L'imperialismo Usa vuol rimettere le mani sull'Iran
Obama aizza gli oppositori ad abbattere Ahmadinejad

Il 14 febbraio a Teheran e in altre città le opposizioni avevano organizzato marce di protesta con la scusa di esprimere sostegno alle rivolte in atto nel paesi arabi ma con lo scopo di attaccare il governo iraniano e il presidente Ahmadinejad.
Alcuni manifestanti davano fuoco ad alcuni bidoni della spazzatura e si scontravano con la polizia intervenuta a disperderli. Negli scontri sono morti due manifestanti.
Il responsabile della polizia iraniana sosteneva che i responsabili delle due morti e del ferimento di una decina di agenti erano stati membri del gruppo Mujaheddin che avevano sparato per le strade.
La protesta era stata sollecitata dall'imperialismo americano con messaggi in lingua farsi, diffusi anche il 13 febbraio, sulla rete dal Dipartimento di Stato Usa che invitava gli iraniani a manifestare contro il governo di Teheran. E subito dopo le manifestazioni interveniva Obama per lodare i "manifestanti coraggiosi" che a Teheran continuano a "lottare per maggiori libertà".
Il presidente americano aizzava gli oppositori di Ahmadinejad ad abbatterlo, nel tentativo di rovesciare il governo della Repubblica islamica dell'Iran e permettere all'imperialismo americano di rimettere le mani sull'Iran.
Ai tentativi degli Usa rispondeva un portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica che affermava: "i commenti dell'amministrazione americana sono il frutto della confusione e dello spiazzamento prodotti dai cambiamenti nella regione", cambiamenti che "hanno inflitto un colpo agli interessi delle potenze dominatrici e ai sostenitori del regime sionista che con questi diversivi tentano di sminuirne la portata".

2 marzo 2011