Omessa la pubblicazione della situazione patrimoniale
I redditi dei membri del governo non convincono
Il premier Letta nullatenente? I ministri Patroni Griffi e Cancellieri i più ricchi con oltre 300mila euro

Alla fine di luglio, in piena "zona Cesarini" per evitare la sanzione che prevede dai 500 ai 10mila euro di multa in caso di omissione e relativa pubblicazione su internet, gli uffici della presidenza del consiglio dei ministri hanno ottemperato l'obbligo di pubblicare on line i redditi dei componenti dell'esecutivo in base a quanto prevede il Dlgs 14 marzo 2013, n. 33, sugli obblighi di pubblicità delle pubbliche amministrazioni entro tre mesi dall'elezione.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi che, da ministro della Funzione pubblica del governo Monti, scrisse la disposizione dell'operazione "trasparenza totale" si è detto "molto soddisfatto" per l'andamento dell'operazione. In realtà si tratta di una vera e propria presa per i fondelli e per nulla trasparente. Infatti Letta e i membri del suo governo sono "obbligati" a pubblicare solo le proprie situazioni reddituali ma non quella dei propri familiari e parenti a cui spesso vengono intestati beni immobiliari e compartecipazioni azionarie. La facoltà di rendere pubblica l'entità di questi patrimoni è a totale discrezione degli stessi parenti e familiari tant'è che quasi tutti hanno negato il consenso alla loro pubblicazione. Non solo; se si pensa che ogni parlamentare guadagna mediamente uno stipendio di circa 15 mila euro netti al mese (5.941 di indennità di funzione, più 4 mila di diaria, più 4.678 di rimborsi e un forfait annuale per i viaggi che va da 9 a 18 mila euro) più tutta una serie di privilegi e benefit da nababbo a cui si aggiungono, a seconda dei casi, le varie indennità di carica che spesso sono superiori allo stipendio base, allora appare incredibile che gente come il presidente del Consiglio in carica Enrico Letta, il suo vice Angelino Alfano o il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello che siedono in parlamento da diverse legislature dichiarino imponibili di circa 100 mila euro. La verità è che si tratta di una vera e propria banda di sanguisughe del popolo e mentitori incalliti perché omettono di denunciare tutti i loro introiti.
Ecco perché Letta con un imponibile di solo 123.893 si piazza a metà classifica e figura come un nullatenente: niente automobili, moto, barche, case, azioni o investimenti. Letta ha presentato nel 2013 (anno fiscale 2012) una dichiarazione dalla quale non risultano proprietà intestate. E nel suo caso, come per tutti gli altri ministri e sottosegretari, non è possibile conoscere la reale situazione patrimoniale della famiglia per il negato consenso.
Ancora peggio ha fatto il ministro dei Rapporti con il Parlamento del PD, Dario Franceschini, che ha comunicato l'imponibile relativo al 2011 pari a 187.426 euro e ha preso tempo "in attesa di far pervenire quello relativo al 2012". del resto non è un mistero che Franceschini possiede una casa a Roma di 194 metri quadrati, un cospicuo pacchetto azionario e Btp.
La più ricca risulta invece la ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri con un reddito imponibile dichiarato di 319.170 euro. Mentre tra i viceministri e sottosegretari il 730 più alto è proprio quello di Filippo Patroni Griffi con 331.627 euro. L'ex ministro per un minimo di coerenza è uno dei pochi che ha reso pubblici anche i patrimoni dei familiari fra l'altro composto da: un fabbricato a Roma, due a Napoli, uno a Massa lubrense, un terreno a Frignano, tre macchine, fondi per quasi 200mila euro e investimenti per oltre 180mila euro.
Il manganellatore di operai del PDL, vicepremier e ministro degli Interni, Angelino Alfano, vanta invece un imponibile di 105.186 euro a cui si sommano una serie imprecisata di terreni e fabbricati sparsi tra Sant'Angelo e Agrigento.
Non se la passa male neanche il ministro degli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi che ha dichiarato un imponibile di 186.735 a cui somma: una casa di 11,5 vani a Roma, 7 negozi, una casa all'Argentario, un rustico a Lodi, una casa a Roma al 50% con la sorella e due case a Bruxelles. Nella sua disponibilità, tra l'altro Btp, fondi e portafogli di investimento.
Quagliariello invece è un "poveraccio" con un imponibile di appena 87.563 euro più due fabbricati a Locorotondo e le nude proprietà di Roma e Parigi. Graziano Delrio, ministro delle Regioni, dichiara 97.492euro, alcuni fabricati e due terreni di "seminativo arboreo". Mentre Carlo Trigilia (179.025euro di reddito) è proprietario di una casa di 230mq a Bagno a Ripoli al 50% e un terzo di un terreno a Porto palo di 25mila mq. Il ministro della Coesione possiede fra l'altro anche una bella barca a vela da 7 metri.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, vanta invece un reddito di di 297.729 euro ed è tallonato dal ministro dei Traporti Maurizio Lupi con 282.499 euro. Alle loro spalle, Fabrizio Saccomanni con 195.255 euro, quindi la titolare degli Esteri Emma Bonino con 177.077 euro, il ministro della Cultura Massimo Bray con 150.457 euro, quello dello Sviluppo Flavio Zanonato con 109.565 euro, la ministra dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo con 101.071 euro. Appaiati intorno ai 98mila euro i ministri Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando e Giampiero D'Alia, tallonati da Maria Chiara Carrozza ferma a 97mila. A quota 74.408 il ministro della Difesa Mario Mauro. Chiude la ministra Cecile Kyenge con 38.538 euro.

25 settembre 2013