Pugno fascista di Monti contro pescatori e camionisti
Caricati i pescatori davanti alla Camera: cinque feriti

Non solo lacrime e sangue; ma anche manette e manganello a chi osa protestare.
Questa è l'odiosa politica neofascista con cui il governo della grande finanza, della UE e della macelleria sociale guidato da Monti sta letteralmente massacrando le masse lavoratrici e popolari per salvare l'Italia dalla crisi economica capitalistica.
Tra i primi a farne le spese i camionisti e i pescatori che nei giorni scorsi sono scesi in piazza per protestare contro le misure adottate dal governo e in particolare contro il forte rincaro di tasse, pedaggi e carburanti.
Manganellate ai pescatori
Il 25 gennaio il pugno fascista di Monti e Cancellieri si è abbattuto sulle centinaia di pescatori che manifestavano sotto le finestre di Montecitorio.
Per diverse ore i pescatori provenienti da tutta Italia (in particolare da Napoli, Genova e dai porti siciliani) hanno urlato tutta la loro rabbia contro il governo con striscioni e cartelli in cui fra l'altro si legge: "La Comunità Europea ci affonda", "Vi state mangiando anche le nostre barche", "Le regole del Nord Europa non valgono per il Mediterraneo", "La tua manovra la fa Schettino", "Pescatori senza futuro", "Il gasolio aumenta le paghe calano". Significativo anche il fatto che molti di loro indossano giubbotti arancioni di salvataggio.
La protesta è scandita anche dal continuo lancio di slogan da parte dei manifestanti contro il governo e i ministri.
"Siamo qui per dire no alla licenza punti - ha chiarito un manifestante - che ci vuole imporre la Comunità Europea così come anche il giornale di bordo. Per non parlare poi del caro carburante: così non riusciamo ad andare avanti e c'è il rischio di un blocco totale".
Il manifestante non fa quasi in tempo a finire il suo discorso che all'improvviso parte una prima carica della polizia. Gli agenti in assetto antisommossa si accaniscono a suon manganellate, calci e pugni contro i pescatori. Cinque manifestanti sono feriti, due in modo serio; uno è disteso in terra, ha bisogno di essere trasportato subito al pronto soccorso ma trascorre quasi un'ora prima che l'ambulanza arrivi in piazza Montecitorio.
Ciononostante le "forze dell'ordine" del regime neofascista non si fermano e non appena i manifestanti accennano a riprendere la protesta urlando "vergogna, vergogna" partono altre violente cariche per allontanare i "disturbatori" dalla Camera dei deputati.
Al termine della giornata di protesta i pescatori durante il tragitto per raggiungere i treni e gli autobus per fare ritorno a casa, danno vita a un corteo improvvisato attraverso Via del Corso e piazza Venezia.
Intanto altre decine di pescatori, impossibilitati a raggiungere Roma, manifestavano sulla darsena del porto di Gioia Tauro dove sono attraccati i loro pescherecci. Insieme a loro, in segno di solidarietà e di unità nella lotta, anche due rappresentanti dei trasportatori che presidiano l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. I manifestanti che provengono dalle marinerie di Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Nicotera, Catanzaro Lido, Soverato e Roccella Jonica lamentano le difficoltà legate al caro gasolio e gli interventi sulla carta licenza a punti. Una delegazione di pescatori ha incontrato il comandante della Capitaneria di porto di Gioia Tauro Diego Tomat al quale hanno illustrato i problemi che vive la categoria. "Aspettiamo gli esiti dell'incontro in corso a Roma - afferma uno dei manifestanti - per poi decidere eventuali altre azioni di lotta".
Manette ai camionisti
Al quarto giorno di blocchi il governo Monti è intervenuto pesantemente anche contro i camionisti mobilitando le prefetture e ordinando una vera e propria retata contro chi osa bloccare le strade.
L'input è partito dalla ministra dell'Interno Annamaria Cancellieri, la quale durante il suo intervento al Senato per fare il punto sulla situazione ha detto che: "Sono state impiegate dalle forze di polizia, su tutto il territorio nazionale, 1.160 unità di rinforzo" e ha dato mandato ai prefetti di intervenire: "se dovessero verificarsi strascichi della protesta che compromettano la sicurezza della circolazione e l'incolumità delle persone - ha minacciato la ministra - i prefetti potranno far ricorso all'adozione di apposite, mirate ordinanze contingibili e urgenti". Inoltre, Cancellieri ha annunciato "indagini anche su eventuali infiltrazioni mafiose tra i camionisti siciliani".
Il primo a muoversi è stato il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro seguito a ruota dai prefetti di Ravenna e Bari che hanno emesso ordinanze di chiaro stampo mussoliniano per vietare gli assembramenti di camion.
Sulla base di tutto ciò, a partire dal 25 gennaio due persone sono state arrestate al presidio degli autotrasportatori davanti al casello dell'A14 di Termoli; altri tre manifestanti che nei giorni scorsi avevano dato vita a blocchi sono stati arrestati nel ragusano. A Caserta manette a cinque camionisti protagonisti della protesta. Altri due autotrasportatori sono stati arrestati nel tarantino. Nel napoletano il bilancio è di un manifestante arrestato per violenza e minaccia a pubblico ufficiale e altri 11 autotrasportatori denunciati e a rischio sanzioni fino a 10mila euro per "arbitrari blocchi stradali l'accusa". C'è scappato anche il morto: ad Asti un manifestante è morto investito da un auto-articolato tedesco.
Insomma il manganello e le manette tanto care a Mussolini e a Berlusconi, evidentemente non dispiacciono nemmeno a Monti. A conferma che dal neoduce Berlusconi al tecnocrate liberista borghese nulla è cambiato nel comportamento del governo della classe dominante borghese verso le masse popolari. Stessa politica interna, stessa politica estera e stesso manganello fascista.

1 febbraio 2012