Parisi amplia il poligono militare al centro della Sardegna
Il poligono diventerà anche base d'appoggio per missioni di guerra
Ormai solo in malafede si può negare che il governo di "centro-sinistra" del democristiano Prodi non sta proseguendo nella sostanza la stessa politica estera e militare nazionalista, interventista e imperialista del governo Berlusconi. Al lungo elenco che va dall'intervento nel Libano, alla riconferma della missione di guerra in Afghanistan, dall'aumento delle spese militari, al consenso all'imperialismo Usa per raddoppiare la base di Vicenza, va aggiunta anche la questione delle basi e i grandi poligoni militari di stanza in Sardegna. E in particolare il poligono di Salto di Quirra, già oggi il più grande d'Europa, che il governo ha deciso di ingrandire e potenziare trasformandolo in una retrovia per missioni di guerra.
Da un dossier reso noto dalle associazioni che si battono per la chiusura di Quirra sono emersi per la prima volta i progetti di potenziamento della base già decisi dal ministero della Difesa: Quirra diventerà un grande poligono aerospaziale da rendere disponibile alle industrie di armi di tutto il mondo. "Un disegno - secondo le parole del sottosegretario alla Difesa Emilio Casula (della Rosa nel pugno) - che farà della Sardegna un centro d'eccellenza tecnologica di prim'ordine, capace di attrarre investimenti e lavoro altamente qualificato da tutto il globo". Il potenziamento prevede la sperimentazione di aerei senza pilota e di sistemi d'arma a guida laser, nonché test di prova sui motori per le nuove generazioni di veicoli aerospaziali recuperabili, gli space-shuttle. Ma del piano fa parte anche la costruzione di un aeroporto e la costruzione di una "striscia tattica", ossia di un'area limitata della base da utilizzare come appoggio per missioni di guerra operative. Un fatto gravissimo che andrebbe ben oltre le finalità puramente addestrative e di sperimentazione di sistemi d'arma e modificherebbe la natura avuta sino ad ora dalla base di Quirra.
Le associazioni in lotta denunciano che "è in corso un braccio di ferro tra Regione Sardegna e governo. La Difesa non solo vuole mantenere attivi e disponibili tutti i grandi poligoni e l'aeroporto di Decimonannu; punta anche ad ingrandire e a potenziare Quirra. La Regione prova a barattare il potenziamento di Quirra con la graduale dismissione delle basi di Capo Frasca e di Teulada".
Ma al momento, mentre a Quirra sono già partiti i lavori di potenziamento, il governo ha già risposto picche. Infatti il ministro Parisi il 17 luglio ha dichiarato con arroganza che i poligoni militari di Capo Teulada e Salto di Quirra, in Sardegna, non verranno dismessi, perché si tratta di "strutture indispensabili" alla Difesa. E non verrà lasciato neanche il deposito di armi della Marina a Guardia del Moro nell'isola di Santo Stefano (nell'arcipelago della Maddalena), anche se "c'è legittima e comprensibile opposizione" da parte della Regione. Punto.
Insomma, al governo Prodi non importa un fico secco delle proteste delle masse popolari sarde, e pur di tirare dritto per la sua strada non è disposto neppure a dare "il contentino" chiesto dal governatore regionale Renato Soru in cambio della sua supina arrendevolezza sui progetti del governo su Quirra.
"Gli interessi che gravitano intorno a Quirra sono giganteschi - denuncia il dossier delle associazioni -. Coi suoi 11.600 ettari la base è attrezzata per le prove sui sistemi d'arma più moderni, sofisticati e letali. Viene massicciamente utilizzata sia dai governi (per il 56%) sia dall'industria militare privata (per il 44%). Una micidiale combinazione militare-industriale che non ha certo problemi a sopportare il costo di 50 mila euro l'ora per l'affitto delle strutture della base". "Tutto questo - prosegue il documento - comporta conseguenze sanitarie (tumori e malformazioni) ed economiche (espropri, povertà, emigrazione) pesantissime per le popolazioni che vivono in quell'area e anche per i militari che ci lavorano".
Sono infatti anni che i cittadini di Quirra e Perdasdefogu denuniciano casi anomali di tumori e malformazioni anche negli animali. Malattie che vengono attribuite alle numerose esercitazioni militari e al sospetto utilizzo di proiettili con uranio impoverito nei poligoni. Accuse sempre smentite dai vertici militari e dal ministero della Difesa ma che invece trovano riscontro nel fatto che le patologie tumorali a Quirra sono le stesse della cosiddetta sindrome dei Balcani.
"Portare in Sardegna - conclude il dossier citato - attività strategiche importantissime come la realizzazione dei motori degli shuttle o i test di armi innovative di punta farà della regione sempre di più un territorio asservito ai giganteschi interessi legati all'industria mondiale delle armi e una fondamentale retrovia per tutte le guerre future".

26 settembre 2007