Per Prato governata dal popolo e al servizio del popolo
Lavoriamo per costituire le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

In occasione delle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno i marxisti-leninisti pratesi invitano le elettrici e gli elettori a delegittimare i partiti del regime neofascista negando il proprio consenso alle varie cosche parlamentari e ai loro rispettivi candidati al Comune e alla Provincia di Prato disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Da queste elezioni le masse popolari pratesi non avranno alcun vantaggio qualunque sia il candidato che risulterà vincente. Le urne servono solo per decidere se sarà la destra o la "sinistra" borghese a governare per i prossimi cinque anni il Comune e la Provincia. E tutto sarà fatto nell'esclusivo interesse della borghesia locale, dei padroni, della grande distribuzione e speculazione immobiliare.
Anche se, dopo 60 anni di governo ininterrotto della cosiddetta "sinistra", questa volta dovessero cambiare i suonatori in Piazza Del Comune e in via Ricasoli, la musica sarà sempre la stessa: corruzione, sprechi, privatizzazioni di tutti i servizi pubblici, anche i più essenziali come l'acqua, il gas e le farmacie comunali, tasse e tariffe sempre più esose, abbandono delle periferie urbane, scuole e ospedali fatiscenti, mancanza di case, cementificazioni selvagge, deturpazione dell'ambiente e del territorio, incuranza della salute e della vita delle popolazioni attraverso la costruzione di megadiscariche e inceneritori, l'instaurazione di un clima militarista, razzista e xenofobo attraverso l'istituzione del "vigile" e "l'informatore" di quartiere, la militarizzazione della città e il permesso alla Lega di riesumare le milizie mussoliniane attraverso le ronde e ai neofascisti di Forza Nuova di aprire sedi e di tenere manifestazioni pubbliche in città.

