Nell'area Mercafir
Il progetto di Renzi per il nuovo stadio fiorentino arricchisce I privati e gli speculatori
La "città-stadio" non è priorità delle masse popolari, che devono decidere sulla destinazione degli spazi pubblici

Redazione di Firenze
Per comprendere meglio le vicissitudini che hanno accompagnato le promesse del neopodestà di Firenze, Matteo Renzi (PD), sulla necessità di un nuovo stadio bisogna fare un salto indietro di alcuni anni.
Renzi, per la sua candidatura a sindaco ha usato strumentalmente l'affetto dei fiorentini per la loro squadra di calcio, visibile fin dai suoi primi spot elettorali e nei grandi manifesti bordati di un vivido colore viola, affissi in città prima dell'inizio della campagna elettorale. Inoltre, nelle sue numerose uscite in tv il "neo-sindaco" ha ostentato a più riprese il suo amore per la squadra di Della Valle. Guarda caso il principale avversario di Renzi nella scorsa campagna elettorale fu Giovanni Galli (PDL, oggi a capo di una lista a suo nome), già portiere della Fiorentina negli anni Ottanta e poi della nazionale.
C'erano ancora Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e Eugenio Giani, assessore allo sport quando, il 19 settembre 2008, un tronfio Diego Della Valle mostrò il plastico con la prima idea di una mega "Cittadella Viola" nell'area di Castello, ad opera dell'architetto Fuksas, che comprendeva il nuovo stadio contornato da centri commerciali e strutture ricettive. Di fatto, a quella data, l'area oggetto della stipula del 2005 fra l'amministrazione comunale di Firenze e Fondiaria per l'urbanizzazione, era già finita sotto inchiesta della magistratura per corruzione. Ciò nonostante il 26 settembre del 2008 la giunta Domenici accoglie l'invito dei padroni della Fiorentina e colloca il progetto dentro l'area di Castello, di proprietà della famiglia del costruttore berlusconiano e tangentista, Salvatore Ligresti.
Neanche due mesi dopo, per la precisione il 18 novembre 2008 e contestualmente alla notifica degli avvisi di garanzia per corruzione agli assessori PD Graziano Cioni e Gianni Biagi, Castello è sequestrata dalla magistratura con la motivazione del Giudice per le indagini preliminari (Gip) che nell'area si volessero realizzare progetti differenti a quelli annunciati pubblicamente dalla giunta a causa di pressioni politiche dal mondo della speculazione edilizia, contro pagamento di mazzette di denaro.
Dopo lo scandalo esploso, nell'aprile 2010, Renzi, anziché provvedere immediatamente alla cancellazione e al pieno riesame del piano strutturale, annuncia che, a seguito delle osservazioni di Fondiaria al piano stesso e confidando nello sblocco del sequestro, la "Cittadella Viola" si farà a Castello. A settembre 2011, con l'area di Castello ancora sotto sequestro e con un'indagine che si arricchisce di nuovi particolari, a conferma di quanto sostenuto dal Gip, il progetto tramonta definitivamente.
Renzi non si ferma davanti a questo "boccone" ricco di profitti e anzi per continuare ad accattivarsi i numerosi tifosi della Fiorentina, afferma: "la Juventus ha costruito uno stadio davvero bello, perché dobbiamo essere da meno?".

La nuova ipotesi Mercafir
Così, pochi giorni dopo l'ultimo stop su Castello, spunta l'idea della nuova "città-stadio" cambiando area di realizzazione, ovvero quella della Mercafir (mercato ortofrutticolo all'ingrosso, società al 59,9% del Comune di Firenze) e anche il territorio circostante.
Renzi per rabbonire i numerosi lavoratori della Mercafir, che hanno più volte lamentato le disumane condizioni di lavoro alla quale sono costretti, afferma ipocritamente che: "l'area Mercafir sarà divisa in due parti. La parte rivolta verso la Pignone, dov'è anche situata la Centrale del Latte Mukki, sarà ripensata. Questa è un'area nella quale ci lavorano molte persone, tuttavia ci sono 32 ettari circa recuperabili; con questo progetto investiremo su una parte dei mercati generali e ne aumenteremo la produttività migliorando contemporaneamente le condizioni di vita degli operai e possibilmente aumentandone i posti di lavoro. Faremo tutto a 'volumi zero'". Alle affermazioni tranquillizzanti di Renzi non corrisponde la realtà, pochi giorni fa il Centro Carni di qualità, che opera all'interno della Mercafir, ha già messo in mobilità 31 lavoratori, con la prospettiva del licenziamento.
Il progetto prevede 36 ettari lordi nel rettangolo fra viale Guidoni, piazza Artom, viale XI Agosto e una nuova strada prevista già dal Piano strutturale nel quale costruire il nuovo stadio coperto da 40.000 posti, come l'attuale "Artemio Franchi" di Campo di Marte, 6.000 posti auto in parcheggi da costruire, un centro sportivo, 10.000 alberi e ben 30 mila metri quadrati destinati ai cosiddetti "servizi collegati allo stadio", espressione traducibile con spazi commerciali, alberghi, ristoranti e area direzionale, con tanto di strada delle "grandi firme"; in sostanza, largo ai privati!
Sebbene il vecchio stadio abbia necessità di essere ristrutturato, la questione fondamentale è che questo progetto, di fatto, svende la città ai privati, e non soddisfa certo le esigenze primarie delle masse popolari fiorentine che, invece, avrebbero il diritto di decidere sulla destinazione di quest'area. Per rendere più appetibile il progetto, oltre agli spazi commerciali e all'area alberghiera, la giunta Renzi ha pensato di aggiungere anche nuovi spazi per uffici motivandoli col fatto che l'area circostante è già densamente popolata e al centro di una totale trasformazione funzionale a breve, visto il trasferimento già ultimato degli uffici giudiziari del Palagiustizia e quello previsto degli studi ad esso collegati, ora situati nel centro storico.
Alla serata "i 100 luoghi" dello scorso settembre Renzi lanciò un prezioso assist ai fratelli Della Valle: "se il progetto andrà avanti, sarà fatta una regolare procedura pubblica e se la Fiorentina sarà interessata ad acquistare noi saremo molto felici di collaborare". Da parte sua Della Valle prende tempo, parlando di "ricostruire un rapporto con la città, i tifosi, la squadra". Forse, in realtà, sta analizzando la situazione e l'eventuale decisione di entrare anche in politica.

