Peggio di ora solo nel 2009
In recessione da un anno il Pil giù del 2,5%
Male industria, agricoltura e consumi. Esplode la cassa integrazione

L'Italia è in piena recessione da un anno: a certificarlo sono i dati Istat inerenti la stima preliminare diffusi il 7 agosto scorso da cui emerge che per il quarto trimestre consecutivo il Prodotto interno lordo (Pil) è in picchiata libera tant'è che nel secondo trimestre 2012 ha fatto registrare su base tendenziale un calo del 2,5% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente; si tratta, sottolinea fra l'altro l'Istituto nazionale di statistica, del peggior risultato a decorrere dal quarto trimestre del 2009, immediatamente dopo lo scoppio della crisi, quando la diminuzione era stata del 3,5% su base trimestrale e arrivò al 5% su base annua segnando il record dal dopoguerra.
Non solo. I dati confermano inoltre che il calo congiunturale del Pil (pari allo 0,7% in meno rispetto al trimestre precedente del 2012) è dovuto a una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi.
Il calo congiunturale, spiega l'Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Il secondo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2011. Nello stesso periodo, rileva l'Istat, il Pil è aumentato dello 0,4% congiunturale negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,7% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è aumentato del 2,2% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,8% nel Regno Unito.
Nel commentare la drammatica situazione economica, l'associazione dei consumatori (Codacons) ha sottolineato fra l'altro che: "questo dato, unito al crollo della produzione industriale, scesa dell'8,2% su base annua, dimostra che tutte le previsioni sul Pil rese note ad oggi, per quanto drammatiche, sono persino ottimistiche''. Infatti, il dato acquisito per il 2012 (che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri) è pari a -1,9 cento. La variazione congiunturale negativa è la quarta dopo quelle registrate a partire dal terzo trimestre 2011 (-0,2%) e proseguite nel quarto trimestre 2011 (-0,7%) e nel primo trimestre 2012 (-0,8%); si conferma così la recessione che è data da due variazioni congiunturali consecutive negative. E il risultato tendenziale registrato ad agosto 2012 non solo è il peggiore dal 2009 ma è anche il terzo calo consecutivo a partire dal quarto trimestre del 2011.
Certo che di fronte a tutto ciò ci vuole davvero una bella faccia tosta come quella di Monti per affermare al meeting di CL a Rimini il 19 agosto che "Siamo vicini alla fine della crisi. Un anno fa stavamo peggio ma non ce ne rendevamo conto".
La verità è che il calo del Pil rischia di bruciare altri 300 mila posti di lavoro entro la fine del 2012 con conseguente ulteriore aumento della Cassa integrazione. Infatti nei primi sette mesi del 2012 sono state richieste 640 milioni di ore di Cig tra ordinaria, straordinaria e in deroga. Significa un +8,76% rispetto ad un anno di crisi come il 2011. In Cassa a zero ore, a luglio, c'erano oltre 525mila persone per un taglio del reddito di oltre 2,4 miliardi di euro (circa 4.700 euro l'anno cadauno). La conseguenza di questo scenario economico da incubo è l'aumento della disoccupazione che, secondo i dati Istat, a giugno, è balzata al 10,8%, con un aumento dello 0,3% su base mensile. Per dare un'idea di quanto accaduto nell'ultimo anno, basti pensare che a settembre 2011 la disoccupazione era all'8% e il dato degli occupati totali in Italia era al 36,8% contro il 41,2% medio dell'eurozona.

19 settembre 2012