Per diventare leader studenteschi, le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti devono studiare e applicare le sette indicazioni di Scuderi per il lavoro studentesco

di Federico Picerni*
Le sette indicazioni per il lavoro studentesco, elaborate dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, nel febbraio del 1990, durante la rivolta della "Pantera" che infiammò le università italiane contro la "riforma" Ruberti (che apriva le porte alla devastante "autonomia universitaria"), costituiscono una bussola fondamentale grazie alla quale possiamo muoverci nella giusta direzione e con gli opportuni metodi strategici e tattici nella nostra attività fra gli studenti.
Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti devono servirsi delle sette indicazioni nell'assolvimento del loro importante compito di diventare leader studenteschi. Quanto più riusciranno a far proprie e applicare le indicazioni di Scuderi, tanto maggiore sarà il successo del lavoro del Partito nel nevralgico fronte studentesco.

Assumere una posizione d'avanguardia nel movimento studentesco
La prima indicazione già illustra il compito fondamentale degli studenti marxisti-leninisti: "Assumere nel movimento studentesco una posizione di punta, di avanguardia, facendo però ben attenzione a non sopravanzare di molto la coscienza media delle masse studentesche con cui operiamo". Conquistare questa posizione è essenziale se vogliamo trasmettere la linea scolastica e universitaria del PMLI al movimento studentesco e portarlo così gradualmente sui binari della lotta contro il capitalismo, per il socialismo. Solo venendo riconosciuti dalla base studentesca come elementi d'avanguardia, tanto negli aspetti teorici e politici quanto in quelli pratici e organizzativi, gli studenti marxisti-leninisti potranno strappare l'egemonia dalle mani del riformismo, dello spontaneismo e del movimentismo.
Affinché ciò possa avvenire, gli studenti marxisti-leninisti devono essere adeguatamente preparati sulla linea scolastica e universitaria del PMLI (sintetizzati nel Documento del CC "I giovani e il lavoro del PMLI sul fronte giovanile e studentesco" e negli articoli del Responsabile nazionale giovani e de Il Bolscevico), sulla situazione generale del movimento studentesco, sui provvedimenti governativi e sulle condizioni concrete della propria scuola o facoltà, nonché fare uso degli opportuni metodi tattici e dialettici all'interno di una politica di fronte unito, in quanto solo se stiamo fra le masse studentesche, indipendentemente da chi le dirige al momento, possiamo avere un confronto serrato con loro e affermarci fra loro. In questo confronto dobbiamo confutare dialetticamente e con argomentazioni convincenti, che partano dall'esperienza e dalle condizioni materiali, le parole d'ordine e le posizioni che riteniamo sbagliate o fuorvianti per il movimento.
Non dobbiamo però pretendere che le nostre parole d'ordine e piattaforme vengano accettate dal movimento nazionale e locale da un giorno all'altro. Ciò dipende dalla meticolosità e dalla costanza del lavoro degli studenti marxisti-leninisti. Intanto, nell'ambito della politica di fronte unito, noi possiamo anche utilizzare parole d'ordine non nostre, magari elaborate dai collettivi, purché non siano contrarie alla nostra linea e servano al nostro scopo.
Mai tralasciare lo studio della situazione e dei problemi attuali della propria scuola o facoltà, perché senza conoscerli, senza sapere quali sono le questioni più sentite dagli studenti con i quali si è più direttamente a contatto, e senza elaborare le giuste rivendicazioni per risolverle, è impossibile farsi riconoscere come punti di riferimento affidabili.

