Firenze
Renzi se ne frega della piazza e decide di privatizzare al 100% i servizi Ataf
Il neopodestà piddino neanche incontra i lavoratori

Redazione di Firenze
Il 27 giugno, in una riunione con gli altri sindaci di comuni detentori di azioni di Ataf, il neopodestà Matteo Renzi (PD) ha deciso di privatizzare non il 50% come preannunciato ma addirittura il 100% del ramo servizi dell'azienda di trasporto pubblico che serve Firenze e i comuni limitrofi.
Una scelta sciagurata, presa in pieno disprezzo della volontà della popolazione, che si è espressa contro le privatizzazioni, e calpestando i lavoratori Ataf che, per ben due volte, hanno scioperato praticamente tutti contro questo progetto, dando vita a due partecipati e combattivi cortei che sono giunti fin sotto le finestre di Palazzo Vecchio. Importante lotta a cui il PMLI ha dato la propria adesione e partecipazione.
"Delusione e amarezza" è stata espressa dai vertici della RSU aziendale "anche perché ci è stato negato di esprimere il nostro parere, e abbiamo saputo tutto a cose fatte, a mezzo stampa; e dire che c'era un accordo con il sindaco Renzi per un ulteriore incontro preventivo a qualsiasi decisione", dicono in un comunicato, che continua: "Questo è un ceffone dato ai lavoratori di Ataf e ai cittadini, i quali, si sono espressi con il voto al referendum contro l'ingresso dei privati nella gestione di beni e servizi pubblici. Lo stesso sindaco di Firenze aveva invitato a votare NO, ricevendo in cambio un sonoro schiaffone. La volontà e l'espressione democratica del popolo, per i padroni delle nostre città, è acqua calda". La lotta non si fermerà, sono in preparazione varie iniziative.
La RSU ha messo sotto tiro anche l'ipocrisia del PD che a Roma raccoglie firme in calce a una petizione popolare contro la privatizzazione dell'Atac voluta dal fascista in doppio petto Alemanno e a Firenze tace sull'analoga privatizzazione guidata da Renzi. I rappresentanti dei lavoratori sono anche andati ad affrontare faccia a faccia il segretario del PD Bersani, ospite di un circolo cittadino, che ha fatto lo gnorri, invitandoli a mandargli la documentazione e riservandosi una risposta.
Il sostenitore del capitalismo Renzi ha ingaggiato un advisor (per la cifra di 90.000 euro) per studiare il progetto di privatizzazione dell'Ataf. Secondo lo studio presentato si verrebbero a determinare due società ben distinte: una completamente pubblica, Ataf Reti, su cui confluirà tutto il debito, calcolato fra i 12,5 e i 14 milioni di euro e che gestirà l'intero patrimonio immobiliare, dalle sedi ai depositi alle pensiline. L'altra, Ataf Gestioni Srl, privata al 100% che gestirà il servizio, il personale e l'intera flotta dei bus.
Polemico con Renzi anche l'assessore regionale ai trasporti, Luca Ceccobao, che a fronte di un taglio di risorse dalla Regione del 4% accusa Ataf di aver tagliato del 9% i chilometri percorsi dagli autobus cittadini.
La RSU dell'Ataf ha inoltre denunciato gli sperperi impressionanti nella gestione dell'azienda: 340.000 euro di premio risultato distribuito fra presidente, direttore operativo, super quadri e quadri; 100.000 euro il costo della verniciatura esterna di 12 autobus prossimi alla rottamazione; 170.000 euro di affitto per il nuovo deposito per i bussini elettrici in viale Aleardi, più 400.000 euro circa per l'allestimento del deposito con relativa stazione elettrica di ricarica, deposito che hanno già deciso di chiudere trasferendo i bussini in viale dei Mille, dove dovrà essere allestita una nuova stazione di ricarica.

6 luglio 2011