Voto unanime in parlamento
Destra e "sinistra" del regime ratificano il Trattato di Lisbona
Napolitano: risultato importante, ora convergenze per le riforme

Il vertice di Bruxelles dell'Unione europea del 20 giugno scorso aveva deciso di ignorare la bocciatura del Trattato di Lisbona nel referendum irlandese del 12 giugno e aveva invitato i paesi che ancora non lo avevano fatto a procedere speditamente nella ratifica. Berlusconi aveva promesso il voto favorevole dell'Italia entro le ferie e così è stato. Sia il Senato, il 23 luglio con 286 voti favorevoli su 286 votanti, sia la Camera, il 31 luglio con 551 voti favorevoli su 551 votanti hanno approvato il Trattato.
Un'unanimità di consensi tra la destra e la "sinistra" del regime, sottolineata alla Camera da un lungo applauso bipartisan che ha accolto il risultato della votazione; evidenziata sia dal presidente della Camera, il fascista Gianfranco Fini, che ha affermato come "l'approvazione unanime è l'espressione di una bella pagina dell'antica tradizione parlamentare del nostro Paese che è co-fondatore dell'unione europea", che dal premier Silvio Berlusconi, presente in aula, e che in una nota ha espresso "grande soddisfazione per il voto all'unanimità" e evidenziato "il contributo dell'Italia al rilancio dell'Europa che sta attraversando una fase di difficoltà. L'auspicio è che il voto di oggi possa servire anche agli altri paesi che ancora devono completare l'iter parlamentare".
Un invito rivolto alla Repubblica Ceca, che ha interrotto il processo di ratifica per valutare la compatibilità con la Costituzione nazionale, e alla Svezia che lo ha in programma nel prossimo novembre. Gli ultimi due paesi che mancano all'appello dei 27, salvo l'Irlanda.
Il voto unanime del parlamento italiano è stato sottolineato con particolare enfasi dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Il presidente non si è limitato a ribadire che "l'approvazione unanime della legge di ratifica del trattato di Lisbona rappresenta un titolo d'onore per il parlamento italiano e un fattore di rinnovato prestigio per il ruolo europeo del nostro paese", o meglio il ruolo che vuol essere di punta dell'imperialismo italiano nella superpotenza imperialista europea. Sostenuto sia dalla destra che dalla sinistra del regime: "sono lieto - ha affermato Napolitano - che governo, maggioranza e opposizione abbiano saputo dar prova di una comunanza di vedute e di prospettive su un tereno cruciale per l'avvenire del paese". E con un occhi rivolto anche alla situazione interna ha tenuto a precisare che l'Italia "ha bisogno di convergenze sulle questioni su cui è indispensabile, per poter decidere, avere una larga condivisione". E a scanso di equivoci le ha elencate: "le riforme istituzionali, la riforma della giustizia e il funzionamento del parlamento". Tutti argomenti sui quali le "prove tecniche di dialogo", come le ha definite Napolitano, abbondano e non avrebbero avuto bisogno di particolari sollecitazioni. Vittorio Emanuele Napolitano ha voluto comunque aggiungere la sua sollecitazione.

10 settembre 2008