Presentata dalla compagna Claudia Del Decennale
Relazione della Commissione per gli Emendamenti allo Statuto del PMLI


Pubblichiamo la relazione della Commissione per gli Emendamenti allo Statuto del PMLI presentata dalla compagna Claudia Del Decennale e approvata dal 5° Congresso nazionale del PMLI.

La Commissione per gli emendamenti allo Statuto, ha analizzato e discusso a fondo gli emendamenti proposti e accettati dal Comitato centrale uscente e le relative proposte emerse dai Congressi di base. Come responsabile ringrazio i compagni che sono stati partecipi e attivi nella discussione.
I principi politici che hanno ispirato il nostro lavoro di Commissione sono:
1) lo Statuto è per il nostro Partito la legge suprema senza cui la vita esterna e la sua vita interna mancherebbero, a livello organizzativo, di quella salda impostazione di principio e di quelle norme direttrici generali e particolari che ci sono indispensabili.
2) lo Statuto è una potente arma per il nostro Partito e deve rispondere alle esigenze concrete e specifiche della rivoluzione socialista nel nostro Paese. Un'arma potente per mezzo della quale si può edificare il Partito con quelle caratteristiche che lo rendono l'inconfondibile e autentico Partito della classe operaia e della rivoluzione socialista. Un'arma che ci difende dalle infiltrazioni dei nemici e ci permette di lottare contro il revisionismo moderno.
3) la base che ha ispirato il nostro Statuto così come il Programma dalla fondazione del PMLI e che tutt'oggi deve esserne il fondamento è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Nel corso degli anni il nostro Statuto è stato migliorato e aggiornato senza però mai perdere le sue basi politiche e i suoi scopi.
L'analisi degli emendamenti allo Statuto ha poi poggiato sulle importanti e lungimiranti motivazioni enunciate dal nostro Segretario generale Giovanni Scuderi ed espresse in sede di 8ª Riunione plenaria del 4° Ufficio politico tenutasi il 20 aprile scorso quando egli ha affermato: "Gli emendamenti allo Statuto del PMLI che propongo sono fatti sulla base delle nuove necessità politiche e organizzative del Partito. I principi e la struttura bolscevica dello Statuto rimangono però immutati. Quello che viene cambiato o aggiunto è ispirato e conforme a essi".
La nostra Commissione conviene che gli emendamenti sono stati elaborati anche per ratificare certi stati di fatto, per ufficializzarli, per non paralizzare il Partito di fronte a delle situazioni che erano fuori dallo Statuto ma che per motivi organizzativi e di necessità in realtà si andavano a creare. Lo Statuto è la legge suprema e occorre collettivamente rispettarla, però ci possono essere delle deroghe che riguardano situazioni nuove organizzative. Se applichiamo e interpretiamo lo Statuto in forma dogmatica il Partito rischia di paralizzarsi. Vedi le Organizzazioni, quando in una città è presente un solo membro del Partito.
Vedi la questione dei dirigenti a tutti i livelli che devono essere membri effettivi, ciò contrasta con la realtà organizzativa. Attualmente il Comitato centrale non è in grado di mandare dei dirigenti centrali nelle varie città dove il Partito si sviluppa, occorre quindi che anche chi è membro candidato possa ricoprire in mancanza di membri effettivi, incarichi di Segretario di Cellula, Comitato comunale, provinciale e regionale.
È parere di questa Commissione che questi emendamenti rendono ancora più forte e attrezzato il nostro Partito per battersi per l'Italia unita, rossa e socialista e soprattutto nell'ottica di divenire un Gigante Rosso anche nel corpo. Essi sono conformi e fedeli alla linea organizzativa bolscevica, al rispetto del centralismo democratico, alle decisioni in senso verticale e non orizzontale per non favorire il frazionismo e l'inflitrazione del revisionismo all'interno delle nostre file. Inoltre mettono in sicurezza il futuro del Partito al meglio possibile in questo momento della sua vita e della sua composizione.
La Commissione ha votato all'unanimità i singoli emendamenti proposti dal 4° CC e analizzato e votato sempre all'unanimità le relative proposte da parte dei Congressi di base .
1) Emendamento allo Statuto del PMLI. Ossia togliere il nome proprio di Mao, ossia Zedong, sul quale una Cellula non è concorde.
Il 4° CC non ha accettato questa proposta. Togliere il nome proprio non inficia la nostra fedeltà a Mao e al suo pensiero. Nel Partito e su "Il Bolscevico", da sempre o quasi, usiamo l'espressione "pensiero di Mao", senza il nome proprio. Come è comune in tutto il mondo. Anche quando si parla di Marx, Engels, Lenin e Stalin non aggiungiamo il nome proprio. Sono personaggi storici ben identificati, che non hanno bisogno del nome proprio. Universalmente chiamati solo con il cognome. La Commissione è a favore dell'emendamento così come è.
2) Emendamento all'art. 8 non ci sono state proposte, e la Commissione lo accetta.
