Voluta da Ciampi, il nuovo Vittorio Emanuele III
Parata nazionalista e imperialista
Le bugie del capo dello Stato sui 9 mila militari italiani all'estero
Manganellate, fermi e denunce contro i contestatori

Il 2 giugno, in una Roma sotto stato d'assedio poliziesco e militare, anche come prova generale contro l'imminente manifestazione del 4 contro la visita di Bush, si è svolta ai Fori imperiali la provocatoria parata militare nazionalista e imperialista fortemente voluta da Ciampi.
Questo è il quinto anno da quando il nuovo Vittorio Emanuele III ha voluto a tutti i costi ripristinare questa odiosa esibizione muscolare militarista e patriottarda, ma mai si era raggiunto il livello di sfacciata esaltazione guerrafondaia e fascista di quest'anno.
C'era evidentemente, in più alle volte precedenti, da far digerire al Paese, con una sbornia patriottica, la missione militare imperialista italiana in Iraq, che sta partecipando all'occupazione di quel Paese a fianco degli aggressori anglo-americani e alla sanguinosa repressione della ribellione popolare in palese e sfacciata violazione dell'articolo 11 della Costituzione. E al tempo stesso si voleva provocare, intimidire e isolare i pacifisti e gli antimperialisti che si preparavano a raggiungere Roma per contestare l'Hitler della Casa Bianca, attraverso l'ostentazione della potenza militare e della pretesa "unità" nazionalista di tutto il Paese attorno al suo esercito imperialista e ai suoi militari all'estero, e mostrando ai manifestanti una città blindata, dal sottosuolo fino al cielo, con le forze repressive dello Stato pronte a stroncare con la forza qualunque contestazione. E c'era evidentemente anche l'intento di eclissare le vicine celebrazioni del 25 Aprile e 1° Maggio e il loro forte significato antifascista, antimilitarista e popolare, alle quali si vorrebbe sostituire il 2 giugno come "festa di tutti gli italiani".
Ed è questo il copione che è andato inesorabilmente in scena il 2 giugno. Ha dato il via lo stesso Vittorio Emanuele Ciampi il giorno prima, con un messaggio televisivo "agli italiani", in cui ha ripetutamente esaltato il ruolo dei nostri soldati all'estero, spacciandolo spudoratamente per una missione "di pace": "Abbiamo più di 9 mila uomini impegnati tra Kosovo, Iraq, Afghanistan, Albania e altre parti del mondo che sono portatori dei nostri valori di libertà, di sicurezza e di pace. A loro va la nostra gratitudine", ha detto l'inquilino del Quirinale invitando tutti a stringersi "attorno a loro ai Fori imperiali perché meritano la gratitudine degli italiani".
A questo appello a sostenere l'esercito imperialista e i suoi interventi all'estero è corrisposta, non a caso, come "piatto forte" della parata che ha visto un dispiegamento di uomini e mezzi senza precedenti, con 5.800 militari, 45 aerei (tra cui, in omaggio all'Europa imperialista, i recentissimi "eurofighter"), 39 elicotteri, 93 mezzi speciali,135 auto, 110 moto e 252 cavalli, l'esibizione dei mostruosi carri armati "ariete" e blindati "dardo" in partenza per Nassiriya e dei corpi scelti che operano in Iraq (lagunari, Folgore, brigata Sassari, ecc.), cosiccome l'ostentazione delle più moderne tecnologie belliche tipiche delle guerre coloniali e di conquista. E questo a dimostrazione tangibile che il nostro esercito non è più un esercito di "difesa", come stabilisce la Costituzione, ma è ormai in tutto e per tutto un esercito professionale interventista, costruito e organizzato per portare la guerra fuori dei confini nazionali.
Particolarmente odiosa è stata la scelta, per il secondo anno consecutivo, cosa che è stata fortemente criticata dalla Caritas e dagli obiettori di coscienza, di far sfilare in mezzo a quest'orgia di nazionalismo e di retorica guerrafondaia anche delle volontarie del servizio civile. Altrettanto odiosa è stata la decisione del neopodestà di Roma, il rinnegato Veltroni, di far sfilare 18 motociclisti della polizia municipale capitolina.
Sul palco delle autorità Vittorio Emanuele Ciampi era naturalmente attorniato dai rappresentanti delle istituzioni e del governo, con in testa il neoduce Berlusconi (contestato e fischiato da una parte del pubblico nonostante la rigidissima selezione) e il caporione fascista Fini. Ma anche la "sinistra" del regime neofascista ha voluto essere presente, con Fassino, Rutelli, Parisi, Bordon, Bianco, Veltroni e Gasbarra, a reggere il sacco alla sporca operazione militarista e fascista del nuovo Vittorio Emanuele III. La palma di più zelante tra loro se l'è aggiudicata senz'altro il segretario della Quercia, che non ha voluto essere da meno di Ciampi nel mentire spudoratamente sul ruolo di "pace" delle nostre truppe all'estero: "Il sostegno ai militari italiani - ha dichiarato infatti Fassino - impegnati in diversi teatri di crisi nello scenario internazionale, è fuori discussione. Non c'è dubbio che la solidarietà alle nostre Forze armate viene da tutte le forze politiche. Tutti dobbiamo essere vicini ai nostri soldati, che sono impegnati nelle diverse missioni, perché le valutazioni politiche difformi non possono far venir meno la solidarietà nel sostenere le Forze armate, ovunque operino".
Il carattere marcatamente militarista e fascista di questa celebrazione è stato sottolineato anche dall'impunità con cui i fascisti di AN e di Azione giovani hanno potuto distribuire indisturbati volantini e centinaia di tricolori, invitando anche a firmare per l'assegnazione della medaglia al valor civile al mercenario Quattrocchi.
Ben diverso trattamento, invece, hanno ricevuto i manifestanti pacifisti e antimilitaristi che hanno cercato di contestare con varie iniziative l'orgia patriottarda e guerrafondaia, sia a Roma che in altre città d'Italia. Nella capitale diverse decine di ragazze e ragazzi sono stati fermati e portati in questura per l'identificazione. Ci sono state anche delle cariche ed è stato perfino impedito di far alzare uno striscione sostenuto da palloncini con il risibile pretesto che avrebbe potuto causare rischi agli aerei e agli elicotteri militari in volo. Un gravissimo episodio è avvenuto inoltre in piazza Venezia, dove agenti in borghese della Digos hanno impedito le riprese degli interventi della polizia contro i contestatori ad un operatore de La7, sequestrandogli con la forza anche la cassetta con la registrazione. A Bologna la polizia si è scagliata contro un corteo di manifestanti, pestandoli anche a terra e mandandone tre al pronto soccorso. Anche a Milano, dove c'è stata una manifestazione con 5.000 partecipanti, la polizia è intervenuta contro alcuni contestatori durante l'alzabandiera in piazza Duomo, fermandone e identificandone una decina.