Il bilancio delle giunte uscenti
Sul piano elettorale l'astensionismo rappresenta una potente arma di lotta e oggettivamente esprime un voto in difesa degli interessi della classe operaia, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati a basso reddito, delle masse femminili, degli studenti e delle nuove generazioni contro la macelleria sociale, i piani piduisti e fascisti del governo Berlusconi e le misure delle giunte Romagnoli e Logli che non hanno mosso un dito per arginare la devastante crisi economica e finanziaria che ha colpito il distretto tessile pratese.
Gli ultimi 5 anni di governo della città e della provincia da parte delle giunte di "centro-sinistra" si sono rivelati un'autentica iattura per le masse popolari pratesi che hanno visto ulteriormente peggiorare le proprie condizioni di vita e di lavoro.
I primi dati sul 2009 sono allarmanti. Tra gennaio e febbraio sono finiti in mobilità 539 lavoratori (+24,4% sullo stesso periodo 2008). Nel solo mese di febbraio le ore di cassa integrazione autorizzate dall'Inps sono aumentate del 368% per quella ordinaria (22mila ore in più rispetto a febbraio 2008) e del 225% per quella straordinaria (75mila ore in più). La lunga crisi del tessile dal 2001 al 2008 a Prato ha spazzato via oltre duemila imprese e 10mila posti di lavoro (1.129 solo l'anno scorso) e le imprese tessili attive sono diminuite del 37,1%, sempre dal 2001 a oggi. In questo momento, sono 2mila i lavoratori in cassa integrazione ordinaria, 600 in straordinaria e quasi 1.200 quelli che usufruiscono dei contributi dell'Ente regionale bilaterale per gli artigiani Ebret. La perdita del fatturato si aggira intorno agli 1,5 miliardi (sceso a quota 3,7 miliardi, con una contrazione del 7,1% nel 2008, quando l'export è crollato del 10,3%).
A farne le spese sono anche i piccoli artigiani e i lavoratori autonomi titolari di tessiture a conduzione familiare che hanno denunciato fallimenti a catena e accusano i grandi industriali di aver spostato gran parte della produzione all'estero dove la mano d'opera costa meno e l'evasione fiscale è ancor più facile da praticare.
Una situazione a dir poco drammatica che favorisce il dilagare del lavoro nero, precario e senza nessuna tutela sindacale come dimostrano le oltre 4 mila aziende illegali (+12% nel 2008), in gran parte in mano a padroni cinesi, che in pochi anni hanno creato un vero e proprio distretto "parallelo" con un giro d'affari di due miliardi di euro.
Buona parte degli immigrati cinesi lavorano per conto terzi nel settore delle confezioni subendo condizioni di lavoro bestiali che non risparmiano nemmeno i bambini e che finiscono per gonfiare le tasche non solo dei padroni cinesi, ma anche quelle dei padroni pratesi che li sfruttano come manodopera a bassissimo costo. Inoltre sono anche vittime di una vera e propria campagna razzista e xenofoba sfociata in varie aggressioni e provvedimenti repressivi da parte della giunta Romagnoli. Non se la passano meglio gli immigrati albanesi, nigeriani, pakistani, marocchini che vivono di stenti ammassati in fabbricati fatiscenti o per strada.
Mentre le tasse, i tributi e i costi per i servizi pubblici essenziali sono saliti alle stelle come testimoniano l'ennesimo aumento della Tia (Tariffa igiene ambientale) che a fine aprile è stata aumentata di un altro 3,5% per il 2009, gli aumenti delle rette e i tagli alle supplenze negli asili nido e materne comunali da cui ogni anno vengono esclusi centinaia di bambini costretti a iscriversi alle private.
Per non parlare del servizio sanitario che, a causa della cronica mancanza di personale medico e infermieristico, fornisce qualità e quantità di servizi ben al di sotto delle necessità della popolazione in particolar modo per quanto riguarda il pronto soccorso dell'ospedale Misericordia e Dolce dove spesso i pazienti in attesa di cure vengono letteralmente abbandonati nella sala d'aspetto anche per 12 ore di fila prima di essere visitati da un medico. Da oltre 20 anni Prato attende un nuovo ospedale, ma fino ad oggi, a parte qualche bozza di progetto, le giunte di "centro-sinistra" che si sono succedute alla guida della città non hanno fatto niente per risolvere questo grave problema. Mentre per la costruzione della multisala a Capezzana e soddisfare gli appetiti della grande distribuzione e della speculazione edilizia, Logli e Romagnoli hanno fatto letteralmente carte false per dare il via ai lavori il più velocemente possibile.
Lo stesso discorso vale per la viabilità: per favorire al massimo l'afflusso verso le mecche del consumismo lungo la direttrice Pistoia-Firenze, c'è la "declassata" completamente rifatta e fornita di ponti e sottopassi, mentre la viabilità cittadina è ridotta a groviera e langue in uno stato di completo abbandono.

I candidati del "centro-sinistra"
In lizza ci sono nove candidati alla poltrona di sindaco e nove alla presidenza della provincia sostenuti da ben 19 liste elettorali in rappresentanza di 25 forze politiche.
Un record di liste e candidati senza precedenti: basti pensare che nel 2004 gli aspiranti sindaci erano sette, con 17 liste; mentre alla provincia erano solo 5 i candidati.
Ma nessuno di loro ha le carte in regola per meritarsi la fiducia delle elettrici e degli elettori pratesi.
Non la meritano i candidati del "centro-sinistra": Massimo Carlesi, al Comune, e Lamberto Gestri, alla Provincia.
Si tratta di due ex democristiani riciclati che hanno vinto le primarie di febbraio dopo che i rispettivi predecessori, Marco Romagnoli e Massimo Logli, sono stati fatti fuori al termine di una lunga guerra per bande fra le varie fazioni che compongono il PD.
Carlesi, sostenuto da una coalizione che va dal PD, IdV, Repubblicani europei, Liberali italiani e arriva fino ai Comunisti italiani e ai fuoriusciti vendoliani del PRC di Sinistra e Libertà, è una vecchia volpe della DC che fa capo alla corrente di Rosy Bindi; è direttore d'agenzia della UnicreditBanca di Roma spa, è stato assessore alla Mobilità nella seconda giunta Mattei, vice presidente del consiglio pastorale della diocesi di Prato, presidente della confraternita della misericordia di Grignano, ed è stato già eletto nel '99 in consiglio comunale nelle liste dei Ds.
Gestri, candidato da PD, IdV, Comunisti italiani, Sinistra e Libertà, è coordinatore provinciale della Margherita, già segretario provinciale e boss politico di riferimento della vecchia DC pratese, eletto per la prima volta consigliere comunale nel 1970, è stato presidente e ora vice presidente del Consiag (il gruppo che è attualmente presieduto da Paolo Abati, il candidato a sindaco nelle primarie del PD dalla fazione Ds risultata perdente).

