Un passo falso della FIOM: portare in fabbrica la Marchionne del governo Monti
Cronaca compiacente del "manifesto" trotzkista

No, non è stata una buona idea l'invito della FIOM alla Marchionne del governo Monti, il ministro del welfare, Elsa Fornero, a partecipare all'assemblea dei lavoratori dell'Alenia di Caselle (Torino) per discutere della sua "riforma" del "mercato del lavoro" il 23 aprile scorso. Anzi, per dirla tutta, è stato un errore! Perché offrire una platea di oltre 1.000 lavoratori proprio a colei che con una durezza e un'arroganza sconosciute in passato in tempi rapidissimi ha imposto prima la "riforma" delle pensioni, la peggiore che si ricordi, creando tra l'altro il problema degli "esodati" (di cui 750 nella stessa Alenia) e poi la controriforma liberista del lavoro che comporta la cancellazione dell'art. 18 e lo smantellamento degli "ammortizzatori sociali"? Colei che ha preso in giro e messo ai margini i sindacati? Che benefici si pensava di trarre da questo incontro?
È andata come doveva andare. La professoressa Fornero, protetta dai carabinieri, ha spiegato, nei venti minuti che gli erano stati concessi, quasi una relazione introduttiva, i contenuti della "riforma" e le ragioni del governo assunte "per il bene dell'Italia e dei giovani", i lavoratori le hanno risposto per le rime, specie sul tema dell'art. 18 e dei licenziamenti facili, sulla necessità di dare copertura previdenziale a tutti gli "esodati" e sulla crisi finanziaria che viene scaricata esclusivamente su lavoratori e pensionati. Insomma ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Ma non è stato un pari, per usare un termine sportivo: i lavoratori non ci hanno guadagnato nulla di nulla; la Fornero il suo tornaconto lo ha ottenuto eccome. Invece di essere contestata sonoramente, come avrebbe meritato, e come lo è stata in precedenza in piazza a Torino, si è guadagnata persino un applauso sia pure di cortesia; i media di regime si sono sbizzarriti per definire la scelta della Fornero coraggiosa, un esempio da seguire nel rapporto tra governanti e governati.
Non si comprende davvero come la FIOM può dirsi soddisfatta dell'esito dell'incontro. Tenuto conto che alla Marchionne del governo Monti, è stata offerta, su un piatto d'argento la possibilità di imbastire un'operazione propagandistica senza spendere nulla, politicamente parlando. Una opportunità questa che, giustamente, non era toccata ai precedenti ministri del Lavoro, Maroni e Sacconi, promotori della legge 30 per precarizzare il lavoro e dell'art. 8 della manovra economica del 2010 del governo Berlusconi che inseriva le deroghe nei contratti nazionali di lavoro.
Tra i quotidiani che ci hanno ricamato sopra, merita di essere citata la cronaca compiacente del "manifesto" trotzkista. Che parla di applauso alla Fornero come "riconoscimento alla tempra di un avversario duro che non è venuto a cercare consensi". Di "civile incazzatura che non ha mai travalicato i confini della cortesia". Di "coraggio di venire a sentirsele dire". Di presenza della UIL "l'unica sigla che ha avuto il fiuto di accodarsi all'iniziativa, invece di maledirla da lontano". Quanta magnanimità! Circa l'andamento dell'assemblea con la Fornero... tarallucci e vino.

9 maggio 2012