Il governo del neoduce Berlusconi rinvia sine die il decreto rifiuti che avrebbe dovuto dare il via libera all'esportazione dell'immondizia
Patto scellerato tra PDL e Lega contro i napoletani
Destinata ad aggravarsi la catastrofe ambientale e sanitaria

Uno squallido e macabro balletto, è quello che è andato in scena il 20-21 luglio scorso nella aula della Camera. In discussione la conversione in legge del decreto rifiuti per l'emergenza Napoli. Rispetto alla prima versione, grazie ad alcune mozioni, era stato riformulato l'art.1 per autorizzare il trasporto della spazzatura fuori regione senza il preventivo nulla osta delle singole regioni, ma subito era scattato il boicottaggio e l'ostruzionismo dei secessionisti della Lega Nord per bloccare tutto. Il 20 luglio il rinvio in commissione era stato però bocciato dall'aula di Montecitorio, per l'intervento di un fronte trasversale di deputati campani. Sono cominciate così le "piroette" del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo: in un primo tempo aveva dato parere favorevole alla nuova versione del decreto, ma accerchiata dagli altri ministri alla fine si è astenuta. Alla ripresa dei lavori il relatore PDL Ghiglia ha quindi riproposto il rinvio che questa volta è stato approvato con il voto compatto della Lega e del PDL. Ciò significa probabilmente il suo definitivo abbandono, decadrà infatti il 30 agosto se non convertito prima dal parlamento che chiude per ferie fra 15 giorni. Si completava quindi la giravolta a 360° del ministro, che ha svelato a tutti il suo doppio gioco: "Il Consiglio di Stato solo il 6 dicembre si esprimerà sul merito della decisione del Tar. Mi auguro che in commissione, passata questa giornata politicamente inadatta a qualsiasi decisione definitiva, magari anche con maggiore serenità da parte della stessa opposizione, si possa valutare con tranquillità la strada più opportuna da seguire". Nulla di fatto, dunque, il governo se ne frega della catastrofe sanitaria e ambientale.
Numerosi parlamentari hanno parlato di "un patto scellerato e vergognoso sulla pelle dei napoletani fra Lega e PDL" ma nessuno ha spiegato precisamente di cosa si tratta.
Si tratta di una tattica che in termini militari si chiama "accerchiamento" o meglio "manovra a tenaglia". Far precipitare la situazione nel caos a Napoli in modo che la giunta di Napoli sia costretta a capitolare. "I napoletani se ne pentiranno" aveva detto il neoduce Berlusconi. Poi era venuto un lungo editoriale in prima serata di Minzolini, poi il coro martellante dei ministri, dei portavoce, delle seconde e delle terze linee, a cui hanno fatto subito eco quello del governatore regionale Caldoro (indagato per epidemia colposa) e dei 5 presidenti delle province campane di cui uno ben noto e in posizione istituzionale nevralgica indagato per concorso esterno in associazione camorristica. Messaggio in codice congiunto: a Napoli dovete lasciare stare la raccolta differenziata e lasciare campo libero alle multinazionali lombarde del cemento e dell'incenerimento, altrimenti blocchiamo e bruciamo la città.

27 luglio 2011