Battiamoci per l'assemblea generale delle studentesse e degli studenti

di Federico Picerni*
La rivendicazione dell'Assemblea generale delle studentesse e degli studenti è il cardine della proposta che il PMLI rivolge al movimento studentesco ed è parte integrante della parola d'ordine: Scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Essa si ispira alla straordinaria esperienza della Grande Rivolta del Sessantotto, quando gli studenti, ispirati dalla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria condotta da Mao in Cina, spontaneamente e a seguito di dure lotte, imposero le loro assemblee generali nelle scuole e negli atenei, sbarazzandosi delle organizzazioni studentesche riformiste allora esistenti (comprese quella del PCI revisionista), imbelli nei confronti della grande lotta anticapitalista che stava montando.
Per noi le assemblee generali devono sorgere in ogni scuola, facoltà e ateneo e devono essere le organizzazioni permanenti del movimento studentesco, fondate sulla democrazia diretta e sul diritto di revoca dei rappresentanti da esse eletti, alle quali va riconosciuto il compito di discutere ed elaborare gli indirizzi politici, programmatici e organizzativi, i metodi e le iniziative di lotta del movimento. Nell'assemblea generale devono trovare piena e libera espressione i collettivi e le varie organizzazioni studentesche, nonché i singoli studenti, in modo da poter essere il luogo dove confrontarsi e raggiungere la massima intesa possibile, ma alla fine le decisioni prese a maggioranza devono essere vincolanti per tutti.
Oltre ad essere i massimi organismi unitari degli studenti di ciascuna scuola o facoltà, le assemblee generali permettono loro di concorrere attivamente all'orientamento del movimento intero mettendo a confronto i propri documenti e piattaforme in assemblee regionali e nazionali.
Questo sarebbe il metodo ideale per spezzare le gambe a tendenze nocive come l'individualismo, il liderismo, l'opportunismo, il carrierismo, il frazionismo, perché eviterebbe la delega in bianco e garantirebbe la revocabilità dei dirigenti eletti democraticamente, favorendo il protagonismo delle masse studentesche tanto nelle lotte quanto nell'elaborazione. L'assemblea generale inoltre sarebbe in grado di assicurare al movimento compattezza e continuità, assestando un duro colpo alla ciclicità che lo caratterizza da tempo e che, di fatto, lo indebolisce e smorza la grande carica con cui gli studenti infiammano coraggiosamente le stagioni di lotta contro i provvedimenti antistudenteschi del governo e non solo.
In aggiunta a tutto ciò, pensiamo che le assemblee generali debbano assumere anche la funzione di contraltare degli attuali "organi collegiali" scolastici e universitari, in modo da costituire il punto di partenza per nuovi organi di governo con poteri vincolanti composti dai rappresentati degli studenti, come maggioranza, e del personale docente e non docente, come minoranza, tutti eletti dalle rispettive assemblee generali. È un obiettivo strategico, per il quale deve ancora maturare la coscienza politica necessaria, ma deve essere chiaro che senza questo tipo di governo, non si potrà mai garantire la scuola e l'università veramente come un servizio goduto dal popolo e al servizio del popolo.
Affinché la rivendicazione dell'assemblea generale possa mettere radici, essere discussa e fatta propria dalle larghe masse studentesche, ci vuole l'impegno da parte delle studentesse e degli studenti marxisti-leninisti, ma anche di tutti gli studenti che condividono questa proposta, a presentarla nelle dovute forme, affinché possano svilupparsi le condizioni per la sua effettiva realizzazione. Si tratta di "una questione, insieme a quella del governo della scuola e dell'università, che dobbiamo continuare a porre sia come Partito, sia come studentesse e studenti nell'ambito del lavoro di fronte unito, specie dove siamo più presenti e dove gli studenti marxisti-leninisti, militanti o simpatizzanti del Partito, godono di maggiore autorevolezza e influenza" ("I giovani e il lavoro del PMLI sul fronte giovanile e studentesco", Documento del CC del PMLI, 3 aprile 2011).
L'organizzazione del movimento studentesco, mediante le assemblee generali, si impone oggi più urgente che mai per controbattere le recenti controriforme scolastiche e universitarie, nonché l'accordo fra Confindustria e i rettori. Tutte misure che, con l'appoggio dell'UE imperialista, della Banca centrale europea e del governo Monti, che ne è emanazione diretta, subordinano anche legalmente la scuola e l'università alle esigenze economiche e formative della borghesia, puntano a sfornare i futuri quadri e i manovali del sistema capitalista in possesso delle nozioni che ad esso convengono, a depotenziare completamente la rappresentanza studentesca negli "organi collegiali" e a sloggiare i figli del popolo, specialmente dalle università.
Dove e quando le condizioni lo consentono, sarebbe bene provare a sperimentare l'assemblea generale, anche solo in una scuola o in una facoltà, per fornire all'intero movimento studentesco un preziosissimo esempio e per poterla poi generalizzare. In ogni caso sta alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti battersi dialetticamente affinché gli organismi di massa di cui fanno parte, o che egemonizzano, mettano la conquista dell'assemblea generale al centro delle proprie rivendicazioni.

*Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI

30 novembre 2011