Lo Stato li rimborserà con i soldi dei contribuenti
I principali partiti del regime hanno stanziato 80 milioni per le spese elettorali
Il PD ha programmato 15-18 milioni; il PDL, 20-30 milioni; Sinistra arcobaleno, 8 milioni
Dopo le elezioni le cosche parlamentari si spartiranno 725 milioni nei prossimi 5 anni più i rimborsi delle europee 2004 e amministrative 2005
In vista delle prossime elezioni politiche tutte le cosche parlamentari, sia della destra che della "sinistra" del regime neofascista, si stanno attrezzando al meglio per turlupinare gli elettori.
Secondo le prime stime, nel corso dei prossimi 30 giorni, le cinque formazioni principali in lizza in questa competizione (Pdl, Pd, Lega, Sinistra arcobaleno e Udc) spenderanno oltre 80 milioni di euro per la propaganda elettorale nel tentativo di convincere quanti più elettori possibile ad andare a votare.
Il budget più alto è quello stanziato dal Popolo della libertà del neoduce Berlusconi che ha messo in conto dai 20 ai 30 milioni. Oltre a manifesti e inserzioni, una buona fetta è destinata ai gazebo già installati in diverse città.
Il PD di Veltroni invece ha stanziato una somma compresa tra i 15 e i 18 milioni. Quattro di questi se ne andranno per confezionare manifesti, il resto verrà utilizzato per inserzioni sui giornali e manifestazioni locali. Il Pd punterà molto anche sui pranzi a inviti con quota di partecipazione fissata a mille euro. Si pescherà anche nelle tasche dei candidati: ognuno dovrà metterci tra i 40 e i 60mila euro.
Segue l'Udc, che conferma lo stesso stanziamento di due anni fa di circa 16 milioni. Mentre la Sinistra arcobaleno ne mette a bilancio otto di cui due destinati ad appuntamenti locali e i restanti sei per propaganda vera. Poi La Destra di Storace con 5 milioni, la Lega Nord 2,5 milioni e i socialisti di Boselli con un milione.
In realtà, più che di uno stanziamento, si tratta di uno scandaloso furto ai danni di tutto il popolo, che comincerà a dare i suoi frutti non appena il nuovo parlamento si sarà insediato. Infatti grazie alla solita leggina (la n.51/2006, art. 39-quaterdecies, comma 2, lettera a) proposta nel 2006 dal governo Berlusconi ma approvata all'unanimità da tutte le cosche parlamentari e condivisa dal governo Prodi, tutti i partiti che prendono parte alla competizione elettorale, ivi compresi quelli che, pur non eleggendo nessun rappresentante né alla Camera (dove la soglia di sbarramento è al 4%) né al Senato (sbarramento all'8%), ma riescono a superare l'1% delle preferenze, circa 400 mila voti su base nazionale, prenderanno parte al banchetto e si spartiranno un lauto rimborso spese di ben 425 milioni di euro in cinque rate annuali di cui la prima, pari al 40% del totale, sarà intascata entro il primo anno di legislatura. Non solo. Tutti i partiti continueranno a incassare contemporaneamente anche il rimborso delle spese elettorali dell'ultima campagna anche se la XV legislatura è finita anzitempo. Si tratta di altri 300 milioni di euro che, sommati ai 425 di questa tornata, porta il totale nei prossimi 5 anni a oltre 725 milioni di euro rubati al popolo per la gioia dei tesorieri di tutte le cosche parlamentari.
Più precisamente si tratta di 49.964.574,57 euro all'anno per ogni Camera da dividere fra tutti i partiti. Ciò significa un euro all'anno per ogni voto alla Camera e un euro per il Senato, per ogni iscritto nelle liste elettorali, anche se non vota, un costo di 10 euro a legislatura che, grazie ai rimborsi arretrati contemplati dalla nuova legge sale a 16 euro.
A tutto ciò vanno ancora aggiunti i rimborsi che i partiti del palazzo continuano a riscuotere annualmente per le Europee del 2005 e le Amministrative del 2005.
Fino al 2006 il rimborso era interrotto se si andava al voto anticipato. Ora invece le cosche parlamentari, dopo aver calpestato per ben tre volte la volontà degli elettori che a stragrande maggioranza nei referendum popolari del '78 '93 e 2000 avevano votato a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, con la "legge" e con l'inganno si riprendono il "mal tolto" più gli interessi.

26 marzo 2008