Imbracato dai parlamentari falsamente di sinistra il movimento antiglobalizzazione
A PORTO ALEGRE
SOCIALDEMOCRATICI, REVISIONISTI E TROTZKISTI SPARGONO NUOVE ILLUSIONI E INGANNI
"UN ALTRO MONDO E'
POSSIBILE'', MA SOLO COL SOCIALISMO
In contemporanea al Forum
economico mondiale capitalista di Davos in Svizzera si è tenuto dal 25 al 30 gennaio a
Porto Alegre in Brasile il Forum sociale mondiale, un contro-forum cui hanno aderito e
partecipato organizzazioni non governative e sindacali, movimenti e gruppi, partiti,
singoli intellettuali e artisti con l'obiettivo di costruire una "grande alleanza''
antiglobalizzazione per "creare una nuova società'', "un mondo diverso'', per
"il benessere e i diritti umani di tutte e di tutti''. Così recitano alcuni passi
dell'appello finale dei movimenti sociali e partiti politici lanciato a Porto Alegre che
invita alla mobilitazione contro "il neoliberismo'' per i prossimi vertici economici
capitalisti fra i quali quello del G8 a Genova, dell'Area di libero commercio delle
Americhe e dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
"Un altro mondo è possibile'' campeggiava sui manifesti della riunione di Porto
Alegre. Un altro mondo che secondo i partecipanti sarebbe possibile costruire non
combattendo e distruggendo capitalismo e imperialismo ma nell'ambito del capitalismo.
Questa la tesi illusoria e ingannatoria sparsa a piene mani dal controforum brasiliano.
I lavori si sono svolti dentro la sala grande dell'Universit- Pontificia i cui oltre 4
mila posti sono stati riempiti dai rappresentanti di gruppi e organizzazioni di piè di
120 paesi tra i quali due ministri del governo socialista francese di Jospin e la vedova
dell'ex presidente francese Mitterrand. Alla fine dei lavori saranno oltre 17 mila le
persone che hanno partecipato alle riunioni generali e alle varie manifestazioni.
La delegazione italiana era composta da circa un centinaio di persone in rappresentanza di
vari organismi dall'Arci alle Acli, dalle tante Organizzazioni non governative (Ong) ai
sindacati Cgil, Cobas, Sincobas e metalmeccanici, da Ya Basta a Carta, da Punto Rosso alla
Lila.
All'apertura dei lavori il discorso principale è del governatore di Rio Grande do Sul,
Olivio Dutra, lo Stato di Porto Alegre. Lo Stato e la città sono governate dal partito
dei lavoratori (Pt) i cui rappresentanti sono tra i principali organizzatori della
riunione. Dutra afferma che "il neoliberismo difende e sprona la modernità. Ma nel
suo concetto di modernità, il progresso tecnologico non è visto come uno strumento per
migliorare la qualità della vita della popolazione, ma al contrario, come un mezzo freddo
ed esclusivo per accumulare e concentrare la ricchezza''; occorre perciò combattere
"il pensiero unico che ai nostri giorni esercita una egemonia sulla politica
internazionale. Nei due emisferi, i difensori di un progetto democratico e popolare
mostrano le contraddizioni e denunciano le menzogne a proposito della barbarie
neoliberista che assedia il nostro pianeta''.
La formula sarebbe quella di combattere il neoliberismo con un progetto democratico. Che
per l'appunto sarebbe quello sperimentato da una decina di anni a Porto Alegre governata
dal Pt. L'impegno dell'amministrazione dello Stato, spiega Dutra, è per una politica
sociale che "riaffermi la concezione di uno Stato responsabile, rispettoso delle
autonomie sociali ma che si faccia carico dei bisogni e dei diritti dell'umanità (uno
Stato interclassista che non esiste, ndr)''. E difatti non sono cambiate le condizioni di
sfruttamento e povertà della popolazione di Porto Alegre e dello Stato del Rio Grande a
quanto risulta dalle stesse cronache che ne elogiano il modello di "democrazia
partecipativa'' realizzato dal Pt.
Fra i partecipanti del Forum di Porto Alegre il francese José Bovè che, passato
dall'assalto ai Mc Donald's al dialogo, sostiene che il movimento si ispira "a
personaggi illuminati, a battaglie che hanno cambiato il mondo, come quelle di Martin
Luther King o Ghandi. Stiamo costruendo un contropotere per far riflettere i popoli e dire
a chi governa che è meglio investire sul sociale che continuare ad accumulare riserve di
armi e bombe''.
In parallelo al Forum sociale il governo del Rio Grande do Sul ha organizzato un Forum
parlamentare mondiale con la partecipazione di circa quattrocento parlamentari, da quelli
del Pt, brasiliano, al Frente amplio uruguaiano, a diversi Pc sudamericani, al Prd di
Cardenas, ai socialisti e Verdi francesi e al Gruppo parlamentare europeo Sinistra
unita-Verde nordica (Gue-Ngl) cui aderisce il PRC di Bertinotti, presente con
l'eurodeputato trotzkista Luigi Vinci.
Il gruppo Gue era guidato dal suo presidente, Francis Wurtz, che sottolinea una delle
novità di Porto Alegre rispetto al movimento creato dalle manifestazioni
antiglobalizzazione di Seattle: "io credo che ci troviamo di fronte non più solo
alla contestazione, ma alla necessità, e alla voglia, di trovare risposte alternative''.
Una delle risposte alternative è affidata, afferma il documento del Forum dei
parlamentari, alla creazione di una "rete internazionale dei deputati antiliberisti''
per portare avanti rivendicazioni quali la chiusura dei paradisi fiscali e l'abolizione
del debito del Terzo mondo, per "costruire un'alternativa all'ordine neoliberista''.
Fra le varie iniziative in programma per questo Forum sociale ci sono stati dibattiti e
tavole rotonde fra le quali quella cui hanno partecipato l'ex ministro degli Interni
socialista francese Chevennement (responsabile della repressione del movimento degli
immigrati senza documenti, i sans papier), che ha attaccato il "capitalismo
patrimonialista'', e Luiz In-cio Lula da Silva, presidente onorario del Partito dei
lavoratori (Pt) che ha esclamato "noi non siamo contro la globalizzazione ma siamo
contro questa globalizzazione che umilia le persone. Vogliamo un altro mondo globalizzato,
con un altro concetto di stato e di nazione''.
Il controvertice di Porto Alegre, che non ha disdegnato un confronto in teleconferenza col
vertice capitalista di Davos, più che aprire "una via verso la sovranità dei
popoli'' come sostiene l'appello delle organizzazioni sociali spinge il movimento
antiglobalizzazione a fare un passo indietro. I parlamentari falsamente di sinistra si
presentano come interlocutori e alleati del movimento per toglierlo dalle piazze e
incanalarne la protesta dentro le istituzioni borghesi.
La battaglia contro il neoliberismo se non è parte integrante della battaglia contro il
bersaglio principale che è l'imperialismo è spuntata, fuorviante, in ultima analisi
inefficace. Una battaglia che non può essere interclassista in nome dei "diritti
umani di tutti e tutte''; o si sta dalla parte dei capitalisti o da quella della classe
operaia e delle masse popolari. Socialdemocratici, revisionisti e trotzkisti si adoperano
per spargere nuove illusioni e inganni, salvare l'imperialismo e il capitalismo
attaccandone solo la politica economica, e prospettando un illusorio "altro mondo''
che è possibile solo col socialismo.
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