Legare la strategia alla tattica adeguata
Particolare attenzione va dedicata alla questione della tattica da impiegare, poiché è principalmente da essa che dipende il successo della nostra attività di persuasione. Ecco come questa questione viene trattata dal compagno Scuderi nella seconda indicazione: "Avere chiara in mente la strategia e la linea universitaria del Partito e adottare le tattiche adeguate per farle comprendere e accettare dalle masse studentesche in lotta. La strategia e la linea costituiscono la mèta, la tattica il percorso per raggiungerla. Se sbagliamo metodi, mezzi, proposte e linguaggio la mèta non si raggiungerà mai. In altri termini ciò significa che occorre dipanare il nostro discorso gradualmente, per assaggi senza scoprire subito le carte, in modo da saggiare il terreno, valutare le reazioni delle masse e delle varie forze politiche e via via aggiustare il tiro, sulla base degli umori, della volontà e delle esigenze delle masse, e al contempo delle sviluppo delle contraddizioni col nemico, in questo caso la controriforma Ruberti (oggi direbbe la politica di tagli, aziendalizzazione e privatizzazione di Monti e Profumo) e il governo, e all'interno del movimento studentesco. Noi siamo convinti che la linea politica del Partito è quella vincente, ma non possiamo imporla alle masse, è nostro compito agire con grande abilità tattica per farla accettare a loro".
Agire con la giusta tattica significa modulare il nostro discorso in base alla situazione concreta nella quale ci troviamo ad operare, senza però rinunciare ad esprimere una posizione avanzata, in modo che gli studenti possano maturare la loro coscienza politica permettendoci di alzare via via il tiro. Significa saper spiegare e argomentare la nostra linea legandola ai problemi reali degli studenti con cui siamo a contatto. Un atteggiamento meccanico, che non tenesse conto della coscienza delle masse, ci renderebbe incomprensibili e finirebbe per isolarci. Allo stesso tempo non esprimere comunque una posizione d'avanguardia, sempre adattata al livello medio di coscienza del contesto in cui operiamo, ci metterebbe alla coda del movimento e non torcerebbe un capello all'egemonia riformista e spontaneista.
Come continua Scuderi: "Così come bisogna stare attenti a non cadere nel codismo e nell'opportunismo di destra, dobbiamo altrettanto vigilare a non cadere nell'"ultrasinistrismo', nelle fughe in avanti, non tenendo conto della realtà che ci sta di fronte. Bisogna sempre stare attenti a non offrire il fianco alla destra revisionista e agli opportunisti di 'sinistra', ma agire per creare una situazione da attirare sulle posizioni marxiste-leniniste, convenientemente esposte, la sinistra della destra revisionista e la destra degli 'ultrasinistri', legando e rappresentando le masse studentesche in lotta sulle posizioni più avanzate possibili. Bisogna praticare la massima attenzione alla tattica per evitare di bruciare le carte che abbiamo in mano e bruciarsi assieme ad esse. In sintesi, dobbiamo legare al particolare la nostra parola d'ordine" scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Non dobbiamo stancarci di propagandare e proporre questa parola d'ordine, che costituisce la sintesi più efficace della nostra linea scolastica e universitaria, ma per farla capire, apprezzare e quindi passare è necessario sforzarsi di argomentarla e legarla ai fatti concreti.