Vendita o canone d'affitto alla Fiorentina?
Ancora non è del tutto chiaro quale sarà la modalità di realizzazione della "città-stadio" poiché il Comune pensa di mettere a disposizione l'area, di sua proprietà, ai privati per costruirci sopra, in cambio di un canone annuo per la concessione del terreno dai 40 ai 70 anni e passando per il vincolo dell'atto pubblico. L'area Mercafir, attualmente, si trova nel piano delle alienazioni del Comune di Firenze, cioè nella lista dei beni in vendita, stimata con un presunto introito di 106 milioni di euro, ovviamente destinati al ribasso. In ogni caso Renzi è tranquillo quando afferma che, in caso di necessità di variante urbanistica per quell'area, il Comune farà tutto in tempi adeguati essendo l'unico proprietario dei terreni. In entrambi i casi, comunque, per realizzare il progetto occorrono montagne di euro visto che, esso, non si limita al solo terreno: c'è da considerare la costruzione della nuova linea della tramvia, di una nuova linea ferroviaria, dalla stazione centrale di S.M. Novella al parcheggio scambiatore dell'autostrada vicino a Campi Bisenzio, tre nuove corsie autostradali, già previste nell'accordo del 5 agosto scorso con Autostrade spa, e il nuovo collegamento con il viadotto dell'Indiano, anch'esso realizzato da Autostrade spa. Insomma, un investimento e una speculazione edilizia e viaria da capogiro!
I lavori per la sola costruzione di stadio e cittadella nell'area Mercafir costeranno almeno 200 milioni di euro; cifra non astronomica per Diego Della Valle, che da anni preme per un progetto del genere contando sul suo patrimonio, stimato in 1,3 miliardi di dollari.

Un affare per gli speculatori privati
Nonostante i retroscena giudiziari su Castello, ora c'è la legge "Salva Italia" del governo Monti che aiuta sensibilmente gli affaristi fiorentini, rendendo di fatto più rapida e semplice la vendita, o meglio svendita, del patrimonio pubblico ai privati e la riconversione delle aree dismesse. Infatti, da un lato Renzi afferma che la nuova "città-stadio" è all'interno del nuovo Piano strutturale, revisionato appositamente, e può quindi essere realizzata senza modifiche da parte della regione; dall'altro Eugenio Giani (PD), che ricopre contemporaneamente ed in barba a qualsiasi norma contraria al conflitto di interessi, le cariche di consigliere regionale, consigliere d'amministrazione della Fiorentina e presidente del consiglio comunale di Firenze, garantisce che la Regione Toscana non chiederà nessun documento ulteriore per la realizzazione del progetto sia in caso di concessione del terreno, sia in caso di vendita.
Non a caso la seduta di fine gennaio della giunta Renzi ha approvato la delibera che avvia le procedure per la valutazione ambientale e strategica che analizza tutti gli aspetti legati al progetto quali le procedure amministrative, la mobilità del Piano strutturale, le analisi delle componenti ambientali, l'impatto potenziale delle trasformazioni e le conseguenti misure per la sostenibilità. In pratica il primo passo per predisporre la variante è stato fatto tanto che Renzi conta di posare la prima pietra dello stadio già nel 2012.
Parole al miele sono anche quelle espresse dai vertici della Fiorentina e in particolare dal presidente Mario Cognini, che cerca consenso fra i tifosi lanciando proclami in linea coi Della Valle e con Renzi: "Ripeto che da solo lo stadio non ci basta e bisognerà costruire delle strutture collaterali che diano valore (quindi profitti, ndr) al marchio Fiorentina, in modo da autofinanziarci, di aumentare gli introiti in modo da costruire una squadra competitiva. Potremmo così avere anche strutture adeguate per rafforzare il settore giovanile sul modello Ajax". Si cerca di far digerire alla popolazione operaia e popolare di Firenze il fatto che la faraonica opera è indispensabile se si vuole una squadra vincente, che tenga il passo delle grandi società del calcio capitalistico.

