Dopo ipocrite "condanne" a parole
Pisapia non vieta l'euroadunata nazifascista "scordandosi" il reato di apologia di fascismo

Redazione di Milano
Sabato 15 giugno l'imperante regime neofascista ha permesso che si attuasse l'ennesimo insulto a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza.
Duemila squadristi nazifascisti provenienti da tutta Europa si sono dati appuntamento nel quartiere Rogoredo per un concerto di band musicali filonaziste, volto a trovare fondi per le spese legali di Azione Skinhead.
Stupefacente ipocrisia quella del neopodestà Giuliano Pisapia che dopo aver affermato: "oggi alle porte di Milano si ripropone l'inaccettabile presenza di una manifestazione di chiaro stampo neo-nazista, fatto questa volta maggiormente grave e inquietante data la sua annunciata dimensione internazionale" e che "Milano non può accettare che si svolgano né ora né in futuro iniziative che attingano al repertorio dell'intolleranza razziale e politica in qualsiasi forma esse si presentino", ha però aggiunto pilatescamente: "Le autorizzazioni o le azioni preventive sono per legge di competenza della Questura e Prefettura. L'Amministrazione comunale non ha quindi potestà di intervento diretto".
La prefettura, che dipende dal ministro degli Interni del governo Letta-Berlusconi, Angelino Alfano, ha infatti autorizzato l'adunata nazifascista diffondendo poi una nota in cui ha dichiarato che "non emerge per ora un profilo di ordine pubblico per vietare quella manifestazione", ribadendo comunque di aver preso "tutte le misure necessarie e predisposto i servizi di controlli".
Quindi, il sindaco e noto avvocato Pisapia, dopo tante chiacchiere ipocrite di condanna, finge di scordarsi vergognosamente e clamorosamente che si sta commettendo un reato gravissimo: quello di apologia di fascismo previsto dalla legge 645 del 20 giugno 1952, contenente le norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione.
Sarebbe bastato mobilitare contro gli organizzatori dell'adunata nazifascista l'avvocatura civica sporgendo denuncia, come parte civile, alla magistratura penale per condizionare prefetto e questore e spingerli a ripensare seriamente sull'autorizzazione concessa e a far desistere gli stessi organizzatori nazifascisti viste le pesanti pene previste dalla suddetta legge.
Ma Pisapia ha preferito lavarsene le mani facendo la parte dello scaricabarile con prefettura e questura lasciando che queste, subordinate direttamente al regime neofascista e al suo governo PD-PDL-Scelta civica possano lasciare indisturbati gli squadristi nazifascisti di proliferare e rafforzarsi economicamente per meglio servire la borghesia italiana in camicia nera.

19 giugno 2013