I candidati del "centro-destra"
Allo stesso modo non meritano nessuna fiducia i candidati del "centro-destra" Roberto Cenni, per il Comune, e Cristina Attucci, per la Provincia, sostenuti da Pdl, Lega, Udc, La Destra, Socialisti Riformisti, Giovani Pratesi, Lista Taiti per Prato, Prato Civica, Pensionati democratici italiani, fino ai neofascisti di CasaPound e Forza Nuova.
Il primo è il candidato imposto da AN ed è presidente della Fondazione Cassa di risparmio, nonché padrone della holding Go-Fin, il gruppo di aziende leader nel settore tessile e abbigliamento con i marchi Sasch e Sundek.
La seconda, che di professione fa l'informatore scientifico del farmaco, è consigliere comunale a Poggio a Caiano (eletta al suo esordio alle amministrative dell'anno scorso con la lista di opposizione "Noi poggesi uniti per la libertà"), si atteggia a giovane "verginella" della politica ma di fatto è cresciuta sotto l'ala protettiva dell'ex boss craxiano ora Pdl Alberto Magnolfi.

Gli altri candidati
Gli altri otto candidati neopodestà sono: l'ex assessore alla sicurezza Aldo Milone con la sua lista Prato libera & sicura; Paolo Paoletti per Rifondazione comunista; Maila Ermini (l'unica donna) con la lista Per il bene comune; Renzo Bellandi per la Sinistra rossoverde; Fausto Barosco con la lista civica Beppe Grillo; Alessandro Rubino con Libertà Legalità Novità e Francesco Mazzeo, ex consigliere comunale di Forza Italia, candidato dai Socialisti per le libertà. Mentre per la Provincia, oltre a Gestri e Attucci, ci sono Francesco Querci dell'Udc, Bruno Gualtieri di Prato libera&sicura, Calogero Messina di Rifondazione, Lanfranco Nosi di Sinistra rossoverde, Giuseppe La Gamba della lista civica La città per noi, Salvatore Pirronello dei Socialisti per le libertà e Raul Cangemi della Democrazia cristiana.

Abbandonare le illusioni elettorali
Oggi più che mai è necessario che tutti i combattenti per il socialismo, gli anticapitalisti, antimperialisti, i lavoratori, i disoccupati e i giovani abbandonino le illusioni parlamentari e recidano completamente ogni legame con le istituzioni borghesi in camicia nera a cominciare dai governi locali e si organizzino al di fuori di esse per costruire, rafforzare e sviluppare una vasta opposizione di classe contro la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e guerrafondaia del nuovo Mussolini Berlusconi. Al contrario dei falsi partiti comunisti (PRC, PdCI e Sinistra e Libertà) che operano di fatto per imbrigliare la lotta di classe nelle pastoie del palazzo e ingannano gli elettori con false promesse, noi marxisti-leninisti proponiamo invece a tutto l'elettorato di sinistra a impegnarsi per costruire in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.

PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
Cellula "G.Stalin" di Prato

Prato, 11 maggio 2009