Approfittando della demolizione del Ssn prevista con il federalismo fiscale
Il neoduce Berlusconi vuole privatizzare gli ospedali sul modello americano
Il sottosegretario Fazio conferma: "project financing per consentire l'ingresso del privato nelle strutture sanitarie pubbliche"
Fuori i privati dalla sanità pubblica
Molti ospedali pubblici verranno privatizzati. È il progetto illustrato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenuto a un incontro organizzato dai Liberali popolari di Carlo Giovanardi a Todi. "Rispetto al Veneto e alla Lombardia, in Sicilia e in Sardegna le spese sanitarie sono del 40% più alte. La soluzione è il federalismo fiscale e anche la privatizzazione di molti ospedali pubblici". ll sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio ha tentato di smorzare i termini, non riducendo la sostanza delle gravissime dichiarazioni del premier: non una "privatizzazione degli ospedali nuda e cruda, ma la creazione di una joint-venture pubblico privato per gestire strutture ospedaliere che non funzionano con la collaborazione dei privati... Nel programma di Governo - aggiunge - c'è l'idea di attivare, grazie ai fondi strutturali, finanziamenti che siano al 50% a fondo perduto e al 50% in project financing per consentire l'ingresso del privato nelle strutture sanitarie pubbliche". In tema di sanità il neoduce si ispira evidentemente al modello sanitario americano, un "sistema" che cura solo i grandi ricchi come lui, un sistema a scopo di lucro per legge, dove la categoria medica è asservita agli speculatori, dove chi non può pagare il conto del ricovero in ospedale o delle cure del Pronto soccorso viene gettato sul marciapiede a calci nel sedere, dove la fanno da padroni i pescecani capitalisti delle holding dei farmaci, dell'industria biomedicale e delle assicurazioni di malattia che insieme alle banche depredano impunemente il denaro pubblico, che fanno affari insomma sulla pelle e sul sangue della gente. Un recente documentario del regista Michael Moore ha indagato come le mutue americane operino sistematicamente la schedatura della storia clinica e persino genetica dei sottoscrittori delle polizze per selezionarli in base al massimo profitto che possono ricavarne o più semplicemente per truffarli". Un sistema è bene gridarlo forte e chiaro che, applicato in Italia, significa regalare la sanità nelle mani di speculatori senza scrupoli come i vari Don Verzè e gli affiliati all'Opus Dei o direttamente nella mani della mafia, visto che in regioni come la Sicilia e la Calabria, grazie ai suoi uomini nelle istituzioni in camicia nera, essa ha già in pugno buona parte dei manager delle strutture sanitarie.
Sappiamo che gli annunci di Berlusconi non sono solo provocazioni ma dei diktat che tracciano la strada lungo la quale devono procedere i suoi carri armati, nel caso della sanità la strada è spianata, perché i governi che si sono succeduti hanno lasciato sul campo solo le macerie della sanità pubblica. Occorre quindi indire subito lo sciopero generale di tutte le categorie accompagnato da una grande mobilitazione nazionale permanente che veda protagonisti in primo luogo tutti i lavoratori della sanità e che faccia perno sulle seguenti parole d'ordine: No alla privatizzazione degli ospedali. No alla riduzione e chiusura delle Asl e degli ospedali pubblici. Riconvertire senza perdita di un solo posto di lavoro le strutture private in strutture pubbliche. Potenziare e non distruggere il Ssn! Abbattere il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica!
La forza per vincere questa importante battaglia c'è se la Cgil, in primo luogo, sarà coerente. Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici, in piazza Farnese con il segretario generale Guglielmo Epifani, spiegava le ragioni della partecipazione alla manifestazione del 27 settembre scorso con queste parole: "nasce dalla ferma volontà di rispondere agli attacchi indiscriminati alla sanità pubblica, con il taglio di circa 10 miliardi delle risorse, e alle condizioni di lavoro della professione". E aggiungeva: "Da oggi parte la protesta dei medici, che non si fermerà neanche a fronte degli insulti del ministro Brunetta, o alle odierne proposte del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio di introdurre il privato nella gestione degli ospedali pubblici. Il nostro è un chiaro e fermo no".

8 ottobre 2008