Prima su "l'Unità" poi su "il manifesto"
Ovadia insiste a calunniare Stalin

Lo scrittore, attore e cantante ebreo Salomone (Moni) Ovadia, già PD e ora Sinistra e Libertà, ha il dente avvelenato contro Stalin. Evidentemente lo sogna anche la notte, e poi narra i suoi incubi anticomunisti sui giornali conniventi. A distanza di soli quattro giorni dal primo intervento su "l'Unità" (vedi Il Bolscevico scorso) ci è ritornato sopra su "il manifesto" del 22 aprile. La prima volta ha paragonato Berlusconi a Stalin, ora addebita a Stalin la fondazione di Israele.
Non è esattamente così. La soluzione ideale per l'Urss di Stalin sarebbe stata quella di creare in Palestina un unico Stato in cui vivessero insieme palestinesi e ebrei. Purtroppo non c'era all'Assemblea generale dell'Onu una maggioranza favorevole e quindi l'Urss dovette ripiegare sulla soluzione alternativa che prevedeva la spartizione della Palestina in due Stati, dando il 55% del territorio agli ebrei e il 45% ai palestinesi.
I comunisti della Lega di liberazione nazionale approvarono tale decisione.
Il primo paese a riconoscere lo Stato di Israele, fondato il 14 maggio 1948, furono gli Usa, seguiti due giorni dopo dall'Urss e da diversi altri Stati.
Per l'Urss non c'era altro modo per limitare il più possibile l'influenza dell'imperialismo inglese nella regione e impedire che l'imperialismo americano avesse l'egemonia su Israele. Successivamente l'Urss di Stalin ha preso le distanze da Israele per i crimini che esso commetteva contro il popolo palestinese, perché impediva la formazione dello Stato palestinese e per il suo allineamento con l'imperialismo americano.
Non è nemmeno esatto quello che dice Ovadia circa la "campagna antisemita" che avrebbe promosso Stalin per "un legame troppo stretto degli ebrei sovietici con il nuovo Stato ebraico". In realtà non si trattava di una "campagna antisemita" per quel motivo, bensì della lotta contro la destra ebraica sovietica che si opponeva all'Urss e compiva atti criminali contro di essa e i dirigenti del Partito e dello Stato sovietici.
Questo giullare della "sinistra" borghese non è nuovo a simili sparate. Va ricordato il suo spettacolo teatrale "La bella utopia", tratto dal suo libro "Lavoratori di tutto il mondo, ridete - La rivoluzione umoristica del comunismo". Opere controrivoluzionarie e anticomuniste, nonostante l'apparenza, in cui Stalin è al centro del suo velenoso attacco. Opere prodotte, come l'autore stesso dice, "con lo sguardo urticante dell'umorismo ebraico ma anche con la consapevolezza che se fossi vissuto a quei tempi sarei stato fucilato". Si rilassi, Ovadia, è meglio che viva perché gli umoristi anticomunisti anziché spengerlo alimentano il fuoco rivoluzionario del socialismo e del comunismo.

29 aprile 2009