Patto di ferro Monti-Hollande per realizzare la Torino-Lione
Gas urticante sui NoTav e NoTgv

Il vertice Italia-Francia che si è tenuto a Lione il 3 dicembre ha sancito il patto di ferro tra il presidente del consiglio italiano Mario Monti e il presidente francese Francois Hollande per realizzare la linea veloce Torino-Lione per le merci, la cosiddetta Tav. In una nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del vertice si afferma che la Tav si farà perché "costituisce un'infrastruttura prioritaria non solo per la Francia e l'Italia ma anche per l'Unione Europea", è "una grande infrastruttura europea" ha ribadito il presidente francese in conferenza stampa concorde con Monti che ha spiegato che dietro il progetto "ci sono molte cose in gioco: non solo il trasporto ma anche un'idea d'Europa". Addirittura!.
Nelle intenzioni dei due protagonisti l'accordo politico raggiunto rappresenterebbe un "punto di non ritorno" sulla realizzazione della Torino-Lione, un modo per forzare la mano ai rispettivi parlamenti che lo dovranno ratificare.
Il tema specifico del collegamento ferroviario Torino-Lione è stato affrontato nell'incontro a latere dei ministri dei Trasporti italiano, Corrado Passera, e francese, Frédéric Cuvillier che hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si conferma che il progetto sarà realizzato "nelle tempistiche previste". "È stato confermato tutto - ha spiegato Passera - i due paesi si sono detti al massimo livello che viene confermato il loro impegno per la realizzazione dell'opera; che viene confermato l'orizzonte 2013-2023 (il tempo necessario per la costruzione, ndr); che l'impegno di 8,2 miliardi sarà diviso e sarà condivisa la richiesta all'Europa di contribuire per il 40% agli investimenti". L'Unione europea metterà 3,2 miliardi di euro, l'Italia spenderà 2,9 miliardi e la Francia 2,2 miliardi. Solo per iniziare, perché il costo dell'opera stimato dalla Corte dei Conti francese per il tunnel di base tra Italia e Francia è di 26 miliardi di euro. Per realizzare un collegamento veloce delle merci su una tratta dove il traffico è calato negli ultimi anni dai 10 ai 3,9 milioni di tonnellate di merci l'anno.
La furia trivellatrice e cementificatrice dei due governi non ha limiti, tanto che il vertice ha dato il via libera anche al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, in Val di Susa.
Al termine del vertice il ministro Passera ha sostenuto che "il lavoro fatto in questi anni con le amministrazioni locali ha dato risposta alle principali preoccupazioni della popolazione. Dal punto di vista dell'impatto ambientale abbatteremo di 600/700 mila tir all'anno il traffico nella valle". Mancava solo la richiesta di essere ringraziato.
Quello che ne pensano le popolazioni delle due parti del traforo ferroviario è noto, sono contrarie e lo hanno ribadito anche a Lione in occasione del vertice. O meglio, sono riuscite comunque a ribadirlo nonostante il tentativo della polizia francese di impedirlo.
Già l'1 dicembre un gruppo di NoTav della Val di Susa diretti a Lione per il forum Avant-sommet con i NoTgv francesi era stato fermato dalla polizia e rispedito in Italia. Nella mattina del 3 dicembre, oltre seicento manifestanti su 12 pullman partiti dalla valle sono stati fermati dalla polizia e dalla gendarmeria francese al traforo del Frejus, alla frontiera. "Siamo stati controllati - denunciavano - siamo rimasti lì per tre ore. Poi, siamo stati ancora fermati due volte, al casello autostradale di Saint-Quentin-Fallavier e in un'area di servizio, dove non ci hanno lasciato nemmeno andare in bagno. Scortati dalle forze dell'ordine francesi siamo finalmente arrivati a Lione alle 15, nella piazza antistante la vecchia stazione ferroviaria di Brotteaux", dove di erano radunati oltre 300 manifestanti NoTgv. Una piazza transennata da reti metalliche, circondata da poliziotti in assetto antisommossa, una prigione a cielo aperto che ha tenuto i dimostranti a un paio di chilometri dalla prefettura di Lione dove si svolgeva il vertice. Quando i manifestanti hanno provato a organizzare un corteo e si sono spinti fino alle reti percuotendole con i pugni la polizia ha risposto usando spray urticante.

12 dicembre 2012