Raduno dei fascio-leghisti a Pontida (Bergamo)
La Lega Nord invita il PD all'inciucio federalista, anello forte della terza repubblica
Il caporione Bossi farnetica: "O riforme o lotta di liberazione"
Dal corrispondente della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo
"La fuga dalle riserve è iniziata", si intitola così l'invito che la Lega Nord ha mandato ai suoi militanti per il tradizionale raduno a Pontida (Bergamo), "luogo simbolo dell'unità e della forza dei popoli padani".
Molte le camicie bruno-verdi accorse da tutto il Nord, 50mila secondo gli organizzatori. Così tra una gara celtica del lancio del tronco e qualche ululato da barbaro si è svolto il giuramento degli 86 leghisti che siedono nel nero parlamento borghese: "Oggi sul sacro suolo di Pontida, di fronte alla sua millenaria abbazia e alla sua storia, qui dove otto secoli or sono i nostri Comuni si unirono in Lega e giurarono di combattere contro il potere straniero, noi, rappresentanti dei popoli padani giuriamo di difendere la libertà dei nostri popoli padani dal potere romano e ciò faremo giurare ai nostri figli".
L'obiettivo è sempre lo stesso, quello che Umberto Bossi chiama "il giuramento vero": la "Padania Libera". Si sbaglierebbe a dare dei semplici folkloristici a questi leghisti alabardati di verde. L'obiettivo strategico del federalismo è a portata di mano e la Lega lo sa bene invitando platealmente il PD a collaborare: "Per mettere una parola - ha spiegato Bossi dal palco - occorre trattare un pomeriggio. Ma noi siamo disposti a trattare perché altrimenti dovremmo fare una guerra di liberazione. Invece, scegliamo la via pacifica delle riforme". E dunque, "stiamo facendo il federalismo con il governo ombra, questa è la via e la percorreremo ma avendo coscienza che quando saremo in difficoltà piomberete in Parlamento per aiutarci".
La posizione dei fascio-leghisti è chiara da tempo e l'ha rimotivata il capodelegazione delle camicie bruno-verdi alla camera del nero parlamento borghese, Roberto Cota: "il principio è che i soldi devono rimanere sul territorio".
Roberto Maroni, ex Democrazia proletaria e ministro di polizia nel IV governo del neoduce Berlusconi scandisce dal palco: "La tolleranza zero è il nostro obiettivo, e vi assicuro che lo raggiungeremo. Ci accusano di essere diventato un paese razzista. Sono balle di chi non vuole accettare il fatto che con noi al governo la musica è cambiata!".
Eppure, con questi loschi personaggi, secessionisti, populisti e razzisti l'Italia borghese sta diventando sempre più un Paese neofascista e xenofobo ed è ormai chiaro che la borghesia punta diritta verso la terza repubblica, per peggiorare definitivamente le condizioni di vita del proletariato e consolidare la sua dittatura in camicia nera-verde.
Chiare ed inequivocabili le parole del presidente del senato, il forzafascista Schifani: "Questa legislatura sarà costituente e sono dunque necessarie alcune riforme alla seconda parte della costituzione, riforme che vanno fatte con gli uomini di buona volontà di entrambi gli schieramenti. È da migliorare la seconda parte della costituzione, dando più poteri al premier, riducendo il numero di parlamentari e introducendo maggiore federalismo fiscale ma solidale. Il clima nel paese è giusto e presto si partirà su queste proposte".
Per noi invece è più che mai doveroso che il proletariato italiano dica basta a questa arroganza neofascista e leghista e guasti il "clima giusto" alla classe dominante borghese in camicia nera.
La Lega è un partito borghese perché fa gli interessi della borghesia del Nord, fa gli interessi dei padroni e dei molti padroncini che vogliono essere "liberi" di sfruttare meglio i lavoratori italiani e stranieri. Fa leva, in un periodo di crisi economica sulle paure più profonde delle masse, così come fece il partito fascista quasi novant'anni fa.
Bisogna prendere coscienza che gli interessi dei padroni non corrisponderanno mai agli interessi dei lavoratori e delle masse popolari. Occorre, in definitiva, schierarsi nel e col PMLI, il Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria, lottando per l'Italia unita, rossa e socialista.

11 giugno 2008