Quanto costano all'Italia le basi Usa?

Lo Stato italiano paga ogni anno il 41% dei costi delle basi Usa e delle truppe americane di stanza nel nostro Paese. Per l'esattezza nel 2003, l'ultimo anno per il quale ci sono le cifre ufficiali, l'Italia ha versato alle casse americane 366,54 milioni di dollari. Erano stati 540 milioni di dollari nel 1999 (circa 480 milioni di euro) e 326 milioni di dollari nel 2002.
A renderlo noto è il documento che viene consegnato ogni anno dal Segretario alla Difesa al Congresso degli Stati Uniti che porta il titolo: Report on Allied Contributions to the Common Defense (rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune). Da tale rapporto si evince che l'Italia è in testa alla classifica dei contribuenti subito dopo la Spagna. Col suo 41% batte infatti i tedeschi e i greci che sborsano il 32% delle spese di mantenimento delle basi e persino gli inglesi che ne pagano appena il 27%.
Il Belgio è fermo al 24% e il Portogallo ad appena il 3,6%. La media dei contributi europei alla Nato è del 28%, molto al di sotto di quella italiana.
Oltre a denaro liquido tali contributi sono costituiti da sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite che riguardano trasporti, tariffe e servizi ai soldati e alle famiglie, manutenzione delle basi che formalmente sono "italiane".
La maggior parte dei pagamenti, si legge nelle carte ufficiali del governo di Washington nascono da "accordi bilaterali" tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dalla divisione delle spese in ambito Nato. Il metodo di prelievo si chiama "burden-sharing" ("condivisione del peso") ed è illustrato nel "Nato Burdensharing After Enlargment" pubblicato nell'agosto 2001 dal Congressional Budget Office (Ufficio per il Bilancio) del Congresso Usa. Vi si legge che i comandi militari Usa stimano che grazie a questi accordi soltanto per le opere e i servizi nella base di Aviano - proprio quella da cui partì l'aggressione imperialista all'Iraq - i "contribuenti americani hanno risparmiato circa 190 milioni di dollari".
Nel rapporto "Defense Infrastructure", consegnato nel luglio 2004 al Congresso da parte dell'Ufficio governativo per la trasparenza, si legge che "nel bilancio 2001 Germania e Italia hanno dato i maggiori contributi, valutati rispettivamente in 862 e in 324 milioni di dollari". Si tratta, spiega il rapporto, di contributi diretti e indiretti "aggiuntivi rispetto a quelli della Nato".

25 gennaio 2007