3) Emendamento all'art. 12. Secondo un'Organizzazione non è necessario citare il diritto dei migranti di poter essere membri del PMLI, perché tale facoltà sarebbe implicita. In realtà non è così. Finora il Partito non sapeva come comportarsi di fronte alla richiesta dei migranti di essere membri del PMLI. Occorreva perciò chiarire la questione e menzionarla nello Statuto. Si tratta di un atto legislativo molto importante anche in riferimento allo spirito dell'internazionalismo proletario. Il CC uscente ha confermato la sua proposta riguardante questo emendamento. La Commissione vota a favore dell'emendamento
4) Emendamento all'art. 17, non ci sono state proposte e la Commissione lo ha accettato.
5) Emendamento all'art. 21, non ci sono state proposte e la Commissione lo ha accettato.
6) Emendamento all'art. 26, non ci sono state proposte e la Commissione lo ha accettato.
7) Emendamento all'art. 27. I "dubbi" di due compagni sulla Segreteria generale non hanno ragione di esistere. In via preliminare vanno chiariti due punti. Il primo: la Segreteria generale non è composta da 3 elementi, come dicono i compagni, ma da 3 più "altri", come si legge nella proposta del CC. Il secondo: le Commissioni di lavoro del CC non sono "organi superiori", come dicono sempre i compagni, ma organi esecutivi dipendenti dal CC e dall'UP. Quindi non sono delle istanze come lo sono il CC e l'UP ma loro strumenti operativi.
Entrando nel merito, non pare che esistano il pericolo della "burocratizzazione" e del "doppio Partito". In quanto la Segreteria generale ha propri compiti e funzioni e una precisa collocazione chiaramente indicati dalla proposta del CC. Inoltre la Segreteria generale, essendo un organismo più ristretto rispetto al CC e all'UP, è più facile riunirla e renderla collegialmente attiva e operativa, assicurando così il lavoro quotidiano del Partito.
L'istituzione della Segreteria generale non ha nulla a che vedere con l'eventuale aumento del numero dei componenti del CC e dell'UP e delle Commissioni centrali. Sono due problemi diversi che rispondono a esigenze diverse. Comunque se non si capisce il senso della prima frase del comma da aggiungere al comma 2 dell'art. 27 è difficile capire il senso e la portata politica della proposta del CC che guarda al futuro più che al presente del Partito. La frase recita esattamente così: "in base a necessità politiche, organizzative, di formazione di nuovi quadri nazionali del Partito, il Segretario generale può essere coadiuvato da due vice Segretari generali e da altri dirigenti con i quali costituire la Segreteria generale del PMLI". Notate che si dice che il Segretario generale "può" non deve essere "coadiuvato da due vice Segretari generali" ecc. Il CC uscente ha confermato la sua proposta riguardante l'emendamento n. 7 e anche la Commissione vota a favore.
8) Emendamento all'art. 28 non ci sono state proposte e la Commissione lo ha accettato.
9) Emendamento all'art. 29. Due Cellule hanno proposto che non venga eliminato il termine officina dall'art. 29.
Il CC uscente ha accettato la proposta perché dal momento che le officine esistono tuttora e giacché esse sono costituite per lo più da operai è giusto politicamente citarle espressamente. La Commissione accetta la proposta.
Sempre su questo emendamento una Cellula ha proposto che le Organizzazioni locali del Partito siano citate nello Statuto.
Il CC uscente ha accettato la proposta. Va però detto che la motivazione della proposta è completamente errata per due motivi. Anzitutto perché le Organizzazioni non possono essere costituite anche da simpatizzanti e amici del Partito. I compagni usano l'espressione "semmai accompagnata (riferendosi al membro del Partito) dai simpatizzanti e amici".
L'altro errore è costituito dall'affermazione che la Cellula "non può più essere considerata a questo punto, come in precedenza, l'organizzazione di base del Partito ma un momento successivo e superiore". Questo punto però non è condiviso da tutti i compagni di quell'istanza. E hanno ragione, perché le Cellule sono le organizzazioni di base del Partito come recita il comma 1 dell'art. 20 dello Statuto. Le Organizzazioni locali del Partito sono organismi provvisori, composti da un solo membro del Partito, in attesa che vi sia almeno un altro membro del Partito per fondare una Cellula. Esse hanno lo scopo di dare una veste politico-organizzativa al membro del Partito che si trova momentaneamente solo nella sua città. Non sono Cellule ma sono equiparate alle Cellule in quanto svolgono gli stessi compiti e funzioni. Tra di loro non esistono distinzioni gerarchiche, con le Cellule a un livello superiore rispetto alle Organizzazioni. È chiaro che il problema delle Organizzazioni non si presenta là dove nei luoghi di lavoro, di studio e di vita ci siano una o più Cellule. La Commissione accetta l'emendamento e le relative modifiche.
10) Emendamento che introduce un nuovo articolo. Una Cellula su questo emendamento così si esprime: "I militanti congressisti sortiscono più di un dubbio su questa proposta e criticano, all'unanimità, la Commissione che ha proposto questo emendamento allo Statuto per non aver accompagnato questo emendamento, nuovo e così pregnante, con una relazione scritta". Un compagno, inoltre, "vota contrario in particolare al secondo e al terzo comma perché il Partito è in Italia, ha il compito di svilupparsi in Italia e non possono esistere doppi organismi centrali (come il CC e il Congresso) anche all'estero".
