Sentenza fascista del giudice di Catania
Punita la madre perché il figlio è comunista


Il vento della terza repubblica di Berlusconi, Veltroni e D'Alema e dell'anticomunismo viscerale soffia forte. Tanto forte che il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Catania, Massimo Esher, è giunto a firmare un'ordinanza con cui ha tolto alla madre, medico ospedaliero, e affidato al padre, insieme al fratello più piccolo, un sedicenne perché comunista.
Il ragazzo ha infatti la tessera dei Giovani comunisti, trovata dal padre, fotocopiata dai servizi sociali, allegata all'ordinanza del Tribunale di Catania, per dimostrare nella causa di affido che la madre non sa badare all'educazione del ragazzo il quale ha "la tessera d'iscrizione a un gruppo di estremisti".
"Mio padre - ha dichiarato il sedicenne M.P. - ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". "Lui non fa altro che associare i comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli, alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di sinistra invece lui detesta i comunisti".
M. P. è stato di fatto accusato di essere comunista, uno che frequenta "luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope", dove cioè c'è il sospetto che si bevano birre e si fumino spinelli. Nel giudizio degli assistenti sociali, le cose stanno pure peggio perché i comunisti sono "estremisti, il segretario del circolo è un maggiorenne che pare abbia provveduto a convincere all'iscrizione e all'attivismo altri ragazzi, tra cui l'amico del cuore del sedicenne, anche lui una 'testa matta' che lo trascina nella vita "senza regole".
Non è l'unica ragione, ovvio, per far pendere la bilancia della contesa sull'affido dalla parte paterna, ma la militanza comunista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il giudice interessato nega che l'ordinanza sia motivata da ragioni politiche. In realtà sia la relazione dei servizi sociali, sia l'ordinanza stessa ruota sulle "cattive" frequentazioni di M.P. Si tratta con tutta evidenza di una persecuzione politica, un avvertimento e un ricatto ai genitori perché controllino e contrastino i figli che intendono abbracciare il comunismo. È l'anticamera della messa al bando dei comunisti come da tempo chiede la destra italiana ed europea. Né più né meno e con le stesse motivazioni di quanto già fecero Hitler e Mussolini contro i partiti e le organizzazioni del movimento operaio.

3 settembre 2008