Pisapia (SEL) e Tabacci (UDC) impigliati nello scandalo Sea
Bruti Liberati, procuratore della Repubblica di Milano, sospettato di aver insabbiato l'indagine

Appena 10 mesi dopo l'avvio della cosiddetta "rivoluzione arancione" iniziata con la sua elezione a nuovo podestà di Milano il 31 maggio scorso, l'ex trotzkista riciclato nella Sel, Giuliano Pisapia, e la sua giunta di "centro-sinistra" con alla testa l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci (UDC), sono già finiti nel mirino della magistratura.
Il 16 marzo la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per turbativa d'asta, relativo alla svendita, avvenuta il 14 dicembre 2011, del 29,75 per cento della Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa.
A svendere era il Comune di Milano. Ad aggiudicarsi la gara (senza concorrenti), il fondo "F 2 i", che ha offerto un euro in più rispetto alla base d'asta (385 milioni).
Il sospetto è che il bando di gara, che all'inizio prevedeva una vendita congiunta di una quota di Sea, molto appetibile, in abbinamento con una quota della società autostradale Milano-Serravalle molto meno appetibile, sia stato più volte modificato e palesemente pilotato per favorire proprio la società "F 2 i" che alla fine si è aggiudicato solo il pacchetto azionario più redditizio della Sea lasciando a carico del comune il carrozzone della Milano-Serravalle.
Il fascicolo è, per ora, a carico di ignoti. Ed è nelle mani di Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto che coordina il dipartimento sui reati contro la pubblica amministrazione.
L'inchiesta è nata sulla base di un'intercettazione effettuata dalla procura di Firenze durante le indagini sulla bretella autostradale fantasma tra Lastra a Signa e Prato (un'opera pubblica da 243 milioni finanziata nel 2006 con 29 milioni di euro dalla Regione Toscana e mai realizzata in cui è coinvolta anche l'impresa Baldassini-Tognozzi-Pontello già protagonista delle inchieste sulla "cricca") e inviata per competenza alla procura di Milano.
Il fascicolo, registrato il 2 novembre dal procuratore aggiunto Francesco Greco, coordinatore del dipartimento sui reati finanziari, viene assegnato al sostituto Eugenio Fusco che però, "stranamente", lo inserisce nell'elenco degli atti che non costituiscono notizia di reato e, dopo quasi 4 mesi, lo restituisce al procuratore Edmondo Bruti Liberati che infine lo assegna a Robledo con un ritardo e una perdita di tempo ingiustificabili e che alla fine potrebbero risultare decisivi e compromettere definitivamente l'inchiesta.

4 luglio 2012