Presepe oscurantista e anticomunista a Firenze

Redazione di Firenze
Le vie dell'anticomunismo sono infinite, e il rituale presepe natalizio è stato lo spunto per il parroco fascistoide fiorentino Gianfranco Rolfi per scagliarsi contro il "materialismo e il relativismo" e mettere sullo stesso piano Stalin e Hitler.
In un collage che dominava il presepe ha raffazzonato attorno alla scritta "schiacciate l'infame" (una celebre citazione di Voltaire contro la Chiesa) le immagini del marchese De Sade accanto a Voltaire, poi Pol Pot, Stalin e Hitler, sotto Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi, Vito Mancuso e Corrado Augias, a vario titoli colpevoli, secondo il sacerdote, della diffusione del materialismo e del relativismo. I primi due "sono le fondamenta, Hitler, Pol Pot e Stalin sono gli esecutori, e i quattro personaggi sotto sono i riproponitori". Il presepe era fiancheggiato dalle scritte "Materialismo" e "Relativismo" associate a foto delle Torri Gemelle distrutte e di aerei da guerra.
"Dobbiamo prepararci - ha dichiarato Rolfi - a essere schiacciati, umiliati e offesi da questo laicismo, da questa gente, che domina la cultura, la finanza e l'economia".
Questa chiamata alle armi clericale e fascistoide è partita dalla chiesa di San Felice in Piazza, nel centrale quartiere di Santo Spirito, uno degli storici quartieri popolari culla di comunisti e antifascisti, a cui Rolfi vuol fare da contraltare.
Il parroco non è uno sprovveduto: esordì negli anni Settanta al "Rischiatutto" di Mike Buongiorno in tv con domande sulla storia della chiesa, poi ha ricoperto anche la carica di insegnante di teologia per l'Italia centrale. Dietro questa sua esternazione c'è l'anticomunismo viscerale e bugiardo di chi osa mettere accanto a Hitler quel campione del fronte internazionale antinazista e antifascista che fu Stalin, che noi consideriamo uno dei Maestri del proletariato internazionale, associandovi il grande dirigente marxista-leninista cambogiano Pol Pot, tanto per assegnare due posti alla sinistra contro uno alla destra. E c'è una nostalgia del medioevo col potere assolutistico e temporale della Chiesa, di quello Stato confessionale che mandava al rogo gli eretici e affogava nel sangue ogni oppositore che si contrapponeva al suo ordine costituito e alla sua concezione del mondo oscurantista e reazionaria. Nel collage di Rolfi c'è Hitler ma manca Mussolini, che con i Patti Lateranensi alleò la Chiesa alla sua feroce dittatura.
Questa sparata di Rolfi, che se pur rozza ha "sfondato" sui mass-media, è un pericoloso segnale della volontà della parte più reazionaria del clero di avere più peso politico, di plasmare completamente al credo cattolico Stato e vita sociale, facendo da sponda ideologica al neofascismo. Per questo non va trattato come un buffone, ma va denunciato, smascherato e combattuto.

16 gennaio 2013