Ricevendolo alla Casa Bianca
Obama esalta Monti, uomo della grande finanza e dell'Ue
Il premier italiano elogia Berlusconi "statista" e annuncia di voler "cambiare gli italiani". Due diverse copertine di "Time"
Il capofila degli imperialisti conta sul tecnocrate borghese per far uscire il capitalismo europeo dalla crisi

"La relazione tra Italia e Stati Uniti non è mai stata così forte", ha sottolineato il presidente americano Barack Obama al termine dell'incontro del 9 febbraio col premier italiano Mario Monti. Certo, sono considerazioni diplomatiche, di convenienza; anche il predecessore Bush lo diceva riferita all'Italia di Berlusconi. Obama le riprende e esalta Monti, l'uomo della grande finanza e dell'Unione europea (Ue), il tecnocrate borghese su cui conta per far uscire il capitalismo europeo dalla crisi. O quantomeno per evitare che gli effetti della crisi nell'area euro si riversino sull'altra sponda dell'Atlantico e colpiscano l'auspicata ripresa Usa su cui Obama costruisce parte della campagna elettorale per la sua rielezione alla Casa Bianca a novembre.
Già in una intervista precedente l'incontro, Obama aveva affermato: "l'Italia sta ora adottando passi impressionanti per modernizzare la sua economia, ridurre il proprio deficit attraverso una combinazione di misure su entrate e spese, riposizionando la nazione sul cammino verso la crescita". A dire il vero di misure a favore della crescita non se ne vedono nel programma di Monti ma tanto gli serviva per ribadire in sua presenza che "ho piena fiducia nella leadership di Monti e spero possa traghettare l'Italia attraverso questi tempi difficili". Ha quindi ringraziato l'Italia per la partecipazione alle sanzioni nei confronti dell'Iran, ha ricordato che "non potremmo aver avuto successo" nell'operazione in Libia "senza il contributo dell'Italia" e si è complimentato direttamente con Monti per la "partenza a razzo" del suo governo tecnico: "Mario, il lavoro che stai facendo in Italia è eccezionale. Mi è piaciuta la tua partenza a razzo. Hai tutto il mio sostegno", si legge nelle cronache dell'incontro.
"Dalla partita che si gioca a Roma dipende il destino di tutta l'eurozona, e quindi anche la ripresa americana. Per due volte la crescita è ripartita qui negli Stati Uniti, all'inizio del 2010 e all'inizio del 2011, per poi frenare sotto gli shock della crisi europea. Stavolta ho più fiducia", ha affermato Obama lasciando intendere il compito che vuol assegnare a Mario Monti, che tra l'altro è il presidente europeo della Trilaterale, l'organizzazione che ha il compito di difendere l'egemonia dell'imperialismo americano nel mondo.
All'esaltazione fatta dal presidente americano, Monti ha risposto col consueto tono sobrio che si è costruito quale distintivo del personaggio falsamente "tecnico": "l'incoraggiamento del presidente Obama aiuta il mio governo a continuare sulla strada delle riforme strutturali". Ha ribadito "la volontà dell'Italia di continuare a giocare il suo ruolo in una alleanza strategica e di valori comuni che condividiamo e difendiamo", per concludere con "oggi il mondo e i mercati vivono di una merce rara che è la credibilità e il sostegno del presidente Usa Obama agli sforzi che l'Italia sta facendo è già di per sé un aiuto concreto". Ha sottolineato come con Obama ci sia intesa sul fatto che "l'Europa debba andare avanti con la strategia per consolidare bilanci", quella imposta dalla Merkel, ma anche che "la crescita è un imperativo", come vorrebbe Obama. Monti porterà il messaggio a Bruxelles.
Le speranze che l'imperialismo americano poggia su Monti sono sintetizzate nella sua immagine sparata in copertina dal settimanale americano Time sotto il titolo "Può quest'uomo salvare l'Europa?". La copertina è quella delle edizioni europea, asiatica e del sud Pacifico, quella statunitense era dedicata allegoricamente ed eloquentemente alle "Amicizie animali": con un cagnolino (l'Italia di Monti) accovacciato e protetto da un cagnolone (gli Usa di Obama)".
Forte di tanta investitura è a Time che Monti confida di voler pestare duro sui lavoratori e sulle masse popolari italiane, una missione che lui definisce quella di cambiare la cultura e il modo di vivere degli italiani affinché le sue "riforme strutturali" siano consolidate e non "effimere". Non ha disdegnato infine di elogiare il Berlusconi "statista" che lo appoggia: "penso che egli veda che sta guadagnando terreno nella credibilità, reputazione e considerazione internazionale come uomo politico, quanto più si dice favorevole a questa trasformazione e rivoluzione dell'Italia''.

22 febbraio 2012