici del Ssn saranno a tempo pieno o a tempo parziale (già a tempo definito), in entrambi i casi si potrà svolgere tranquillamente l'attività privata.
Si allunga l'età pensionabile: 67 anni, più altri tre (70), a seconda delle esigenze aziendali. Ma si potrà andare in pensione anche a 72 anni, se l'azienda lo richiede: senza compiti assistenziali ma solo di ricerca e didattica. I medici di base, sul modello inglese, potranno associarsi tra di loro a formare gruppi più o meno grandi e potenti. Infine la formazione post-laurea e post-specializzazione viene affidata ad un sistema di provider privati intra e extra aziendali legati alle società scientifiche e alle case farmaceutiche, che organizzerà corsi, anche telematici, e stabilirà un sistema di crediti validi ai fini dell'esame di abilitazione e come titoli di carriera.

30 aprile 2002