A Trento
Prodi fischiato dai "No Dal Molin"
Bottene: "Ci sta trattando in maniera ignobile"
Il premier non risponde alle accuse della portavoce del movimento e se ne va scortato da due ali di poliziotti
Il 3 giugno, in occasione del Festival dell'Economia di Trento, alcune centinaia di manifestanti "No Dal Molin" che da un anno si battono coraggiosamente contro la realizzazione della nuova base Usa a Vicenza hanno duramente contestato il presidente del Consiglio durante il forum intitolato "Bilancio di un anno di governo".
Al suo arrivo davanti all'Auditorium Santa Chiara, Prodi è accolto da una selva di fischi e al grido di "Venduto, venduto, vergogna, vergogna!" urlato a squarciagola dai manifestanti armati anche di numerosi striscioni, pentole, tamburi e fischietti.
La contestazione è continuata all'interno dell'Auditorium grazie ad alcune decine di manifestanti che sono riusciti a intrufolarsi tra i partecipanti al dibattito e hanno costretto Prodi a interrompere il suo intervento esponendo le bandiere "No Dal Molin" e continuando a urlare "vergogna, vergogna, Vicenza non si vende".
Nel tentativo di placare la protesta, Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole-24 Ore e moderatore del dibattito, ha offerto per un minuto il microfono a un portavoce del movimento. Sul palco è salita Cinzia Bottene che, rivolgendosi direttamente a Prodi ha ribadito: "Noi gridiamo no alla base. È una vergogna che il governo non ascolti la città di Vicenza. Noi vi abbiamo votato sulla base di un programma che sosteneva la democrazia partecipativa e voi ci trattate in maniera ignobile. Non c'è stato neanche permesso un referendum. Chiediamo solo correttezza; non vogliamo che venga costruita una base a 15 metri dalle case e a 1.400 metri dalla Basilica Palladiana".
Al termine della contestazione, il dittatore democristiano, impassibile, ha ripreso il suo discorso esattamente da dove era stato interrotto e con estrema arroganza si è esplicitamente rifiutato di rispondere alle accuse della portavoce del movimento. Successivamente, a incontro concluso, Prodi ha ribadito ai giornalisti la "decisione irrevocabile" assunta dal governo e sprezzante ha precisato: "Queste contrapposizioni che vengono fatte da un giorno all'altro distruggono il Paese. Qui è stato fatto soprattutto un discorso sull'aspetto urbanistico, e su questo chiamano anche le autorità locali ad avere un ruolo. Mentre dal punto di vista del Paese, ripeto, la decisione è stata presa ed è una decisione che noi manteniamo".
Tutto ciò mentre all'esterno dell'Auditorium i manifestanti hanno continuato ad intonare slogan contro la politica guerrafondaia del governo. Un gruppo di contestatori è salito anche sul tetto della sala dove Prodi stava parlando, per issare un grosso striscione con lo slogan del movimento: "No dal Molin".
Al termine del dibattito alcuni manifestanti che avevano organizzato una sorta di "assedio" al presidente del Consiglio bloccando le uscite dalla struttura e il parcheggio dove sostavano le auto della scorta di Prodi, sono stati strattonati e trascinati via di peso dalle "forze dell'ordine" in assetto antisommossa. I tafferugli tra dimostranti e polizia sono stati subito stigmatizzati dai manifestanti con uno striscione appeso sul retro della sala con su scritto "Basta cariche, no alla discarica".
Alla fine il presidente del Consiglio, insieme alla moglie, ha dovuto lasciare il convegno da un'uscita secondaria tra due ali di poliziotti che tenevano a bada i manifestanti.

6 giugno 2007