Per concorso nel sequestro dell'ex imam di Milano Abu Omar
Pollari, ex capo del Sismi, condannato a dieci anni
Nove anni all'ex vice Mancini

Il 12 febbraio la IV sezione della Corte d'appello del tribunale di Milano ha condannato a dieci anni di carcere l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari accusato di concorso nel sequestro dell'ex imam di Milano Abu Omar avvenuto nel capoluogo lombardo il 17 febbraio del 2003.
I giudici hanno inoltre condannato a nove anni Marco Mancini, ex numero due del servizio segreto, e a sei anni gli agenti Giuseppe Ciorra, Raffaele Di Troia e Luciano Di Gregori.
Su richiesta del sostituto procuratore generale Piero De Petris, che aveva chiesto 12 anni di detenzione per Pollari, dieci per Mancini e otto per gli altri tre; i cinque ex capi e agenti del Sismi sono stati perpetuamente interdetti dai pubblici uffici e condannati al pagamento delle spese processuali in tutti i gradi di giudizio. Inoltre gli imputati dovranno risarcire in solido con una provvisionale da un milione di euro l'ex imam e con 500 mila euro la moglie. Il resto del risarcimento sarà stabilito con una causa civile.
Il processo d'appello "bis" agli ex vertici del Sismi è seguito alla sentenza della Cassazione dello scorso settembre che, oltre a condannare in via definitiva 23 agenti della Cia, aveva annullato con rinvio il proscioglimento per i cinque imputati ritenendo che la copertura del segreto di Stato era troppo ampia e parzialmente illegittima.
Nei giorni precedenti anche il governo Monti, come quelli Berlusconi e Prodi, aveva cercato di impedire la prosecuzione del processo reiterando per l'ennesima volta il segreto di Stato; mentre l'8 febbraio la stessa presidenza del Consiglio aveva sollevato ancora una volta il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Consulta contro la sentenza della Cassazione.
I giudici della Corte d'Appello però non si sono fatti intimidire e forti delle loro convinzioni non hanno ritenuto opportuno sospendere il processo in attesa della decisione della Consulta. E così, dopo aver acquisito nelle scorse udienze alcuni atti su cui il governo aveva posto il segreto, hanno condannato tutti gli imputati, ribaltando completamente le sentenze dei due precedenti gradi di giudizio che li avevano invece prosciolti.
Il primo febbraio, a conclusione del processo stralcio, la corte d'appello di Milano aveva condannato a sette anni di detenzione l'ex capo della Cia in Italia Jeff Castelli, che in primo grado era stato prosciolto sulla base dell'immunità diplomatica; la stessa sorte è toccata agli altri due agenti americani ai quali ora sono stati inflitti sei anni.

3 aprile 2013