Le amicizie del paramassone Enrico Letta
(Estratti dell'articolo pubblicato su "La voce delle voci" n.5/maggio 2013 col titolo originale "Kasta viva")

di Rita Pennarola

E ora siamo davvero a bordo di quell'astronave che conduce alle star del potere mondiale, perché ci avviciniamo ad Enrico Letta, i cui primati non consistono stavolta in una disponibilità economica particolarmente elevata (una media da 150mila euro l'anno in dichiarazione dei redditi), ma riguardano la sua permanenza in seno alle compagini che decidono i destini economici dell'Europa. E che non sono solo Bilderberg o Trilateral (come aveva anticipato la Voce ad aprile scorso), ma si chiamano anche Italianieuropei, Aspen Institute (in cui è vice di Giuliano Amato), Arel, Trecentosessanta e Vedrò.
Dalla lettiana Associazione Trecentosessanta era balzato in Parlamento la scorsa legislatura Guglielmo Vaccaro, democristiano, originario di Pompei, rampantissimo nelle iniziative sul territorio ma, a quanto pare, assai meno vulcanico a Montecitorio, tanto che era stato segnalato per il basso indice di produttività, che lo vedeva giù giù, al 415esimo posto (fonte Open Parlamento).
"Quello che però vorremmo sapere - sbotta un piddino della Campania - è dove prendono i soldi tutte queste associazioni, fondazioni e consorterie varie. Come si paga, ad esempio, una sede nazionale nella centralissima via Del Tritone a Roma (quella di Trecentosessanta e Vedrò, ndr)? E in che modo si finanzia una "Christmas Dinner Conference", come ha fatto nel dicembre scorso l'onorevole Vaccaro, per conto della sezione avellinese di Tracentosessanta, con la partecipazione di personaggi quali il numero due Unicredit Giuseppe Scognamiglio?".
Analoghi interrogativi circondano le finanze di Arel, Agenzia di Ricerche e Legislazione che vede Enrico Letta nei panni di direttore generale, nonché al comando dell'omonima rivista. Decine e decine i convegni e seminari organizzati dal 2002 ai nostri giorni (l'ultimo nel marzo scorso), senza contare le centinaia di pubblicazioni cartacee: oltre alla rivista, anche il periodico "Osservatorio Comunicazioni" cui collabora, tra l'altro, il già ricordato professor Giulio Napolitano.
Di ben altro spessore Vedrò, perché nel suo pensatoio c'erano già due ministri del nuovo governo, entrambi del centrodestra: la beneventana Nunzia De Girolamo, oggi titolare dell'Agricoltura, e Maurizio Lupi, andato alle Infrastrutture. "Un altro governicchio ante litteram, Vedrò - commentano in ambienti politici romani - una delle cerchie in cui i destini degli italiani sembrano già decisi a priori, sulla base di logiche interne, private e riservatissime".
Nemmeno il tempo di giurare nelle mani di Napolitano, che la De Girolamo si è trovata la tegola del conflitto d'interessi rivelato dal Fatto Quotidiano: dovrà vigilare, in quanto ministro dell'Agricoltura, sul Consorzio Agrario Beneventano diretto da suo padre Nicola. In liquidazione coatta dal 1964, il Consorzio è ora sotto la sorveglianza dei ministeri dello Sviluppo e delle Politiche Agricole.
Il conflitto però, ammesso che ci sia, potrebbe riguardare un aspetto ben diverso della famiglia De Girolamo. Tanto per cominciare, infatti, nel cda del Consorzio guidato da papà Nicola sedeva, fino a qualche anno fa, il personaggio chiave dell'inchiesta sulla P3, Pasqualino Lombardi. Una vecchia e solida amicizia, quella tra le due famiglie. Tanto che Francesca De Girolamo, sorella del neoministro Nunzia, lavora all'Istituto Vendite Giudiziarie, sempre nel Sannio, insieme a Gianfranco Lombardi, figlio di Pasqualino. Dulcis in fundo, consulente dell'IVG è Sergio Clemente, genero dell'avvocato Pasquale Viscione, quest'ultimo finito a sua volta nell'occhio del ciclone proprio per le indagini sulla cricca paramassonica con epicentro a Benevento.

Paramassoni agli ordini
Chi di paramassonerie - stavolta assai più altolocate - se ne intende è il massone ribelle Gioele Magaldi, fondatore del Grande Oriente Democratico Italiano, che in un articolo del 24 aprile scorso definisce Enrico Letta "un para-massone diligente, mediocre, subalterno e servizievole, all'Obbedienza dei circuiti massonici sovranazionali più reazionari e antidemocratici". Nello stesso post, in cui rivela aspetti inediti della nuova premiership, Magaldi annuncia l'anteprima web del suo libro "di imminente uscita con Chiarelettere" dal titolo "Massoni. Società a responsabilità illimitata. Il back-office del potere come non è stato mai raccontato". Edizione presumibilmente aggiornata, riveduta e corretta del volume che, a quanto ci risulta, doveva uscire proprio per Chiarelettere nel 2011 ma non è mai andato in stampa, benché ne circolasse perfino la copertina. Da noi interpellata sulla nuova versione, la redazione della casa editrice milanese oggi non conferma e non smentisce.
L'analisi di Magaldi sul nuovo esecutivo ruota intorno al concetto di para-massoneria, vale a dire le vaste cerchie di coloro che, proprio in quanto non affiliati ufficialmente alle Logge, possono favorirne le volontà in forme collaterali e riservate. è quello che Magaldi definisce "fenomeno secolare dell'associazionismo para-massonico", il fatto cioè che "da sempre i Massoni preferiscono operare incisivamente sulla "società profana" tramite società para-massoniche". E lo fanno prescegliendo le persone giuste come - secondo Magaldi - il giovane Letta, che a poco più di quarant'anni fa il suo ingresso in Trilateral, o viene convocato tra i Bilderberg, in virtù del fatto che "è stato da anni prescelto come uno dei più promettenti allievi para-massoni per l'Italia, da parte di coloro che fanno "girare la ruota" in Europa, in Occidente e nel mondo". Nè può essere solo un caso se alla guida dell'Italia si succedano due protagonisti di quelle èlites sovranazionali, come Mario Monti ed Enrico Letta.
Scelte determinate, per Magaldi, da "coloro che stanno stuprando il diritto ad un presente e ad un futuro dignitoso di intere generazioni di greci, spagnoli, portoghesi, irlandesi, italiani, francesi; coloro che in Grecia hanno istituito un mattatoio sociale a cielo aperto; che in Spagna stanno smantellando ad una ad una le più normali conquiste del welfare; che in Francia hanno stoppato le potenzialità riformatrici infra-europee della presidenza Hollande con un mix di corruttive blandizie e minacce anche personali". Gli stessi "che in Italia, dopo lo sciagurato governo Monti, hanno proposto il governo del para-massone filo-montiano Enrico Letta".
"D'altronde - chiosa Magaldi - Letta junior era ed è il più "montiano" del Pd, colui che più di ogni altro ha preteso un totale asservimento dei parlamentari piddini alle nefaste pretese del governo Monti, come l'approvazione del Pareggio di Bilancio costituzionale e come l'approvazione del famigerato Fiscal Compact". Quindi, come potrà ora Enrico Letta "mettere in discussione ciò che è stato approvato anche e soprattutto grazie ai suoi buoni servigi, resi ai fratelli reazionari che attualmente egemonizzano Fmi, Bce ed Unione Europea"?
 


22 maggio 2013