Alla vigilia del viaggio in America
Prodi rivendica la parità tra Ue e Usa
Intanto si sviluppa la guerra commerciale tra le due superpotenze
``Partnership vuol dire essere partner, partecipi'', alleati con pari dignità precisa Prodi nella conferenza stampa del 30 aprile, alla vigilia del viaggio in America per il consueto vertice Usa-Ue sulla verifica delle relazioni transatlantiche. Una puntualizzazione non richiesta che il presidente della Commissione europea ha tenuto a sottolineare per ribadire un concetto più volte espresso recentemente: la parità tra le due superpotenze Usa e Ue.
La delegazione europea, composta dal presidente di turno della Ue, lo spagnolo Aznar, l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Javier Solana e i commissari Chris Patten e Pascal Lamy, indica Prodi, deve discutere con gli Usa sulla lotta al terrorismo, sulla situazione in Medio Oriente e sui contrasti commerciali. Una discussione non formale, assicura Prodi, che deve rafforzare il rapporto tra Usa e Ue, un rapporto ``tra i più intensi e importanti nel mondo'' nel quale l'Europa ha acquisito un ``ruolo da protagonista''. Per sostenere efficacemente le ragioni e gli interessi imperialisti dell'Europa manca ancora una cosa, insiste Prodi, manca ``una politica estera e di difesa'' comune che possa permettere alla Ue di parlare da pari a pari con l'alleato americano.
Nel frattempo ci pensa Prodi a indicare come si fa. Afferma che a Bush il 2 maggio chiederà ``tutti i chiarimenti possibili'' sugli eventuali piani di attacco all'Irak anche se il tema non è all'ordine del giorno perché è interesse comune preservare quel ``capolavoro politico'' della coalizione contro il terrorismo costruita dopo l'11 settembre. Come dire che anche la superpotenza europea vuol conoscere i progetti interventisti americani e poter partecipare alla pari.
Quale sia il risultato della richiesta europea non è dato sapere perché nulla viene detto in proposito al termine del vertice; sulla questione mediorientale invece la delegazione europea ottime la conferma che alla soluzione politica desiderata dall'imperialismo lavoreranno di concerto Usa, Ue, Russia e Onu.
Il tema delle guerre commerciali invece resta aperto. La Ue si appresta a varare le misure di ritorsione per i dazi doganali sull'acciaio imposti a marzo dagli Usa. L'Europa ``non aveva altra arma che quella di reagire'' ribadisce Prodi. Rappresentanti delle due parti lavoreranno per definire un accordo di compromesso ma nel frattempo va avanti il ricorso presentato dalla Ue presso il Wto, l'organizzazione mondiale del commercio. La guerra dell'acciaio è solo una parte dello scontro commerciale tra le due superpotenze imperialiste che si allarga sempre di più. Il Wto ha giudicato illegittimo un precedente contributo di 4 miliardi di dollari concesso da Bush agli esportatori americani e la Ue ha avuto il via libera per imporre sanzioni; un altro ricorso europeo al Wto è in via di preparazione contro un disegno di legge approvato dal congresso americano alla vigilia del vertice Usa-Ue e che aumenta del 70% gli aiuti agli agricoltori, danneggiando le esportazioni europee.

22 maggio 2002