Nonostante il cosiddetto "election day" oltre 2 milioni di astenuti
L'astensionismo è il 1° "partito" alle regionali in Lombardia
Maroni eletto governatore, ma la Lega perde 416.320 voti. SEL e i falsi comunisti restano fuori dal Pirellone
Continuiamo a lottare contro le illusioni elettorali e il capitalismo per il socialismo

Dal nostro corrispondente della Lombardia
Nonostante l'effetto di trascinamento al voto derivante dalle concomitanti elezioni politiche nel cosiddetto "election day", che ha provocato un calo rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2010, il 24-25 febbraio l'astensionismo (diserzione delle urne, schede nulle e bianche) risulta comunque essere di gran lunga il primo "partito" lombardo con 2.000.453 astenuti, pari al 25,85% del corpo elettorale. Su 7.738.280 elettori, difatti, ben 1.800.236 (23,26%) hanno disertato le urne, 132.931 (1,72%) hanno annullato la scheda e 67.286 (0,87%) l'hanno lasciata in bianco.
A grande distanza segue il PD con 1.369.440 voti, pari al 17,7% sul totale degli elettori, mentre il PDL ne ottiene 904.742, pari al 11,7%. Il Movimento 5 stelle di Grillo, grazie anche all'assordante campagna mediatica, riesce ad intercettare il 10% dei voti del corpo elettorale, esattamente 775.211.
L'eletto alla carica di governatore, con 2.456.921 voti, è il candidato del "centro-destra", il caporione nazi-leghista e ex demoproletario Roberto Maroni, successore di Bossi e già ministro del Lavoro e degli Interni durante i governi del neoduce Berlusconi, distintosi per aver portato avanti alcune tra le più feroci politiche antioperaie e antipopolari degli ultimi decenni (controriforma fascista delle pensioni e del "mercato del lavoro", repressione delle manifestazioni di piazza dei lavoratori, degli studenti e dei movimenti popolari come quello NO TAV in Val Susa). In questa tornata elettorale era sostenuto, oltre che dalla sua personale lista presidenzialista creata ad hoc "Maroni Presidente" e dalla Lega Nord, anche dal PDL, dalla lista "Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale" (fondata da La Russa, Meloni e Crosetto), dal Partito Pensionati e dalle liste "Tremonti 3L-Lista Lavoro Libertà" e "Alleanza Ecologica-Lombardia Popolare". La Lega Nord riesce quindi a giungere alla più alta carica della regione dov'è il fulcro della borghesia italiana, nonostante abbia subito un vero e proprio tracollo, perdendo ben 416.320 voti rispetto alle precedenti elezioni regionali.
Sconfitte le ambizioni elettoralistiche del "centro-sinistra" e del suo candidato Umberto Ambrosoli sostenuto, oltre che dalla lista "Patto civico con Ambrosoli Presidente", dal liberale PD, dall'IDV dell'anticomunista Di Pietro, dal PSI, dai Verdi, dai vendoliani di SEL, fino ai falsi comunisti della Federazione della sinistra (FDS) che avevano rinunciato a presentarsi col simbolo della falce e martello riunendosi nella lista "Etico a sinistra". Solo il PD e il "Patto civico" sono riusciti ad ottenere seggi in consiglio regionale, mentre tutti gli altri restano fuori.
Un flop anche il risultato dell'ex neopodestà milanese Gabriele Albertini che, nonostante l'appoggio dell'UDC di Casini, non va oltre i 236.597 voti restando anch'egli fuori dal Pirellone.
Il Comitato Lombardo del PMLI ringraziando sentitamente le elettrici e gli elettori che non si sono fatti incantare dalle nuove sirene borghesi e si sono astenuti, assicura che non darà tregua al governatore Maroni e alla sua nuova giunta neofascista che si pone in continuità con quella del dittatore ciellino Roberto Formigoni che, per 17 anni, ha devastato il territorio lombardo con progetti faraonici inutili e dannosi per l'ambiente e tartassato le masse lavoratrici e popolari.
Continuiamo, dunque, con determinazione e perseveranza a lottare contro le illusioni elettorali e il capitalismo, per il socialismo!

6 marzo 2013