Col voto unitario del "centro-destra'' e del "centro-sinistra''
La CAMERA APPROVA IL PROSEGUIMENTO DELLE OPERAZIONI MILITARI ALL'ESTERO
CONFERMATO L'INTERVENTISMO E IL BELLICISMO DELL'ITALIA
Il 4 maggio scorso con 382 voti a favore, grazie al voto unitario del "centro-destra'' e di larga parte del "centro-sinistra'', la Camera ha approvato la prosecuzione della partecipazione italiana a operazioni militari internazionali. Hanno votato contro i 52 deputati del PRC, dei Verdi ed un gruppetto di dissidenti dell'Ulivo e della sinistra DS.
Ancora una volta sulla politica interventista, militarista e espansionista dell'imperialismo italiano si è registrata la nera e vergognosa convergenza tra maggioranza e opposizione, confermando l'obiettivo comune dei due Poli di fare dell'Italia una avanguardia dell'imperialismo europeo.
Nella scorsa legislatura la Casa del fascio aveva ben volentieri avallato i bellicisti provvedimenti varati dai governi dell'Ulivo, a partire da quello precedente all'attuale che prorogava la partecipazione dell'Italia alle missioni imperialiste, per arrivare a quelli ancor più gravi dell'invio del contingente militare in Albania e della partecipazione all'aggressione alla Serbia, e del varo dell'esercito professionale mercenario, ora la situazione si ripete a ruoli invertiti. Il provvedimento varato dalla Camera estende e rifinanzia lautamente, per ora solo fino al 31 dicembre 2002, tutte le missioni spacciate per operazioni di "peace keeping''. Le forze militari e le forze di polizia italiane dislocate ai quattro punti cardinali potranno così continuare a presidiare le zone calde dello scacchiere internazionale per conto dell'imperialismo italiano: a partire da tutta la "fascia calda'' dei Balcani, dalla Macedonia, al Kosovo, dalla Bosnia all'Albania, e poi ancora in Afghanistan e in Israele a fianco della Nato, in Etiopia e in Eritrea. E impegnate, insieme alla Ue, in interventi nei territori della ex Jugoslavia e in Albania "finalizzati - si legge nel provvedimento - ad assicurare, nell'ambito delle strategie di collaborazione nella lotta contro la criminalità organizzata, nel contrasto dei flussi migratori clandestini e di altri traffici illeciti, un'attività di consulenza, assistenza e addestramento della polizia albanese''. Ma, non occorre essere facili profeti per prevedere che si tratta di un provvedimento di passaggio che ne preannuncerà altri visti i crescenti pruriti guerrafondai dell'imperialismo americano e occidentale, mascherati dietro l'Enduring Freedom che rischiano di coinvolgere il nostro paese in nuove avventure belliche (Irak? Somalia? la situazione esplosiva tra India e Pakistan per il controllo del Kashmir?)
C'è da dire inoltre, che la prosecuzione delle operazioni militari all'estero costerà un fiume di denaro pubblico, e più precisamente 637.136.642 euro pari a 1.272 miliardi di lire, a cui "in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato e ai capitolati d'onere'' si potranno aggiungere 15.600.000 euro destinati "alle esigenze di revisione generale di mezzi da combattimento e da trasporto, di esecuzione di opere infrastrutturali aggiuntive e integrative e di acquisizione di apparati di comunicazione e per la difesa nucleare, biologica e chimica''; 1.145.788 euro relativi alla "previsione di spesa per il sostegno logistico della compagnia di fanteria rumena che opera in Kosovo''; 2.582.284 euro "nell'ambito della prosecuzione dei programmi di cooperazione militare con l'Albania... per il sostegno nelle situazioni post-conflittuali'', oltre a 480.000 euro "per materiale di autoprotezione, armamamento leggero e addestramento delle forze di sicurezza afghane''.

19 giugno 2002