L'azione pratica
Appurato che bisogna porsi all'avanguardia, conoscere bene la linea del Partito e la realtà concreta e legare la strategia alla tattica, occorre concretizzare queste indicazioni, cioè passare all'azione, alla pratica. Per poter essere mirata, non improvvisata, forte dell'esperienza maturata dall'intero Partito e conforme alle caratteristiche proprie del lavoro di massa, evitando di bruciare le tappe, l'azione deve conformarsi, come ricorda la terza indicazione, "ai 4 obiettivi strategici del lavoro di massa, ai 4 insegnamenti della lotta delle masse e alle 3 fasi che precedono l'azione". Vale la pena di rinfrescarci la memoria sulle tre fasi che precedono l'azione: 1a Fase: conoscenza della situazione, del rilievo dei dati e dell'individuazione della contraddizione principale. 2a Fase: elaborazione della linea, delle parole d'ordine, della tattica e delle rivendicazioni. 3a Fase: stesura dell'intervento (scritto, orale, giornalistico).
Gli studenti marxisti-leninisti non devono perdere occasione per farsi gradualmente notare e apprezzare per la loro combattività e le loro proposte. Solo così è possibile guadagnarsi una base di massa, essenziale se vogliamo conquistare e mantenere l'egemonia politica e organizzativa. Tuttavia non riusciremo a crearci una tale base se non faremo vivere la linea del Partito, calandola nella nostra realtà concreta, con la giusta tattica e con proposte azzeccate rispondenti ai problemi reali degli studenti, in particolare quelli al momento più sentiti. Ci vengono in aiuto la quarta indicazione: "Stare in prima linea nelle manifestazioni di piazza, nelle prime file delle assemblee generali e prendere la parola ogni volta che lo riteniamo necessario durante le assemblee e le commissioni di lavoro"; e la quinta indicazione: "Non staccarci mai dalle masse studentesche e operare intelligentemente per non farsi emarginare dai vari leader spontanei o dei raggruppamenti politici".
I marxisti-leninisti non devono considerare la base di massa come un serbatoio dal quale attingere soltanto per le manifestazioni, né tanto meno un piedistallo grazie al quale mettersi in vista, ma come una forza cosciente da responsabilizzare e quindi coinvolgere anche nelle battaglie di linea, perché solo così possiamo far trionfare le posizioni giuste e ottenere un rapporto di forze più favorevole. Più è ampia la nostra base, più possiamo ottenere nelle battaglie di linea, nei dibattiti, nelle trattative, nei compromessi con le altre forze studentesche riformiste e piccolo-borghesi.
Da soli però possiamo fare ben poco. Ecco perché la sesta indicazione invita a: "Stringere i rapporti con le studentesse e gli studenti più avanzati e combattivi e cercare di formare con essi l'avanguardia di sinistra che unisca e trascini tutto il resto delle masse studentesche in lotta". Questa unità va realizzata anche con chi non condivide del tutto la nostra piattaforma, l'importante è riuscire a spostare il movimento studentesco su posizioni sempre più di sinistra, avvicinandolo oggettivamente e soggettivamente a quelle del PMLI. Gli studenti più avanzati e combattivi sono comunque quelli più propensi a essere conquistati alle nostre posizioni, nei loro confronti occorre avere un occhio di riguardo in quanto potrebbero esserci potenziali nuovi militanti o simpatizzanti del PMLI.
Infine la settima indicazione si riferisce alla forma organizzativa che si diede il movimento della "Pantera": "Entrare in una commissione di lavoro. La più utile e produttiva per noi al momento attuale sembra essere quella della stampa (o centro stampa che dir si voglia), alla quale è devoluto il compito di fungere da portavoce delle assemblee generali. Se non fosse possibile, in alternativa, entrare in quella che elabora i documenti". Benché le condizioni siano cambiate, resta vivissimo lo spirito di questa indicazione, ossia bisogna attivarsi nelle assemblee più o meno permanenti, nelle autogestioni e nelle occupazioni e, all'interno della loro organizzazione, individuare gli spazi più utili per far passare le nostre posizioni ad un pubblico studentesco più ampio possibile.
In conclusione, gli elementi fondamentali del lavoro per diventare dei leader studenteschi sono: porsi su posizioni d'avanguardia; legare il particolare al generale, la tattica alla strategia; legarsi alle masse.
Sicuramente le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti, fermandosi a riflettere su queste indicazioni e assimilandole profondamente, riusciranno ad impostare correttamente il loro lavoro. Essi devono essere pienamente consapevoli del loro ruolo di protagonisti assoluti del lavoro studentesco e del radicamento nelle scuole e nelle università. L'esperienza ci insegna che solo lavorando attivamente dentro al movimento studentesco possiamo trasmettere direttamente e vivacemente la nostra linea, se la sappiamo ben argomentare e legare ai problemi concreti; acuire le contraddizioni fra le masse da una parte e le istituzioni borghesi, il governo e il capitalismo dall'altra; rispondere ai problemi immediati e a medio termine degli studenti con piattaforme adeguate; e convincerli a battersi per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Non facciamoci sfuggire l'occasione d'oro che si è aperta il 14 novembre e mettiamocela tutta. Insistiamo in particolare sulle questioni del governo delle scuole e delle università e dell'organizzazione del movimento studentesco e impegniamoci affinché sviluppi il suo anticapitalismo in direzione della lotta antigovernativa e della lotta per il socialismo.

* Responsabile del CC del PMLI per il lavoro giovanile

16 gennaio 2013