Indagine Istat su "Reddito e condizioni di vita"
Povera una famiglia su quattro
Metà della ricchezza al 10% delle famiglie

Il 25 % degli italiani è povero e rischia l'esclusione sociale.
Questa è la drammatica realtà certificata dai dati Istat contenuti nell'indagine su "Reddito e condizioni di vita" e resi noti agli inizi di gennaio.
Una situazione che purtroppo è destinata a peggiorare ulteriormente specie se si pensa che l'Istituto nazionale di statistica ha basato la sua indagine sui dati del 2010; cioè al netto delle ultime manovre di lacrime sangue varate dal governo Berlusconi in estate e da Monti a fine 2011.
A rischiare di più sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni che in Italia toccano percentuali nettamente superiori a quelle dei maggiori paesi europei. In Francia, ad esempio, a rischio di povertà o di esclusione sociale è il 19,3% della popolazione, mentre in Germania la percentuale è del 19,7%. Per quanto riguarda il solo rischio di povertà, per l'intera popolazione italiana è al 18,2%, mentre in Francia è al 13,5% e in Germania al 15,6%. Per la popolazione con meno di 18 anni, il rischio sale al 24,7% in Italia, al 18,4% in Francia e al 17,5% per i giovani tedeschi.
L'indagine è stata condotta rilevando i redditi netti familiari e numerosi indicatori delle condizioni economiche delle famiglie. Oltre al 18,2% di persone a "rischio povertà", l'Istat ha rilevato anche un 6,9% di persone che si trova in condizioni di "grave deprivazione materiale", mentre il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensità di lavoro. Cioè - come spiega l'Istat - in famiglie i cui componenti tra i 18 e i 59 anni lavorano meno di un quinto del loro tempo.
La deprivazione materiale, secondo la convenzione internazionale, è definita come "una situazione di involontaria incapacità a sostenere spese per determinati beni o servizi" e vengono considerati nove fattori di deprivazione tra i quali gli arretrati nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; o anche il non potersi permettere l'automobile o il telefono o non riuscire ad andare in vacanza per almeno una settimana l'anno. Per "grave deprivazione materiale" si intende una situazione nella quale in una famiglia sono presenti almeno quattro fattori di deprivazioni su nove.
In base a ciò risulta che per mancanza di un reddito adeguato, il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese; l'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l'11,2% con l'affitto o la rata del mutuo; l'11,5% lamenta di non potere riscaldare adeguatamente l'abitazione.
La situazione peggiore si riscontra nel Mezzogiorno con il 12,9% delle famiglie che è gravemente deprivato. Si tratta di una percentuale più che doppia rispetto a quella delle famiglie del Centro (5,6%) e più che tripla rispetto al Nord (3,7%).
Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale sono quelle con "un alto numero di componenti e/o con baso numero di percettori di reddito". E a trovarsi più frequentemente in condizioni di disagio sono le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con "tre o più figli minori".
Le famiglie che hanno come entrata principale un reddito da lavoro autonomo registrano minori difficoltà rispetto a quelle che vivono sopratutto di redditi da lavoro dipendente. Quelle che vivono prevalentemente di pensioni sono, a loro volta, più vulnerabili di chi percepisce redditi da lavoro.
La presenza di familiari a carico, in particolare di minori, è generalmente associata a una maggiore frequenza di problemi economici. La tipologia familiare meno esposta a disagi è quella delle coppie senza figli: tra queste soltanto l'11,7% ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese, contro il 15,9% di quelle con figli. La situazione di maggiore vulnerabilità riguarda le coppie con almeno tre figli: il 19,5% è stata in arretrato con le bollette, il 22,3% con l'affitto o il mutuo e il 18,6% con le rate per altri prestiti.
Dall'indagine Istat emerge anche che il 50% delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a 24.544 euro l'anno. Ovvero circa 2.050 euro al mese. Però nel Mezzogiorno il reddito diminuisce a meno di 20.600 euro l'anno, cioè circa 1.700 euro al mese.
Mentre aumenta spaventosamente la povertà in Italia, altre recenti indagini, fra cui quella di Bankitalia, mettono in luce che persiste una fortissima sperequazione nella distribuzione della ricchezza. Infatti risulta che appena il 10% delle famiglie detiene circa il 47% dei patrimoni totali. Per quanto riguarda il reddito il 20% dei più ricchi si spartisce il 37,2% dei redditi netti, mentre - sul versante opposto - al 20% più povero spetta solo l'8,2% del reddito.

25 gennaio 2012