Anzittutto va chiarito e ricordato che tutti gli emendamenti allo Statuto, compreso l'emendamento n. 10, sono stati proposti ai Congressi di base dal CC e non da una commissione ad hoc. Il CC non ha ritenuto necessario accompagnare l'emendamento n. 10 con una relazione illustrativa poiché esso parla da sé. D'altra parte nessun emendamento è stato illustrato per iscritto.
L'emendamento n. 10 è stato introdotto per organizzare i militanti italiani del Partito che risiedono e lavorano all'estero. Abbiamo già avuto in proposito due casi. Quello di un italiano residente in Svizzera, che poco dopo però ha rinunciato alla militanza chiedendo di essere considerato un simpatizzante. È ancora in piedi invece la militanza del compagno che risiede a Londra.
Organizzare gli italiani all'estero è quindi una necessità. Lo fanno regolarmente tutti i partiti italiani. Perché mai il PMLI non dovrebbe svilupparsi all'estero? Perché dovrebbe negare agli italiani all'estero di essere dei marxisti-leninisti italiani?
Una volta ritenuta ammissibile l'organizzazione degli italiani marxisti-leninisti all'estero, la doppia struttura e la doppia centralizzazione sono inevitabilmente necessari. Tuttavia, come dice il comma 3 del nuovo art. 32, "tutte le istanze estere del PMLI, compreso il Comitato centrale e il Congresso, costituiti in ogni nazione, sono subordinate al Congresso nazionale e al Comitato centrale residenti in Italia". Questo significa che il PMLI è uno solo, anche se è organizzato e presente in più Paesi del mondo.
Il CC uscente ha confermato la sua proposta riguardante l'emendamento n. 10 e anche la Commissione vota a favore.
Infine vogliamo sottoporre al Congresso la richiesta di un simpatizzante cattolico catanese che ha proposto di consentire ai "credenti delle varie fedi religiose" di poter essere militanti del PMLI. Si tratta di una questione importante che si riproporrà chissà quante volte in futuro, mano a mano che il PMLI sarà conosciuto dagli elementi cattolici e di altre religioni che si ritengono comunisti. Questa questione il Partito e "Il Bolscevico" l'hanno trattata più volte.
Ma è la prima volta che un Congresso nazionale del PMLI prende in considerazione una proposta di modifica al proprio Statuto da parte di un simpatizzante credente. Ciò è molto importante e rispecchia la correttezza e il rispetto che il Partito nutre nei confronti dei propri simpatizzanti.
Riteniamo però che il Congresso, nel ringraziare il compagno catanese per la rispettosa e apprezzabile proposta, debba rispondergli di non poterla accettare. Sostanzialmente perché considera più proficuo, ai fini della saldezza e dell'unità ideologica e politica del PMLI, della lotta ideologica contro ogni tendenza metafisica e idealistica e dello sviluppo della lotta di classe in Italia, che il Partito sia composto esclusivamente dagli elementi che accettano e mettono in pratica la concezione del mondo proletaria rivoluzionaria fondata sul materialismo storico e sul materialismo dialettico.
Immettere nel Partito anche i credenti soggettivamente marxisti-leninisti vorrebbe dire, altresì, aprire al suo interno delle contraddizioni, specie sulle questioni etiche e morali, che potrebbero sfociare in contraddizioni antagonistiche e nella conseguente paralisi politica del PMLI.
Un esempio tangibile è l'esperienza del PCI revisionista che ad un certo punto ha modificato il proprio Statuto, aprendo l'iscrizione anche ai cattolici, cancellando il marxismo-leninismo e prendendo come riferimento politico solo il proprio Programma e Statuto. Questa scelta, ossia la consistente immissione dei credenti nel Partito, hanno inciso profondamente al dilagare del revisionismo.
Pertanto è preferibile per il PMLI che i credenti soggettivamente marxisti-leninisti, la cui opera è molto apprezzata dal Congresso, continuino a stare e a operare a fianco del Partito, e a sostenere la sua proposta politica anche tra le masse e le organizzazioni religiose di cui fanno parte.
In futuro, quando essi raggiungeranno un numero consistente, potremmo valutare la possibilità di fondare un'Organizzazione multireligiosa, o più Organizzazioni monoreligiose, per sostenere il PMLI e il socialismo. La Commissione vota contro questa proposta.
Questo il risultato del lavoro di questa Commissione che ha operato con l'unico interesse e obiettivo di non fare cambiare colore al nostro Partito, di rispondere alle attuali esigenze del Partito per rafforzarlo dal punto di vista organizzativo al fine di renderlo un Gigante Rosso anche nel corpo e di garantire la sua vita in futuro.
Cogliamo l'occasione per ringraziare il 4° Ufficio politico e il 4° Comitato centrale guidati dal Segretario generale Giovanni Scuderi per il lavoro non facile e non scontato svolto nel solco della fedeltà al marxismo-leninismo-pensiero di Mao e nell'interesse del proletariato e delle masse popolari italiane.

17 dicembre 2008