Radichiamoci nelle scuole e nelle università

Di Federico Picerni*

Il radicamento nelle scuole e nelle università è fondamentale per dare le ali alla linea studentesca del PMLI.
Siamo convinti che, se il movimento studentesco si impadronirà della nostra linea scolastica e universitaria e della nostra piattaforma per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti, sarà possibile imprimergli una grande svolta a sinistra e in senso anticapitalista capace di far tremare la terra sotto i piedi dei nemici dell'istruzione pubblica, con alla testa il governo Berlusconi e, in generale, tutti i governi possibili sotto il capitalismo, asserviti come sono alle necessità economiche della classe dominante borghese. Perché ciò accada, dobbiamo piantare profonde radici nelle scuole e nelle università.
Il Partito nel complesso svolge un ruolo importante tenendo sotto tiro le politiche del governo sull'istruzione e valutando la linea politica, programmatica e organizzativa del movimento studentesco, ma i grandi protagonisti del radicamento non possono che essere le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti, militanti e simpatizzanti del PMLI.
Ma come possiamo realizzare nel concreto questo lavoro di radicamento?
Innanzitutto occorre conoscere bene la linea studentesca del Partito per orientarsi e non sbandare, in ciò agevolati dal Documento del CC del PMLI sui giovani del 3 aprile scorso, ma anche la realtà nella quale si opera, cioè la propria scuola, facoltà e ateneo, ossia conoscere le problematiche, le esigenze e il livello di coscienza delle masse studentesche e i rapporti di forza fra le organizzazioni studentesche riformiste, per sapersi muovere di conseguenza.
Gli studenti marxisti-leninisti devono diventare dei leader studenteschi ponendosi come elementi d'avanguardia, impegnandosi per elevare il tiro delle lotte e portarle su un piano sempre più maturo, ma ciò va fatto per gradi, tenendo i piedi per terra e soprattutto legandosi alle masse studentesche. Tenere conto del loro livello di coscienza ci permette di evitare corse in avanti, che inevitabilmente ci slegherebbero dalle masse, ma bisogna anche stare attenti a non rimanere indietro, alla coda del movimento.
Occorre crearsi una base, che inizialmente non può che essere costituita dagli elementi più avanzati che si battono sulle nostre posizioni o sono a noi vicini, ma che via via potrà e dovrà diventare di massa. Crearsi una base non è facile, specie per via delle scarse forze di cui disponiamo attualmente, ma nemmeno impossibile. Anche solo fare un buon intervento in assemblea, per esempio, può consentire di farci notare, presentarci come punti di riferimento d'avanguardia e mettere una pulce nell'orecchio delle masse studentesche.
Per questi motivi, va considerata primaria l'attività all'interno degli organismi di massa, come i collettivi. Se già ce ne sono, anche se promossi ed egemonizzati dalla "sinistra" borghese o dall'"ultrasinistra", dobbiamo valutare se hanno una base di massa e se è quindi il caso di lavorare al loro interno per fare avanzare le nostre posizioni e, se ci sono le condizioni, costituire al loro interno la Corrente studentesca marxista-leninista. Se invece mancano, una volta conquistata una base dobbiamo organizzarne noi, nel caso dobbiamo stare attenti a mantenerne il carattere di massa, aprendoli non solo ai militanti e simpatizzanti del PMLI ma a tutti gli studenti più combattivi e avanzati anche se non condividono tutta la nostra piattaforma, usando la democrazia diretta, azioni, metodi, simbologie e atteggiamenti appropriati.
Se riusciamo a far presa, se riusciamo a metterci alla testa delle lotte studentesche e a partecipare alla definizione delle piattaforme, all'organizzazione delle iniziative ecc., dobbiamo cercare di trasmettere la linea del PMLI, tenendo però sempre conto dei rapporti di forza e del fatto che lavoriamo in un fronte unito. Come ricorda il Documento sui giovani: "Il lavoro di fronte unito non richiede solo unità, ma anche lotta: da una parte privilegiare unicamente l'unità con le organizzazioni e le posizioni non nostre ci metterebbe a rimorchio di piattaforme che riteniamo errate o insufficienti; dall'altra parte non è nemmeno corretto far leva solo sulla lotta, poiché si cadrebbe nell'isolamento e nel settarismo. Dobbiamo sviluppare correttamente le contraddizioni che inevitabilmente sorgono all'interno del fronte unito, dimostrando quali sono le posizioni e la strada giuste per ottenere la vittoria".
Naturalmente in questo lavoro bisogna presentarsi non come marxisti-leninisti ma come studenti, come si addice al lavoro di massa.
Le parole d'ordine principali su cui dobbiamo puntare sono quelle per "Scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti" e sulle questioni più urgenti del momento, come l'abrogazione delle "riforme" Gelmini, compresa la recente controriforma sul diritto allo studio, dalle quali si può partire per un lavoro unitario, per quanto ci sia ancora da lavorare su certe questioni, come il governo delle scuole e università. Sta alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti elaborare parole d'ordine e proposte relative alle problematiche specifiche della scuola, della facoltà o dell'ateneo in cui operano.
Dobbiamo impegnarci a farlo per rivendicare e diffondere in ogni scuola e facoltà la proposta dell'assemblea generale delle studentesse e degli studenti, intesa come massima organizzazione unitaria incaricata della definizione degli indirizzi politici, programmatici, organizzativi e di lotta, e come contraltare degli attuali "organi collegiali".
La strada è tortuosa, ma potremo farcela applicando la linea studentesca del Partito. A tutte le studentesse e gli studenti che vogliono una svolta a sinistra nel movimento studentesco e si riconoscono nella nostra piattaforma o nei suoi punti principali, noi chiediamo di aiutarci a concretizzarla. Dobbiamo essere pienamente consapevoli che anche solo conquistando l'egemonia di una singola scuola o facoltà, potremo accendere la scintilla che darà fuoco alla prateria. Abbiamo bisogno di un'esperienza studentesca modello per poterla generalizzare in tutto il Partito.

* Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI

9 novembre 2011