Alla Fiat di Pomigliano
Polizia e carabinieri sgomberano con la forza i picchetti operai. Due feriti
I picchetti erano promossi da Fiom, Slai Cobas e Comitato di lotta cassintegrati e licenziati contro i "sabati di recupero produttivo
Il 28 giugno sciopero dei lavoratori del gruppo Fiat e della componentistica

Dove non arrivano gli accordi separati firmati da sindacati capitolazionisti e collaborazionisti, arrivano i manganelli per tentare di piegare la resistenza degli operai Fiat di Pomigliano d'Arco ai diktat del nuovo Valletta, Marchionne.
Così i picchetti organizzati per la prima volta in modo unitario da Fiom-Cgil, Slai Cobas e Comitato di cassintegrati e disoccupati Fiat per la notte del 14 giugno per protestare contro i sabati lavorativi, sono stati trasformati dall'azienda e dal governo in una ennesima prova di forza. Polizia e carabinieri hanno infatti sgomberato con la forza i picchetti, ferito due lavoratori e disperso i restanti.
La manifestazione era iniziata verso le 22 con l'arrivo davanti ai cancelli di lavoratori Fiat e delle aziende terziarizzate, attrezzati a passare la notte in attesa dell'ingresso degli operai per il primo "sabato di recupero" dei due imposti dall'azienda per far fronte al "picco produttivo" della Panda. Recuperi che - secondo Fiom e Slai Cobas - altro non sarebbero che lavoro straordinario per chi è stato già riassunto, mentre 2.000 operai restano in cassa integrazione a rotazione ormai dal 2009 aspettando vanamente di rientrare in attività. Al presidio erano presenti anche intere famiglie, studenti, esponenti di vari movimenti e centri sociali e persino il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, andato a portare la propria solidarietà.
All'inizio la polizia ha invitato energicamente e accompagnato dentro l'azienda ogni operaio del turno di sabato che si avvicinava al picchetto senza alcuna intenzione di forzarlo. Il responsabile della Fiom presente, che è andato dalla polizia a chiedere spiegazioni, è stato, con chiaro intento provocatorio, strattonato e identificato.
Poi, poco prima dell'alba, l'intervento delle "forze dell'ordine". Dopo l'ingresso in fabbrica degli operai, un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l'accesso dello stabilimento issando uno striscione. Immediato, brutale e spropositato l'intervento della polizia che ha provocato due feriti fra i lavoratori. "Gravissimo il comportamento della polizia - denuncia lo Slai Cobas - che, in tenuta antisommossa, strattonava con forza e minacciava finanche qualche giornalista per impedirgli di riprendere le inquietanti scene di manifestanti brutalmente aggrediti e malmenati a freddo e tenuti a lungo svenuti per terra impedendone finanche il soccorso da parte dei colleghi!".
Si è trattato con tutta evidenza di un piano premeditato e concordato fra la Fiat e le "forze dell'ordine". Infatti, polizia e carabinieri si sono comportati come se fossero una sorta di polizia privata della Fiat spingendo e scortando gli operai fin dentro lo stabilimento. Erano poi circa 1.000 tra poliziotti e carabinieri, un numero davvero spropositato per l'entità della manifestazione. Infine, era stata la Fiat stessa che aveva chiesto il pugno di ferro e la militarizzazione dell'area rivolgendosi alla Procura di Nola per impedire il presidio che secondo l'esposto dell'azienda sarebbe "illegale e atto di sabotaggio" e avrebbe provocato "gravi danni occupazionali e patrimoniali" e chiedendo che "vengano intraprese le iniziative opportune per consentire l'attività produttiva". Richiesta che è stata con solerzia accolta dal governo Letta-Berlusconi e dal suo ministro dell'Interno Alfano che ha inviato praticamente un esercito a salvaguardare gli interessi della Fiat.
La Fiom, attraverso il segretario generale Landini, nel denunciare i fatti accaduti al presidio, ha deciso di organizzare nella notte fra il 21 e il 22 giugno una notte bianca per il lavoro, in occasione dei nuovi turni di straordinario fissati dalla Fiat. Ha inoltre convocato uno sciopero con manifestazione nazionale a Roma per il 28 giugno dei lavoratori del Gruppo e di quelli della componentistica.
Da parte sua, lo Slai Cobas che rileva come "L'iniziativa unitaria promossa da Slai cobas e Fiom segna una importante svolta sindacale e politica ad alto impatto simbolico che non mancherà di dare i suoi frutti in fabbrica e nella società", convoca lo sciopero per l'intero turno di lavoro anche il prossimo sabato 22 giugno.

19 giugno 2013