Un altro tradimento del governo del DC Prodi
Il ministro Padoa Schioppa: la Tav si farà
Le masse della Val Susa sono già sul piede di guerra
"PRC, PdCI e Verdi ci hanno venduto. Bruceremo le schede elettorali e le tessere di partito''

Una dopo l'altra il governo borghese del dittatore democristiano Prodi si sta rimangiando tutte le pur discutibili promesse fatte in campagna elettorale. Dalla politica estera e di difesa, ai tagli per scuola e sanità, dalla controriforma pensionistica alle grandi opere, il governo di "centro-sinistra" persegue senza soluzione di continuità la stessa politica neofascista, guerrafondaia, affamatrice e antipopolare del governo Berlusconi .
Un altro tradimento lo ha compiuto il ministro dell'Economia Padoa Schioppa ai danni delle masse della Val Susa che da anni si battono con grande coraggio e determinazione contro la Tav. Ospite della trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, il 18 febbraio scorso il ministro dell'Economia ha confessato che: "la decisione in fondo è già presa. Quando c'è una grande linea ferroviaria che deve attraversare l'Europa da Ovest ad Est e si tratta di decidere se deve passare al di là o al di qua delle Alpi, è fuori discussione che è interesse dell'Italia che passi al di qua . Questa è una cosa condivisa". Ci sono ancora "da discutere alcuni aspetti" ma, ha detto ancora Schioppa, la realizzazione della nuova linea ferroviaria è ormai sicura; anzi, ha aggiunto ancora Schioppa con piglio ducesco, l'ultima parola arriverà "largamente entro settembre di quest'anno, o anche prima", comunque entro il termine per il quale Prodi ha promesso alla Ue di definire una volta per tutte il tracciato. D'altronde, nei famigerati 12 punti imposti dal capo del governo alla sua coalizione dopo la caduta al Senato, ce n'è proprio uno che riafferma la conclusione del progetto Tav.
A fare quadrato intorno a Padoa Schioppa i ministri Antonio Di Pietro (Infrastrutture) secondo cui non ci sono dubbi: "la Torino-Lione s'ha da fare"; Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente) convinto che "l'opera si farà" e il suo collega dei Trasporti, Alessandro Bianchi (Pdci), secondo cui "dobbiamo discutere non sul se ma sul come" realizzare il collegamento ferroviario veloce. Mentre il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso (Ds), addirittura è sicura che a settembre si potranno aprire i cantieri del tunnel: "unica soluzione per utilizzare la linea anche come linea merci".
La dichiarazione di Padoa Schioppa e il sostegno che egli ha ricevuto da tutto il "centro-sinistra" ha suscitato il pieno appoggio anche della casa del fascio che ovviamente ora canta vittoria.
Non la pensano così le popolazioni della Val Susa che partecipano ai presidi di protesta. "Giordano, Pecoraro e Diliberto ci hanno venduto". Ma noi siamo pronti a scendere nuovamente in piazza per difendere la nostra valle dallo scempio di quest'opera ritenuta "inutile e dannosa".
Claudio Giorno, uno dei fondatori del movimento, ha annunciato che, come primo atto di protesta "andrò al Presidio di Borgone ad ammainare le bandiere di Prc, Pdci e Verdi". Tra le altre proposte anche quella di organizzare una grande fiaccolata di protesta con grande falò finale dove bruciare le schede elettorali e le tessere di partito.
Altro che "governo amico" e "decisioni da discutere e condividere con le popolazioni interessate" come predicava tutto il "centro-sinistra" alla vigilia delle elezioni.
Al governo Prodi non importa un bel niente delle popolazioni della Val Susa; egli pensa unicamente a soddisfare la sete di profitti del capitalismo italiano e attrezzare la superpotenza imperialista europea di nuove infrastrutture per meglio competere sui mercati internazionali di cui la Tav rappresenta un tassello molto importante per lo sviluppo dell'economia e del commercio di tutto il continente, da Ovest verso i lucrosi mercati dell'Est europeo.
Per raggiungere questo obiettivo Prodi e tutto il "centro-sinistra" oltre al tradimento usano anche le intimidazioni e il ricatto, come ad esempio la minaccia di "perdere i fondi stanziati dalla Ue" o la pubblicazione di uno studio realizzato per la Direzione generale Trasporti della Commissione di Bruxelles e anticipato nei giorni scorsi dal Sole-24 Ore che prospetta scenari apocalittici sul piano economico e occupazionale per le popolazioni che rifiutano la Tav.

14 marzo 2007