Sulle spalle delle masse lavoratrici e popolari milanesi e in aggiunta a quella del governo del neoduce Berlusconi
Arriva la stangata di Pisapia
+50% sul biglietto dei trasporti pubblici e +0,2% di addizionale Irpef sul reddito tradite le promesse elettorali
 
Redazione di Milano
In aggiunta alla micidiale stangata del governo del neoduce Berlusconi si abbatte sulle masse lavoratrici e popolari milanesi anche la mannaia del neopodestà "arancione" Giuliano Pisapia. Innanzitutto, come già previsto dall'assessore al bilancio Tabacci, aumenterà il biglietto di bus, tram e metro, ma non del 20%, come preannunciato, bensì del 50%. Ecco la riprova di quel che valgono realmente le promesse elettorali dell'imbroglione Pisapia: quanto aria fritta!
L'allora candidato neopodestà della "sinistra" borghese prometteva "di non aumentare, semmai diminuire, il prezzo dei biglietti ATM, garantendo sconti maggiori per gli abbonamenti". Su questo punto Pisapia, sin dalle primarie del "centro-sinistra", non mostrò il minimo dubbio, come pure d'altro canto, gli altri candidati di "centro-sinistra" Boeri e Onida. Questo otto mesi fa. Poi, poco prima di essere eletto (anche durante il faccia a faccia con la neopodestà uscente Moratti) aveva sbandierato come un cavallo di battaglia del suo "favoloso" programma proprio il piano sulle tariffe dei mezzi pubblici, parlando però di biglietti gratis su metrò e tram per gli over 65. Promessa pure questa smentita appena insediatasi la giunta "arancione" visto che, oltre agli aumenti, sono previste esenzioni soltanto per la metà dei cittadini che hanno compiuto 70, ossia quelli con reddito Isee sotto i 16 mila euro annui. Come si dice, Verba volant, le parole volano, evidentemente spazzate via dal "vento che cambia" di Pisapia. Comprese quelle pronunciate da Pisapia, ormai sindaco, neppure un mese fa quando sosteneva che "malgrado la situazione che abbiamo trovato elimineremo sprechi e razionalizzeremo le spese, ma non faremo interventi che riguarderanno servizi essenziali e le fasce deboli della città". Come se i trasporti pubblici non fossero servizi essenziali e i loro utenti abituali non appartenessero in buona parte alle famigerate fasce deboli?
L'attuale assessore PD alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino quando era consigliere comunale "dell'opposizione" riuscì a far passare in Consiglio un emendamento che sanciva il formale impegno "a non avallare alcun aumento del biglietto ATM": una "garanzia" che, spergiurava il capogruppo PD Majorino, sarebbe dovuta essere salvaguardata dalla successiva giunta "di qualunque parte politica sarebbe stata". Tra i firmatari di quell'emendamento c'era ovviamente anche il PD Pierfrancesco Maran, divenuto assessore ai Trasporti che oggi parla di "scelta obbligata" che, per altro, "la giunta Moratti aveva già preventivato" (ammissione di continuità).
Ricapitoliamo: Il biglietto per i mezzi pubblici a Milano aumenterà da settembre del 50%, passando da un euro a un euro e cinquanta centesimi. La decisione, annunciata dall'assessore Maran, verrà deliberata nel corso della prossima Giunta in programma il 29 luglio. All'aumento del prezzo corrisponderà un farsesco aumento della durata della validità del ticket (da 75 a 90 minuti).
E non è finita qui. Con l'obiettivo di arraffare più fondi possibili per supportare le spese necessarie a preparare Milano all'EXPO 2015 - così come richiesto dagli interessi capitalistici della borghesia immobiliarista e finanziaria assieme al capitale monopolistico globale - la giunta Pisapia introdurrà una addizionale Irpef pari allo 0,2% del reddito. Il neopodestà "arancione" si giustifica dicendo che si tratta di due "misure dolorose" ma "indispensabili" per evitare di tagliare i servizi essenziali e per rispettare il "Patto di stabilità".
Sebbene la giunta Pisapia accusi il governo di aver tagliato i fondi per il trasporto pubblico, la stangata sull'ATM era stata annunciata subito dall'assessore al Bilancio Bruno Tabacci che aveva assicurato che avrebbe usato qualsiasi leva pur di recuperare tutti quei milioni di euro che gravano sulle casse comunali dopo aver deciso di non vendere più le quote della Serravalle. E con "leve" intendeva mettere mano al costo dei biglietti dell'ATM e aumentare l'Irpef. Una stangata già annunciata, insomma. Saranno 332 mila i milanesi che pagheranno un'addizionale Irpef dello 0,2%: nelle casse del Comune entreranno 44 milioni di euro. "Questa variazione del bilancio è una scelta obbligata - ha detto Tabacci - e serve a salvaguardare il futuro dei milanesi", ovvero gli interessi della borghesia sull'EXPO. E tutto questo senza ancora avvalersi del federalismo fiscale tanto esaltato dallo stesso neopodestà Pisapia che, visto l'andazzo, non esiterà a utilizzare per torchiare ulteriormente le già tartassate masse popolari milanesi!

27 luglio 2011