I tagli sui costi delle istituzioni e dei loro servi sono irrisori e di facciata
Non toccati paghe e privilegi dei parlamentari. Nessun taglio ai ministri
Chiediamo per i parlamentari la fine del benefit e il salario medio dell'operaio metalmeccanico

Il 13 luglio il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl presentato dal miistro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata inerente la riduzione dei costi politico-amministrativi e per la trasparenza della pubblica amministrazione.
Si tratta, come è già accaduto col "taglio" delle indennità di ministri e sottosegretari previsto nella Finanziaria 2006 (già ampiamente riassorbito dagli ultimi aumenti), e con l'annunciata "riduzione dei costi dell'amministrazione centrale" previsti dal recente decreto Bersani, dell'ennesimo spot elettorale orchestrato ad arte dal governo di "centro-sinistra" per far credere che finalmente ci sarà una riduzione di spesa su questo fronte così come promesso in campagna elettorale. Infatti il ddl Santagata non prevede alcun taglio ai dorati stipendi dei parlamentari né ai tanti privilegi da nababbo di cui godono che possono essere modificati solo con modifiche costituzionali che ovviamente Prodi e il "centro-sinistra" non hanno intenzione di attuare. Tant'è che proprio a fine agosto i parlamentari, dopo l'aumento di 512,75 euro lordi mensili incassato a gennaio 2007, hanno ottenuto un altro ritocco all'insù del proprio stipendio di altri 302,31 euro al mese più 843 euro di arretrati.
In linea di massima, come ha detto il ministro Santagata, il provvedimento prevede un generico risparmio di "800 milioni per quanto riguarda lo Stato e 500 milioni per gli Enti locali", anche se, ha aggiunto "le cifre esatte devono ancora essere messe a punto dalla Ragioneria dello Stato". In ogni caso i tagli saranno spalmati in "un ciclo di cinque anni" e a tal fine sarà istituita una cabina di regia interistituzionale.
Nel ddl sono previsti tagli per le auto blu, i telefonini e gli immobili. "Si prevede una razionalizzazione delle spese dei ministeri nell'uso di immobili, telefonini e auto e norme per favorire l'uso della posta elettronica e del sistema telefonico Voip", ha detto ancora Santagata. Mentre il ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta, ha aggiunto che: "Il governo si impegna in Parlamento per la riduzione del numero dei parlamentari". Mentre la riduzione dei costi, degli eletti e dei componenti delle giunte a livello locale "sarà di circa il 20 per cento sulla base dell'intesa con il sistema delle autonomie".
Per quanto riguarda il tanto sbandierato riordino delle comunità montane, il ddl stabilisce che la montagna inizia a 600 metri. "Introduciamo una nozione di montanità che porta la montagna a un livello minimo di 600 metri - ha detto Lanzillotta - per cui il comune deve avere l'80 per cento del territorio ad un'altitudine superiore a 600 metri" oppure "un dislivello di almeno seicento metri". Inoltre, ha chiosato ancora Lanzillotta, il provvedimento prevede anche "il taglio del 50% del numero dei consiglieri. Questo comporterà una riduzione superiore ai 100 milioni di euro".
Insomma la classica goccia in un mare di ruberie e privilegi che la "sinistra" del regime neofascista continuerà a mantenere e a pagare coi soldi rubati al popolo.
Altro che "ridurre i costi della rappresentanza politica e limitare le spese degli apparati amministrativi a quelle strettamente necessarie, accrescendo, al contempo, la trasparenza e la responsabilità dell'agire amministrativo, con la finalità ultima di rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni" come si legge nell'introduzione della relazione che accompagna il provvedimento.
Del resto non ci si poteva aspettare altro da un governo che fin dal primo giorno del suo insediamento ha tradito la fiducia dei suoi elettori anche sul fronte della questione morale.
Conti alla mano risulta ad esempio che, se questo governo durerà per l'intera legislatura, le masse popolari saranno derubate di oltre 75 milioni di euro in 5 anni solo per pagare i lauti stipendi dei 102 membri che compongono l'esecutivo: ministri, viceministri e sottosegretari. Un record storico!
Peggio del governo Berlusconi II che in tutto contava 99 membri. E ancor peggio di Andreotti VII che nel '91 si era fermato a quota 101, segnando il precedente primato che era rimasto fino ad oggi imbattuto.
Perciò noi chiediamo l'abolizione della legge 1261 del 1965 che equipara lo stipendio dei parlamentari a quello dei presidenti di sezione della Corte di Cassazione, l'eliminazione di tutti i privilegi e l'aggancio degli stipendi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio, dei ministri, dei parlamentari, dei presidenti, dei sindaci e degli assessori regionali, provinciali e comunali, così come quelli degli alti funzionari dello Stato, al salario medio di un operaio metalmeccanico.

12 settembre 2007