Era coinvolta nella vicenda Marrazzo
La trans Brenda ammazzata per tapparle la bocca
Manifestazione del movimento LGBT per chiedere "verità e giustizia
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Lo scontro fra le cosche dei partiti borghesi a suon di scandali e ricatti, di cui fanno parte il caso Berlusconi e il caso Marrazzo, ha prodotto i suoi primi cadaveri.
Il 20 novembre la trans Brenda, coinvolta nel caso Marrazzo, è stata trovata morta nella sua abitazione in via Due Ponti a Roma, dove si è sviluppato un incendio. L'autopsia rivela che la morte è dovuta ad asfissia per monossido di carbonio, ma gli inquirenti optano decisamente per l'ipotesi di omicidio volontario. In sostanza, qualcuno avrebbe appiccato l'incendio e provocato così la morte della trans.
Gli elementi che avvalorano l'ipotesi di omicidio sono la sparizione dall'appartamento di Brenda di un telefonino e di un mazzo di chiavi. Un altro elemento è il ritrovamento di un computer portatile appoggiato sul lavandino del bagno sotto uno scroscio di acqua. Computer e telefonino sono apparecchiature che conservano elenchi, numeri telefonici e immagini e servono a confezionare e conservare video. Insomma strumenti indispensabili per custodire prove e imbastire ricatti.
Inoltre, l'8 novembre scorso, Brenda era stata aggredita e rapinata e le avevano portato via un altro telefonino e la borsa contenente un mazzo di chiavi del suo appartamento. Una circostanza tutta da chiarire che, alla luce dell'epilogo, appare un vero e proprio avvertimento.
Qualcuno ritiene che fosse stata proprio Brenda ad informare i carabinieri oggi inquisiti, dell'incontro di Marrazzo con la trans Natalie durante il quale sarebbe stato girato il filmato per il ricatto all'ex governatore del Lazio. Brenda fu ascoltata una prima volta dagli inquirenti il 30 ottobre scorso, ma in quella occasione nega di aver mai conosciuto Marrazzo. Poi, due giorni dopo, cambia versione e ammette tutto. Racconta anche del festino al quale ha partecipato a casa di Marrazzo insieme a un'altra trans, Michelle, e riconosce di aver girato in quella circostanza un video e di aver scattato numerose foto, anche se sostiene di aver poi cancellato tutto per paura una volta esplosa la vicenda. In quella circostanza avrebbe anche dichiarato di non possedere un computer e di non saperlo usare.
Quali altri segreti custodiva Brenda? Chi aveva interesse a intimorirla e poi ad ammazzarla e tapparle così la bocca per sempre?
Con la morte di Brenda, viene a mancare un testimone chiave di tutta la vicenda e che probabilmente era a conoscenza dell'intreccio di rapporti e ricatti fra politici, prostituzione, traffico di cocaina, criminalità organizzata ed esponenti delle "forze dell'ordine" che andrebbe anche al di là del caso Marrazzo. Una testimone che, pur in presenza di evidenti avvertimenti, non è stata messa sotto protezione.
Alla luce dell'assassinio di Brenda gli inquirenti starebbero riconsiderando anche la morte di Giangenerino Cafasso il pusher e protettore di trans deceduto il 12 settembre scorso in un motel di Roma per infarto.
Inizialmente il caso stava per essere archiviato come una morte provocata da overdose di cocaina. Adesso gli investigatori stanno valutando l'ipotesi accusatoria di omicidio volontario anche nel suo caso. Cafasso era infatti il personaggio incaricato dai carabinieri che ricattavano il governatore Marrazzo di "piazzare" il video girato con la trans Natalie. Cafasso, come risulta dall'inchiesta, prese contatto con il quotidiano "Libero", ma poi l'affare non andò in porto. Si sentiva braccato e in pericolo di vita, hanno raccontato le croniste di "Libero", che lo incontrarono, e suoi familiari.
Queste due morti svelano che tutta la vicenda non si è affatto conclusa con lo sputtanamento dell'ex governatore del Lazio e che in gioco vi è ben altro. I mandanti di tutta la vicenda? Altri politicanti borghesi coinvolti nello stesso giro di prostituzione, droga e ricatti come si vocifera da tempo?
Un verminaio insanguinato che conferma il livello di decadenza e putrefazione a cui sono giunti il capitalismo, le sue istituzioni e i suoi partiti, siano essi di destra o di "sinistra", impegnati in una vera e propria guerra fra bande per non perdere il potere politico o per conquistarlo facendosi le scarpe a vicenda.
Nel pomeriggio di sabato 21, nell'ambito della giornata mondiale contro la transfobia, il movimento LGBT ha promosso a seguito dell'assassinio di Brenda, una manifestazione a Roma per chiedere "verità e giustizia". Il corteo che, partito da piazza Vittorio, ha sfilato nel centro di Roma era aperto da uno striscione: "Brenda: è omicidio di Stato. Basta vittime del potere".

25 novembre 2009