Scavalcando a destra Berlusconi
Prodi in Israele si schiera col boia Olmert anche sull'Iran
Il premier italiano disposto a cambiare il mandato delle truppe in Libano
"So che abbiamo un amico a Roma" ha significativamente affermato il premier sionista Ehud Olmert al termine dei colloqui con Romano Prodi che da parte sua, nel discorso tenuto durante la cerimonia di saluto al suo arrivo a Tel Aviv, aveva garantito che la politica dell'Italia nei confronti di Israele non cambia "a prescindere dal colore del governo". Un vergognoso appoggio incondizionato agli imperialisti sionisti israeliani. E infatti, scavalcando a destra Berlusconi, il primo ministro italiano si è schierato a fianco del boia sionista su tutta la linea, dall'occupazione dei territori palestinesi all'occupazione e alle ingerenze in Libano, agli attacchi e alle minacce contro l'Iran.
Nella conferenza stampa dopo l'incontro del 9 luglio con Olmert, Prodi ha appoggiato Israele "come stato ebraico", con gli abitanti arabi ridotti a cittadini di serie B, e la posizione dei "due Stati sovrani contigui e indipendenti per due popoli" che nell'applicazione sionista, non contestata dal primo ministro italiano, significa annessione a Israele di buona parte della Cisgiordania; per lo stato palestinese di cui parlano i paesi imperialisti restano alcune "riserve" in Cisgiordania e il grande lager di Gaza, sotto il controllo economico e militare sionista. Tanto che inizia a farsi strada l'ipotesi di uno stato, due popoli.
Olmert ha ringraziato per la conferma dell'appoggio dell'Italia e alzato il tiro delle richieste all'"amico" di Roma.
Ha ricordato che Prodi è stato "il primo leader mondiale a rivolgersi a me dopo la guerra in Libano per l'invio di un contingente militare multinazionale in Libano", per togliere gli invasori sionisti dalla trappola in cui si erano cacciati e sostituirli con i "caschi blu". "I 2.500 soldati italiani della missione Unifil svolgono un lavoro importante secondo il mandato Onu. Sono sicuro che continueranno ad agire efficacemente contro Hezbollah e che la frontiera rimarrà tranquilla", ha detto Olmert ricordando che la "missione di pace" dell'Onu in Libano, anche se formalmente in supporto dell'esercito libanese, è contro Hezbollah.
Le regole d'ingaggio della missione in Libano "hanno funzionato bene, ma se ci dovesse essere un invito dell'Onu, siamo pronti a cambiarle", ha prontamente risposto Prodi garantendo la disponibilità dell'imperialismo italiano a agire direttamente anche come braccio armato dei sionisti in Libano.
Affermazioni gravi ma non era ancora finita, l'appoggio di Prodi al boia Olmert non si è limitato alle questioni palestinese e libanese si è spinto fino alla questione del nucleare civile iraniano. "Dimenticandosi" che più volte Israele ha minacciato di colpire l'Iran, il presidente del consiglio ha affermato: "siamo assolutamente d'accordo: l'Iran non può e non deve avere nessuna capacità militare nucleare". E non ha battuto ciglio quando Olmert ha ripetuto che "non potremo mai consentire che uno Stato (l'Iran, ndr) che fa appello alla distruzione di Israele possa possedere un arsenale nucleare. Va fatto di tutto per impedirglielo". Una dichiarazione di guerra avallata dall'imperialismo italiano. Senza considerare che Israele è l'unico paese del Medio Oriente che possiede illegalmente armi atomiche.
All'incontro con Olmert ha fatto seguito il 10 luglio quello col presidente palestinese Abu Mazen a cui Prodi ha confermato il sostegno dell'Italia al governo golpista di Fayyd, un governo di "emergenza" illegale che in base alla costituzione palestinese dovrebbe già essere sciolto. Ma per Prodi quello che conta è che questo governo ha l'appoggio di Israele, degli Usa e della Ue.

18 luglio 2007