Per cosa battersi
Noi, in attesa di ulteriori e dettagliati sviluppi, pensiamo invece che questa sia l'ennesima decisione presa sopra la testa delle masse popolari e che non serve assolutamente a far fronte ai loro prioritari bisogni. Prima dello stadio, che peraltro c'è già, è un monumento nazionale e venne rinnovato per i mondiali di 22 anni fa, ci sono decine di priorità, non ultima e in particolare per la Piana Fiorentina dove è previsto il progetto, quella del riequilibrio ambientale e non certo l'ulteriore ingombro di cemento e di traffico. I nuovi uffici, i nuovi alloggi a caro prezzo e i nuovi negozi sono progetti figli della speculazione edilizia e della rendita del palazzinaro di turno e a principale beneficio della Firenze ricca. Alla fine, dei 106 milioni di euro previsti per la cessione dell'area per quell'opera inutile quanto mastodontica, nelle casse pubbliche entreranno solo delle briciole. I tanto sbandierati nuovi 1.000-1.500 posti di lavoro, se effettivamente ci saranno, peseranno su Firenze sempre più cementificata e svenduta a favore del privato.
Occorre che siano le masse popolari a decidere come destinare questa parte della città, puntando sulla riqualificazione delle periferie urbane sempre più abbandonate e desolate. Mentre è urgente sostenere con aiuti e progetti concreti le migliaia di lavoratori che sono disoccupati, in cassa integrazione, precari.
L'area in questione potrebbe essere valorizzata destinandola alla costruzione di una fitta rete di servizi sociali pubblici, a basso costo, autogestiti dalle masse stesse. Chiediamo inoltre che siano i lavoratori della Mercafir stessi a decidere come migliorare le proprie condizioni di lavoro.
A Firenze necessitano servizi per l'infanzia, per gli anziani e i diversamente abili come asili nido, scuole dell'infanzia, refezioni scolastiche, centri estivi e per l'orario extrascolastico, organismi e fondi per intensificare l'assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, la costruzione di centri di riabilitazione psico-motoria pubblici e a basso costo e per la cura e la disintossicazione dei tossicodipendenti. L'area di Novoli potrebbe anche essere utilizzata per creare un piano mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso la ristrutturazione e il risanamento dei vecchi edifici, e con la costruzione di nuove case popolari con fitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi.
L'ipotesi di "città-stadio", se la inquadriamo mettendo in primo piano gli interessi delle masse, non sta in piedi neanche dal punto di vista sportivo. Le pubbliche amministrazioni dovrebbero dare sostegno finanziario e logistico alle piccole associazioni sportive che non hanno scopo di lucro anziché favorire o finanziare, anche con canoni di favore o a basso costo, con svendite di terreni, come si prefigura per Mercafir, le aziende e le società già multimiliardarie del calcio professionistico marcio e corrotto che va rifondato su basi democratiche e popolari.
Renzi e la sua giunta in quest'ottica dovrebbero ampliare, o costruire dove assenti, le strutture sportive presso le scuole e le università e nei quartieri periferici, attrezzandole in maniera adeguata in modo tale da consentire un utilizzo gratuito e di massa. Il benessere della popolazione si raggiunge anche con l'equilibrio fisico e per questo tali strutture dovrebbero essere messe a disposizione gratuitamente, anche in orari extra-scolastici ed extra-lavorativi. Lo sport va inteso come diritto inalienabile, come occasione di aggregazione e socializzazione in modo da migliorare la qualità della vita, compresi gli anziani e i disabili.
Per cercare di avvicinarsi a questo modello, evidentemente inconciliabile col sistema capitalista, è necessaria quantomeno una radicale modifica legislativa e organizzativa del sistema sportivo pubblico e dei suoi attori principali, a cominciare dalle amministrazioni comunali che, sulla base degli interessi speculativi delle grandi società private siano esse sportive, edili o quant'altro, redigono inutili piani strutturali dei quali le popolazioni beneficeranno in maniera del tutto marginale o aleatoria, dovendosi accontentare, come in questo caso, se l'affare andrà in porto, di "gioire" solo per qualche punto in campionato della loro squadra del cuore, e, semmai "dimenticandosi" dei servizi essenziali scarsi e poco efficienti ma con costi sempre più alti, con cui tutti i giorni hanno a che fare.

15 febbraio 2012