Contro la decisione leghista di rimuovere la targa a lui dedicata della biblioteca in provincia di Bergamo
A Ponteranica in diecimila per Peppino Impastato
Confermate da Giovanni Impastato le tesi del PMLI: "Non è solo ignoranza. Dietro la Lega e Berlusconi c'è un disegno criminale e reazionario ben preciso. Le camicie nere sono diventate verdi"
Combattiva delegazione regionale del PMLI
Una manifestazione del genere a Ponteranica non si era mai vista. Sabato 26 settembre nel paese alle porte di Bergamo, balzato alle cronache nazionali per la decisione filo-mafiosa del neopodestà fascio-leghista Aldegani di rimuovere la targa che dedicava la biblioteca civica a Peppino Impastato, c'erano più manifestanti che abitanti.
Per rivendicare il ripristino della targa diecimila donne e uomini, giovani e meno giovani, bergamaschi, lombardi e siciliani, tutti uniti in barba al secessionismo fascio-leghista, hanno dato vita a un lungo e colorato corteo, aperto dagli organizzatori del Comitato Peppino Impastato di Ponteranica, Libera contro le mafie e Casa memoria di Cinisi. Seguivano i numerosissimi giovani del gruppo "Ancora 100 passi", con legati ai polsi dei palloncini bianchi con l'immagine di Peppino Impastato, le Associazioni contro le mafie, il Tavolo della pace, Orizzonti Nuovi, poi la Cgil, la Cisl, le bandiere rosse di Rifondazione comunista e naturalmente del PMLI, presente con una delegazione regionale formata da militanti e simpatizzanti della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo e dell'Organizzazione di Viggiù (Varese).
Oltretutto, alla provocazione dei giorni precedenti della giunta fascio-leghista si aggiungeva il vergognoso blitz notturno, che ha divelto l'ulivo piantato l'anno scorso per ricordare Peppino Impastato nel prato del BoPo, la bocciofila del paese dove accanto ai campi in sabbia si organizzano mostre e concerti. La mano vigliacca ha lasciato un biglietto irridente appeso alla sagoma di un piccolo pino: "Mé ché öle ü paghér", "Io qui voglio un pino". Evidente la firma fascio-leghista.

Il forte intervento di Giovanni Impastato
Da segnalare il vibrante intervento dal palco di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, per il quale il gesto di Aldegani non rappresenta un caso isolato o imputabile a mera "ignoranza" o "stupidità" come minimizza solitamente la "sinistra" borghese. "Credo che la manifestazione di oggi sia un'importante lezione che possa far crescere una coscienza antimafia e antifascista in Italia. Siamo scesi in piazza per impedire che qualcuno possa cancellare la nostra memoria compiendo azioni che sanno di razzismo e di fascismo. Non importa se dal nero siamo passati al verde, le camicie sembrano proprio le stesse. La decisione del sindaco di cancellare il nome di Peppino dalla biblioteca comunale non può essere sottovalutato soltanto come prova di ignoranza e grottezza. Non è affatto così. Abbiamo compreso subito la dimensione politica di questa azione che fa parte di un progetto criminale e reazionario più ampio di cui la Lega è uno dei fautori. Si sono anche dimenticati quando definivano Berlusconi mafioso di Arcore e oggi stanno con Dell'Utri, che ha definito tranquillamente lo stalliere Mangano un eroe e ha anche aggiunto che cancellerebbe lo studio della Resistenza dai libri di scuola".
La rimozione della targa entra nel novero delle "azioni fasciste e razziste", dell'anti-comunismo viscerale a base della terza repubblica, perché, come ha ricordato Giovanni Impastato, per il regime neofascista di oggi la colpa delle colpe di Peppino è soprattutto quella di essere stato un "compagno".

Il ruolo del PMLI
Attivi come sempre, con i palloncini bianchi con il ritratto di Peppino Impastato simbolicamente legati in cima alle bandiere, i combattivi marxisti-leninisti lombardi hanno animato lo spezzone del corteo in cui erano presenti, lanciando slogan prontamente raccolti dai manifestanti che li circondavano contro la "Lega razzista, partito neonazista", contro la "terza repubblica neofascista e antipopolare da affossare" e contro il neoduce Berlusconi da abbattere con un fronte unito e dalla piazza. Tutti insieme, su iniziativa sempre della delegazione lombarda del Partito, si è cantata più volte l'antifascista "Bella ciao". A dimostrazione di come i marxisti-leninisti siano in grado di diventare rapidamente punto di riferimento politico per le masse in lotta, venivano loro richiesti dai manifestanti slogan ad hoc contro il neopodestà Aldegani ("Aldegani Aldegani, da Peppino giù le mani") e a ricordo di Peppino Impastato ("Peppino vive con noi, le nostre idee non moriranno mai").
Al fondamentale riscontro in corteo è seguito quello sui mass-media borghesi. Negli ampi servizi giornalistici sulla manifestazione in onda su Bergamo Tv, Video Bergamo e Tg3 Rai Lombardia si vedevano molto bene le insegne del Partito sotto il palco. Scatti fotografici al PMLI sono apparsi sul quotidiano online Bergamo News. A livello nazionale, poi, significativo il riscontro registrato su Liberazione, dove il cartello contro il neoduce Berlusconi e le bandiere dei Maestri e del PMLI innalzati dai compagni lombardi hanno conquistato la prima pagina. Un risultato eccezionale, se si considera il sistematico black out effettuato contro il nostro Partito, censura oltretutto confermata direttamente ai nostri compagni dalla testimonianza spontanea di un fotografo del Corriere della sera prima che il corteo partisse. E pensare che Peppino Impastato è morto per il suo giornalismo di inchiesta e di denuncia, per quella libertà di stampa e di informazione per cui sabato prossimo il PMLI, assieme alle altre forze antiberlusconiane, scenderà in piazza con altrettanta combattività.
Ai militanti e simpatizzanti che hanno fatto parte della delegazione sono giunte le vive congratulazioni e profondi ringraziamenti da parte dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi per aver rappresentato l'intero Partito. "Voi - si dice tra l'altro nella lettera - avete reso un importante servizio all'intero Partito e alla lotta contro il razzismo, la xenofobia e l'antimeridionalismo della Lega secessionista e contro la mafia".

30 settembre 2009