Per sconfiggere il boicottaggio del governo e dei mass-media e raggiungere il quorum
Partecipiamo attivamente alla campagna referendaria contro la privatizzazione dell'acqua
Tutti in piazza il 26 marzo a Roma!

Indissolubilmente intrecciate con le mobilitazioni per ottenere le tanto agognate dimissioni del governo Berlusconi, in tantissime piazze d'Italia, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, vanno dispiegandosi le mobilitazioni dei Comitati contro la privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni.
Un grande sforzo organizzativo, sostenuto da migliaia di volontari, che hanno dato vita in queste settimane a banchini, volantinaggi a tappeto e a tantissime assemblee, iniziative artistiche e sit-in, che hanno tutte lo scopo di sensibilizzare e informare l'opinione pubblica sulla scadenza referendaria, come è il caso dell'occupazione per una settimana dello spazio antistante l'ingresso del teatro Ariston di Sanremo.
Infatti, mentre si attendono le motivazioni della consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, forte di "oltre 1 milione e quattrocentomila uomini e donne che hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e il profitto dall'acqua" la battaglia ora si concentra sul raggiungimento del quorum (50% più uno degli aventi diritto al voto), necessario a dare validità ai risultati dei due referendum approvati dalla Corte costituzionale il 12 gennaio scorso. Un obiettivo che non va dato per scontato visto il sabotaggio dei partiti parlamentari, compreso il PD di Bersani, e il prevedibile black out dei mass-media del regime neofascista.
Coscienti di questi pericoli, "per garantire una più vasta partecipazione, e una più incisiva visibilità mediatica", gli organizzatori hanno chiesto con forza al ministro dell'Interno, il fascio-leghista Roberto Maroni, "che i referendum siano accorpati alle elezioni amministrative del 2011" nonché, rivendicazione altrettanto importante, che "prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione in atto". A questo proposito hanno anche scritto al presidente della Repubblica Napolitano che come al solito se ne è lavato le mani, affermando, con una lettera firmata da un suo collaboratore, che l'accorpamento non è una regola ma "un'eccezione" che comunque non dipende da lui. Un chiaro via libera al ministro Maroni che ha subito rilasciato un comunicato in cui si dichiara propenso a fissare i referendum per domenica 12 giugno, ossia l'ultima data utile prevista dalla legge. Una scelta definita "irricevibile", "un inutile spreco di risorse pubbliche" dal "Forum italiano dei Movimenti per l'acqua" e dal "Comitato referendario '2 sì per l'acqua bene comune'" che hanno quindi indetto una grande manifestazione nazionale a Roma per sabato 26 marzo con la seguente parola d'ordine. "Vota sì ai referendum per l'acqua bene comune", sottotitolo: "Sì per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia".
Sul sito www.acquabenecomune.org è possibile informarsi su come sostenere la campagna: "Non farti portare via l'acqua". "Abbiamo scelto di autofinanziarci. Lo abbiamo fatto per rendere autonomo economicamente il nostro movimento, per affrontare al meglio il referendum e per poter sostenere la campagna referendaria". Le forme di autofinanziamento, oltre a quelle realizzate con i banchini nelle piazze sono: "una donazione dai 5 euro in su o una sottoscrizione da 50 euro in su che sarà poi restituita una volta raggiunto il quorum".

23 febbraio 2011